Stop ai cani alla catena nel territorio della Provincia Autonoma di Trento. La legge era stata varata a novembre 2022, con l’istituzione del divieto generale, ma il Consiglio provinciale aveva lasciato sei mesi di tempo per adeguarsi alla normativa. Dal primo luglio, dunque, chi terrà i cani a catena potrà incorrere in sanzioni che vanno dai 400 agli 800 euro, tranne in alcuni specifici casi stabiliti con una delibera approvata nei giorni scorsi.
La Quarta Commissione provinciale ha infatti dato parere positivo (4 i sì, 3 le astensioni) al documento che detta i criteri in base ai quali si può derogare al divieto e tenere i cani legati, stabilendo in quali situazioni è consentito farlo senza incorrere nella sanzione. A presiedere la commissione Claudio Cia (FdI), primo firmatario della legge Cia-Segnana, che aveva appunto istituito il divieto generale con alcune eccezioni «per ragioni sanitarie, documentabili e certificate dal veterinario curante, o per ragioni urgenti e temporanee di sicurezza, sulla base dei criteri stabiliti dalla giunta provinciale». Sei mesi dopo, complici anche le osservazioni mosse dalle associazioni animaliste, queste eccezioni sono state dettagliate.
La delibera, presentata in commissione dall’assessora provinciale alla Salute, Stefania Segnana, ha specificato che possono essere tenuti legati «per ragioni urgenti e temporanee» i cani da guardiania per la difesa degli animali domestici nei casi in cui ci siano rischi per le persone, quelli impiegati nelle attività d’istruzione tecnica e che partecipano a manifestazioni, esposizioni o rassegne cinofile, e i cani che partecipano a sport cinofili. Inoltre, i cani di soccorso che lavorano per forze dell’ordine, esercito e Vigili del fuoco possono essere legati a seconda delle situazioni e sulla base delle valutazioni dei conduttori.
Sul fronte degli animali che non svolgono attività particolari, le uniche situazioni in cui è consentito tenerli a catena sono quelle in cui le strutture in cui vivono (o di custodia) sono in riparazione o in ristrutturazione. In questi casi l'animale può stare alla catena per massimo 30 giorni, ma assicurandosi che «gli strumenti di contenzione siano adatti alla taglia del cane e ne permettano l’accesso all’acqua, al cibo e al riparo», e che la catena abbia una lunghezza tale da permettere all'animale di muoversi, girarsi e sdraiarsi senza difficoltà.