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7 Novembre 2021
17:28

Squalo Mako ucciso e poi sezionato in diretta social: cresce l’allarme per questi animali

Uno squalo Mako, specie protetta perché a rischio estinzione, è stato pescato e ucciso nei giorni scorsi nel mare di Monastir, città che sorge all’estremità meridionale del Golfo di Hammamet, in Tunisia, per essere poi sezionato e cucinato in una diretta social condotta su Facebook da una tv locale.

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Uno squalo Mako è stato pescato e ucciso nei giorni scorsi nel mare nei pressi di Monastir, città che sorge all’estremità meridionale del Golfo di Hammamet, in Tunisia, per essere poi sezionato e cucinato in una diretta social condotta su Facebook da una tv locale. L’animale, una specie protetta perché a rischio estinzione a causa della pesca indiscriminata, è stato al centro di una sorta di “speciale” in cui i gestori della pescheria tunisina che lo hanno preso in consegna hanno mostrato e spiegato come lavorarne la carne.

Quanto accaduto è inquietante da diversi punti di vista, primo tra tutti il fatto che la popolazione degli squali Mako (Isurus oxyrinchus) sta drasticamente diminuendo. Un recente aggiornamento della Lista Rossa IUCN delle Specie Minacciate ha classificato il 36% di tutti gli squali come vulnerabile, a rischio o a rischio critico, un declino legato principalmente al commercio di pinne di squalo.

Il business intorno alle pinne di squalo

Le pinne di squalo sono infatti alla base di un piatto tipico della cucina cinese, una zuppa che viene anche erroneamente considerata una sorta di “elisir” benefico per la salute. E l’Unione Europea è tra i principali esportatori di pinne di squalo al mondo, un business che ha contorni agghiaccianti, visto che spesso gli squali vengono catturati e le pinne tagliate via quando sono ancora vivi, per poi essere ributtati in acqua e destinati a morte certa.

Dal 2013 il regolamento dell’Unione Europea "Fins Naturally Attached" vieta lo sbarco delle pinne di squalo nelle acque e sulle navi dell’UE: le pinne devono restare attaccate all’animale sino allo scarico in porto, e solo dopo possono essere separate per l’esportazione. Lo squalo Mako è una delle specie più a rischio quando si parla della pratica del “finning”, e a febbraio 2020 Sea Shepherd ha lanciato un’apposita campagna ribattezzata “Stop Finning – Stop the trade” e una raccolta firme finalizzata a chiedere una modifica alla legislazione europea e mettere così fine al mercato illegale di pinne di squalo.

«Sebbene l'asportazione delle pinne a bordo di navi dell'UE e nelle acque dell'UE sia vietata e gli squali debbano essere sbarcati con le pinne naturalmente attaccate al corpo, l'UE è uno dei maggiori esportatori di pinne e un importante centro di transito per il commercio mondiale di pinne – spiegano da Sea Shepherd – L'UE è uno dei principali attori dello sfruttamento degli squali e poiché le ispezioni in mare sono rare le pinne sono tuttora illegalmente conservate, trasbordate o sbarcate nell'UE. Intendiamo porre fine al commercio di pinne nell'UE, compresi l'importazione, l'esportazione e il transito di pinne diverse da quelle naturalmente attaccate al corpo dell'animale. Poiché lo spinnamento impedisce l'adozione di misure efficaci per la conservazione degli squali, chiediamo di estendere il regolamento Ue n. 605/2013 anche al commercio di pinne e chiediamo pertanto alla Commissione di elaborare un nuovo regolamento che estenda la disposizione delle ‘pinne naturalmente attaccate al corpo' a ogni forma di commercio di squali e razze nell'UE».

Lo scorso 3 novembre Sea Shepherd ha reso noto che l’obiettivo di raggiungere un milione di firme – pari alla firma di un cittadino degli Stati membri ogni 400 – è però ancora distante: ne mancano 650.000, e il tempo stringe, visto che la raccolta firme si chiude il 31 gennaio 2022.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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