«Il nostro meraviglioso ospite è ormai prossimo al rilascio»: è con un tono gioioso e sollevato che gli operatori del Parco Faunistico Piano dell’Abatino hanno fornito aggiornamenti sullo stato di salute di Fenrir, il lupo che lo scorso 25 novembre è stato trovato accasciato a bordo strada vicino a Borgorose, piccolo Comune in provincia di Rieti, al confine tra Lazio e Abruzzo, con tutta probabilità investito da un’auto.
L’animale, un esemplare di circa un anno d’età, era stato soccorso dalle guardie zoofile e trasferito immediatamente al Cras (centro recupero animali selvatici) della struttura di Poggio San Lorenzo, che a oggi ospita 450 animali soccorsi che non possono essere rilasciati in natura. Fenrir – così è stato ribattezzato dagli operatori, in riferimento al gigantesco lupo della mitologia norrena – inizialmente sembrava in condizioni preoccupanti, complice le brutte fratture alle zampe posteriori, ma era stato subito sottoposto a intervento chirurgico per l’applicazione di placche. Il decorso, avevano spiegato dal centro sin da subito, sarebbe stato lungo e complesso, ma a distanza di poco meno di tre mesi il lupo sembra stare molto meglio, e gli operatori sono fiduciosi di poterlo rimettere il prima possibile in libertà.
«La scorsa settimana i veterinari hanno rimosso le placche alle zampe posteriori, adesso è in fase post-operatoria, quindi sotto antibiotici – hanno fatto sapere lunedì – Se tutto andrà come deve, daremo presto notizia del suo rilascio». Un’ottima notizia, soprattutto alla luce dei recenti episodi tutt’altro che positivi che hanno coinvolto lupi: complice l’aumento del loro numero sul territorio nazionale e la scarsità di prede in alcune zone, molti esemplari si spingono lungo strade e superstrade finendo per essere investiti.
L’ultimo ritrovamento a inizio febbraio lungo la Statale 7, una strada considerata “killer” alla luce della vicinanza con il Parco Nazionale di Lazio, Abruzzo e Molise: nello stesso tratto lo scorso 23 gennaio era stato investito e ucciso l’orso Juan Carrito.