L’oca che nelle scorse settimane era stata ferita a Villa Pamphilj a Roma, probabilmente da un cane, sta meglio. A farlo sapere sono gli operatori del Centro recupero fauna selvatica Lipu della Capitale, dove l’animale è stato portato dopo diversi tentativi di cattura.
«Purtroppo, le sue condizioni ci sono apparse subito gravi – hanno spiegato dalla Lipu – con un’amputazione traumatica quasi totale del becco inferiore e una grave infezione alla base della lingua, le lesioni non sembravano lasciare speranze. Ma la sua vitalità, unita alla natura domestica, ci ha convinti che non era ancora il momento di arrendersi». Rispetto ai tanti animali selvatici che arrivano nel Centro, infatti, l'oca è abituata alla presenza dell'uomo, quindi è meno stressata dal contatto con gli operatori Lipu.
Nei primi giorni di cure l’oca è stata alimentata con un sondino, mentre gli operatori si occupavano di medicare l’infezione che ora è quasi completamente guarita. «La lingua si è sgonfiata ed ha ricominciato a muoversi, tanto che, da qualche giorno, l'oca riesce a mangiare il cibo sul pelo dell’acqua. La strada per lei è ancora lunga, ma per ora abbiamo una certezza: avrà la sua seconda possibilità» spiegano dalla Lipu.
Esultano gli attivisti dell’Associazione per Villa Pamphilj, che erano subito scesi in campo per diversi giorni, per cercare di recuperare l’oca ferita insieme ai veterinari della Asl Roma 3. Secondo gli attivisti, ad aggredirla sarebbe stato probabilmente «uno dei cani lasciati liberi di girare senza guinzagli nel parco, come purtroppo ce ne sono ancora tanti» aveva spiegato a Kodami Adriana Angelini dell’Associazione per Villa Pamphilj.
Per questo i volontari hanno inviato una Pec a tutte le Forze dell’Ordine presenti sul territorio, denunciando l’aggressione, che fortunatamente non è stato fatale per l’oca. Con l'obiettivo di cercare che episodi del genere si verifichino di nuovo. La speranza, ora, è che possa presto recuperare del tutto le forze ed essere rimessa in libertà.
Intanto gli attivisti hanno deciso di trovargli un nome: Fortunello, «perché nonostante la brutta avventura ha avuto tanti amici che lo hanno aiutato». Si tratta, infatti, di un maschio.