Stop all’uso degli animali nei circhi. E’ stata consegnata al Parlamento europeo una petizione per dire fermamente no a questa pratica che coinvolge animali selvatici e che li vede vivere una vita dietro le sbarre, percorrendo centinaia di chilometri da città a città fino alla prossima esibizione. Si tratta per loro di uno stato permanente di stress, angoscia e paura.
Le firme sono state consegnate alll'Eurogruppo per gli Animali, che ha incluso questa iniziativa dell'Ong Infocircos nella sua linea di attività. Inoltre, alle 980.000 firme sono state aggiunte anche quelle raccolte dall'associazione Djurens Rätt, così da raggiungere la somma di 1.019.036 aderenti. A partecipare alla consegna le europarlamentari Eleonora Evi e Anja Hazekamp. Starà a loro inviare le firme alla Commissione Europea.
Molti gli animali selvatici che soffrono proprio a causa degli spettacoli viaggianti. Il 2 aprile del 2018 uno degli elefanti che si trovava in uno dei camion di un circo, diretto verso Murcia, in Spagna, è morto per un incidente stradale e altri due sono rimasti feriti. Nonostante il sinistro, i restanti quattro pachidermi continuarono il loro viaggio forzato esibendosi in tutta Europa. Alla fine del 2020, quando uno di loro morì per problemi di salute, di nuovo, due settimane dopo, gli altri tre rimanenti hanno continuato il loro tour nel continente. In quello stesso anno, in Germania, a Neuwid fuggì un altro elefante, Kenia. E fecero il giro del web le immagini di un altro esemplare del genere che arrivò a Santa Maria del Cedro, in Calabria e si fece persino un bagno nel Tirreno.
«È giunto il momento per la Commissione europea di ascoltare i suoi cittadini e porre fine all'uso di animali selvatici nei circhi. Trascorrono la loro vita in gabbia, condannati a percorrere centinaia di chilometri fino alla loro prossima esibizione, senza poter sviluppare i loro comportamenti naturali o soddisfare i loro bisogni primari. Rappresentano inoltre un pericolo costante per i cittadini, come dimostrano i 478 incidenti che hanno coinvolto quasi 900 animali negli ultimi 24 anni in Europa. E tutto questo affinché poche persone (sempre meno) possano ‘godere’ di uno spettacolo anacronistico. È tempo che l'Ue ponga fine una volta per tutte a questa pratica crudele, pericolosa e non necessaria. Lo dobbiamo agli animali e alle nostre generazioni future », commenta Marta Merchán, coordinatrice di InfoCircos.