Nuovo avvistamento di uno squalo in Sicilia, questa volta a Palermo, nel porticciolo turistico di Sant'Erasmo. Questa estate sono stati numerosi gli avvistamenti di squali e di cetacei in Sicilia, come quello dello squalo verdesca a Casteldaccia.
Bisogna però ribadire che non c'è stato nessun allarme squali nei mari italiani, né che questi animali siano aumentati demograficamente a fronte dell'abbandono delle spiagge durante gli anni della pandemia come suggerito da alcuni. Il nuovo caso ci permette dunque ancora una volta di capire come spesso la diffusione delle immagini sui social può risultare deleteria per una corretta convivenza con le altre specie.
Questo soggetto era stato per la primo volta avvistato durante la mattina di mercoledì 16 agosto scorso sulla lunga spiaggia di Brancaccio, nella costa Sud della città, senza suscitare clamore. L'animale era un maschio di circa 2 metri e trenta, maturo ma non completamente adulto. Nuotava vicino a una delle coste più inquinate dell'intera nazione e non suscitava alcuna paura nei presenti e poi non c'era nessuno che si faceva il bagno in quel tratto di mare.
Appena però lo squalo – probabilmente stordito per gli effluvi inquinati provenienti dal fiume Oreto – ha raggiunto il porticciolo vicino, venendo ripreso da moltissimi passanti, ecco che la sua presenza è stata notata anche sui social, dove sono stati diverse le persone che fra i commenti, sotto ai video, chiedevano l'intervento della Capitaneria di Porto per rendere "sicuro" il porto di Sant'Erasmo.
Una richiesta che è divenuta più insistente dopo che un cittadino in kayak si è avvicinato pericolosamente all'animale, in maniera accidentale, poco prima di cominciare a scattargli delle foto, riprese poi da tutti i giornali locali.
Fortunatamente, dopo avere ricevuto la segnalazione, la Capitaneria ha inviato una motovedetta per consentire all'animale (ormai in difficoltà e ferito alla bocca da alcuni ami) di sfuggire dal labirinto delle barche presenti nel porto e dall'attenzione morbosa degli umani.
Probabilmente, come chiariscono alcuni biologi universitari della città, lo squalo sarebbe riuscito ad allontanarsi dal porto entro alcune ore se solo gli fosse stato dato del tempo per esplorare il porticciolo, senza mettere in pericolo la sua vita. A differenza infatti della Cala o del porto di Vergine Maria, Sant'Erasmo non è molto trafficato dalle imbarcazioni, dunque non c'era molto pericolo che finisse sotto qualche elica.
Paradossalmente quindi il pericolo maggiore che ha vissuto lo squalo è stato proprio il clamore suscitato dal suo ritrovamento vicino la città. Gli esperti in questi casi consigliano di non entrare nel panico, di non disturbare l'animale e di non cercare di allontanarlo con bastoni, lenze o imbarcazioni. Il metodo migliore per aiutarli è chiamare gli esperti della Capitaneria di Porto e/o i volontari delle associazioni ambientaliste.