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4 Settembre 2024
11:00

Sterna artica e gabbiano comune entrano nella lista rossa delle specie a rischio nel Regno Unito

La sterna artica e il gabbiano comune sono entrate nella lista rossa della IUCN delle specie a rischio nel Regno Unito. Tra le cause rilevate dagli esperti ci sono pesca commerciale, catture accidentali, e anche l'impatto con impianti di energia rinnovabile offshore. Ma a preoccupare è lo stato di gran parte delle popolazioni che vivono a ridosso della Gran Bretagna.

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La sterna artica e il gabbiano comune sono entrate nella lista rossa della IUCN, si aggiungono così alle specie a rischio nel Regno Unito. Un recente studio pubblicato sulla rivista "British Birds" ha lanciato l'allarme circa lo stato di conservazione dell'avifauna marina nel Regno Unito.

La ricerca, che ha valutato lo status di 28 specie di uccelli marini riproduttori o ex riproduttori, ha rilevato un peggioramento della situazione rispetto all'ultima valutazione completa condotta nel 2015. In particolare, quattro specie – l'uccello delle tempeste (Hydrobates leucorhous), il gabbiano comune (Larus canus), il gabbiano reale (Larus marinus) e la sterna artica (Sterna paradisaea) – sono state aggiunte alla lista rossa delle specie a rischio. Questo inserimento è stato determinato da un consistente declino delle loro popolazioni.

Anche l'aggiornamento dell'elenco completo delle specie a rischio della IUCN rivela che 115 delle 235 specie presenti in Gran Bretagna, pari al 49%, sono valutate come minacciate di estinzione.

A influire, secondo i ricercatori a influenzare la vitalità delle popolazioni è un vasto insieme di fattori: ridotta disponibilità di prede a causa della pesca commerciale, catture accidentali, predatori autoctoni e alloctoni, impatto con impianti di energia rinnovabile offshore, cambiamenti climatici e anche la diffusione del ceppo H5N1 dell'influenza aviaria altamente patogena (HPAI) esplosa all'inizio del 2021.

Il gabbiano comune, in particolare, ha subito una drastica riduzione della popolazione, con un calo del 56% rispetto alle stime precedenti. Questo uccello, una volta diffuso lungo le coste britanniche sta ora affrontando una crisi demografica che potrebbe avere gravi ripercussioni sull'ecosistema marino. Il declino del gabbiano comune secondo gli esperti è riferibile a diversi fattori, tra cui la perdita di habitat, la diminuzione delle risorse alimentari e l'inquinamento, tutti elementi che mettono in pericolo la sopravvivenza di questa specie.

Similmente, l'inclusione nella lista rossa della sterna artica riflette un preoccupante calo della popolazione, probabilmente dovuto a cambiamenti climatici che influenzano la disponibilità di pesce e a disturbi causati dalle attività umane. Questo uccello è famoso tra i migratori per la straordinaria estensione del suo viaggio: nidifica al circolo polare artico e quando arriva l'inverno si sposta dall'altro capo del mondo fino in Antartide. Si tratta di 96 mila chilometri tra andata e ritorno percorsi ogni singolo anno: più di due volte la circonferenza della Terra. In tutto l'arco della sua esistenza questo uccello di appena 100 grammi può arrivare a percorrere due milioni e mezzo di chilometri, pari a sei volte la distanza che separa la Terra dalla Luna.

È particolarmente sensibile alle alterazioni ambientali vista la sua stretta dipendenza dagli ambienti artici e antartici, tra i più stressati dalla crisi climatica. Il calo della sua popolazione è quindi un indicatore importante del deterioramento di questi ecosistemi.

Questo scenario è ancor più preoccupante se si considera che le isole britanniche, inclusi l'Irlanda, l'Isola di Man e le Isole del Canale, ospitano una vasta gamma di avifauna marina. Queste regioni accolgono la maggior parte delle popolazioni globali di berta minore (96%), la sula bassana (70%) e lo stercorario maggiore (64-67%). La perdita di specie come il gabbiano comune e la sterna artica potrebbe avere effetti a catena sull'intero ecosistema marino, compromettendo la biodiversità e la stabilità ecologica.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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