Negli ultimi 50 anni gli oceani si stanno letteralmente svuotando di squali e razze, portando a un calo delle popolazioni di oltre il 70%. È il risultato di un nuovo studio globale effettuato su animali pelagici, cioè che vivono in alto mare, appena pubblicato su Nature. Secondo gli autori tre quarti di tutte le specie rischiano ora l'estinzione.
Gli esseri umani da sempre pescano questi pesci per la loro carne e le loro pinne. Lo spinnamento degli squali, noto anche come shark finning, avviene sugli animali appena pescati ancora vivi che, privati delle pinne, vengono ributtati in mare sprofondando verso una morte lenta e terribile. In alcune culture orientali parti di squali e razze sono alla base di pietanze considerate di lusso o afrodisiache, oppure vengono utilizzati per realizzare fantomatici rimedi tradizionali dalle mai dimostrate proprietà curative.
Cinquant'anni di drammatico declino
I ricercatori hanno analizzato gli andamenti delle popolazioni di 31 specie di squali e razze che vivono in mare aperto, calcolando come queste sono cambiate a partire dal 1970. I parametri utilizzati sono stati il Living Planet Index, un indice che misura le tendenze delle popolazioni di vertebrati in tutto il mondo, e il Red List Index dell'IUCN, utilizzato per calcolare il rischio di estinzione delle specie. I risultati mostrano uno calo medio spaventoso del numero di squali e razze del 71%. Il motivo: la troppa pesca. Nella nostra "guida tascabile alla sesta estinzione di massa" avevamo già parlato del sovrasfruttamento della biodiversità, una delle cause principali di estinzione inserite nell'acronimo HIPPO.
Secondo questo studio dal 1970 la pressione della pesca è aumentata addirittura di 18 volte. A causa del sovrasfruttamento delle risorse ittiche gli squali e le razze sono sempre stati a forte rischio di estinzione, ma se fino al 1980 solo un terzo delle 31 specie studiate rischiava l'estinzione, oggi sono tre quarti a rischiare di sparire per sempre nel giro di pochi anni. Un dato drammatico. Gli squali e le razze svolgono un ruolo strategico fondamentale all'interno degli ecosistemi marini, perderli significherebbe comprometterne per sempre il funzionamento causando conseguenze catastrofiche.
Una piccola speranza dalle leggi che regolamentano la pesca
Una piccola speranza viene però dalle leggi che regolamentano la pesca. Lo squalo bianco, per esempio, grazie alle regole stringenti presenti negli Stati Uniti, è ripresa e questo dimostra che se si interviene in maniera concreta e mirata sulla pesca le specie possono riprendersi rapidamente. Questo studio dimostra che sono necessarie misure urgenti basate, sulle evidenze scientifiche, per vietare la pesca e tutelare gli squali e razze. Funziona e abbiamo l'obbligo morale di spingere i governi e il mondo della pesca in questa direzione.