Lo spinosauro è stato uno dei più grandi carnivori terrestri che abbiano mai calpestato il nostro Pianeta. Il nome del genere, Spinosaurus, significa letteralmente lucertola spinosa e deriva dalle caratteristiche spine neurali eccezionalmente allungate che partivano dalle vertebre e che sorreggevano una vistosa e gigantesca vela dorsale. Questo enorme dinosauro teropode poteva essere lungo anche 15 metri, più di un autobus, e pesava fino a 20 tonnellate, quasi quanto quattro elefanti africani adulti di taglia media. Viveva nell'odierno Nord Africa tra i 93 e i 99 milioni di anni fa, nel tardo Cretacico, ma le stranezze e le particolarità che contraddistinguono questo carnivoro non si fermano certamente alle sole dimensioni o alla vela sulla schiena. Da quando sono stati portati alla luce i primi resti fossili, nel 1912, molte altre scoperte sono state fatte in merito all'aspetto e alle abitudini di questo gigantesco predatore, senza dubbio tra i più singolari e affascinanti dinosauri conosciuti fino a oggi.
Com'era fatto lo spinosauro
Le ricostruzioni dell'aspetto in vita di Spinosaurus aegyptiacus sono state più volte stravolte col passare dei decenni, come tra l'altro è accaduto spesso per molti altri dinosauri. Lo spinosauro però è tra quelli che hanno subito gli upgrade più rivoluzionari, sia per quanto riguarda l'estetica che, soprattutto, per le abitudini e lo stile di vita. Fin dai primissimi ritrovamenti sappiamo che Spinosaurus è in lizza per essere il dinosauro teropode più lungo e più grande di tutti. A differenza però di Tyrannosaurus o Giganotosaurus aveva gli arti posteriori molto più tozzi e un muso incredibilmente allungato e sottile, molto simile a quello dei coccodrilli. Le caratteristiche spine neurali che gli dato il nome potevano inoltre essere lunghe anche 165 cm, e sorreggevano con tutta probabilità una vela fatta di pelle, anche se secondo alcuni autori poteva trattarsi anche di una gobba grassosa.
Sulle funzionalità della singolare vela dorsale sono state fatte numerose ipotesi. Secondo alcuni paleontologi era una struttura fortemente vascolarizzata, utile perciò ad assorbire o rilasciare calore e ad aiutare il grosso dinosauro a regolare la propria temperatura corporea. Secondo altri esperti, invece, la vela serviva come segnale per la comunicazione inter o intra specifica. Analogamente a quanto accade per la colorata coda del pavone, per esempio, era magari utilizzata nel corteggiamento oppure per segnalare la propria presenza o dominanza a eventuali rivali o competitori.
Molto si è discusso e si discute tutt'ora anche su come fossero fatte le zampe posteriori, soprattutto in funzione della locomozione. Probabilmente i piedi dello spinosauro erano palmati o semipalmati, un po' come quelli delle anatre e dei coccodrilli, proprio perché era l'acqua il suo vero regno, dove si muoveva con estrema agilità utilizzando anche la lunga e piatta coda come una pagaia, caratteristica che è stata scoperta solo di recente grazie a uno studio a cui hanno partecipato anche diversi ricercatori italiani. Gli arti superiori erano invece grandi e tozzi, con le tre dita della mano dotate di lunghi artigli leggermente ricurvi.
La struttura generale e gli arti corti suggeriscono perciò un'andatura molto lenta e impacciata sulla terraferma, dove secondo alcuni autori lo spinosauro camminava addirittura utilizzando tutti e quattro gli arti. Tuttavia, la locomozione bipede resta ancora quella più accreditata, anche se c'è ancora da capire quale fosse l'esatta postura fuori dall'acqua. Secondo alcuni paleontologi si muoveva strisciando al suolo, un po' come fanno i coccodrilli, mentre secondo altri riusciva ad avere una postura ben eretta bilanciando il peso del corpo col testa, portata in alto e col collo ripiegato a S e non disteso in avanti come gli altri dinosauri teropodi.
Altri segni particolari erano la presenza di una piccola cresta sulla parte superiore del muso, appena davanti agli occhi e le narici spostate all'indietro, distanti dalla punta del muso, dove invece erano probabilmente presenti dei recettori sensoriali che permettevano allo spinosauro di rilevare le prede in acqua infilandolo appena sotto la superficie.
Dimensioni
Lo spinosauro, molto probabilmente, è stato il più grande carnivoro terrestre che sia mai apparso sulla Terra, almeno per quello che sappiamo oggi. Quasi certamente era di qualche metro più lungo rispetto ai carcarodontosauridi e al famosissimo Tyrannosaurus rex, anche se questi, più massicci dello spinosauro, raggiungevano più o meno la sua stessa stazza.
Le stime più attendibili sulla lunghezza totale del corpo vanno dai circa 12 fino a 15 metri, anche se secondo alcuni paleontologi poteva addirittura arrivare a 18 metri di lunghezza. Anche il cranio era molto allungato e poteva tranquillamente arrivare fino a 170 centimetri di lunghezza, praticamente quanto un uomo adulto.
In base a queste misure la sua massa corporea è stata invece stimata tra le 12 e le 20 tonnellate circa, e cioè quasi quanto quattro elefanti africani adulti di taglia media o, se preferite, circa diciotto giraffe adulte tutte insieme.
Abitudini e alimentazione
Tutte le caratteristiche fisiche e gli studi recenti suggeriscono che, con tutta probabilità, Spinosaurus aegyptiacus era uno dei pochi teropodi a possedere una spiccata predilezione per gli ambienti acquatici. Uno degli indizi principali risiede nella coda, descritta in maniera dettagliata solamente di recente. La coda dello spinosauro era molto lunga e dotata di spine neurali lunghe e sottili, il che significa che era molto alta e appiattita lateralmente, in pratica una pagaia perfetta. Era molto simile per l'aspetto a quella degli attuali tritoni, ed era utilizzata quasi certamente per la propulsione in acqua, un'altra delle tante caratteristiche che accomunano Spinosaurus ai coccodrilli.
Lo spinosauro era quindi un dinosauro acquatico che cacciava attivamente nuotando, ipotesi già avanzata in passato ma che era stata spesso respinta prima dello studio che ha descritto in maniera dettagliata la struttura della sua coda, che dovrebbe togliere ormai ogni dubbio sulla sua acquaticità. Molto probabilmente quindi mangiava grossi pesci, come suggeriscono il muso da coccodrillo, i denti conici non seghettati e molto distanziati tra loro e le narici spostate all'indietro. All'epoca dello spinosauro, nel tardo Cretacico, vivevano pesci giganteschi, ormai estinti, come il pesce sega Onchopristis o il Mawsonia, parente stretto degli attuali celacanti, che avrebbero potuto tranquillamente sfamare il gigantesco teropode. Tuttavia non è escluso che Spinosaurus potesse avere una dieta anche più generalista, composta sia di animali terrestri che acquatici.
Storia della scoperta
Tutti i resti fossili attribuibili con certezza a Spinosaurus provengono dal Nord Africa, in particolare dal Marocco e dall'Egitto, da qui l'epiteto specifico aegyptiacus. I primi reperti furono portati alla luce nel 1912 e successivamente descritti dal paleontologo tedesco Ernst Stromer nel 1915. Tuttavia, i campioni di questo primo esemplare, che erano conservati presso il Museo Paleontologico di Monaco, andarono completamente distrutti durante la seconda guerra mondiale nella notte tra il 24 e il 25 aprile 1944, in seguito a un bombardamento della città da parte degli inglesi. Di quel primo spinosauro restano oggi solamente alcuni disegni realizzati dallo stesso Stromer e un paio di fotografie.
Fortunatamente diversi altri esemplari, tutti parziali, sono stati scoperti nei decenni successivi. Oggi ci sono vertebre, denti, ossa mascellari e altre parti dello scheletro sparsi in diversi musei del mondo, tra Africa, Nord America ed Europa. Molti di questi sono stati descritti dettagliatamente da paleontologi italiani e alcuni sono conservati oggi presso il Museo di Storia Naturale di Milano, uno dei più importanti musei naturalistici d'Europa, in particolare per l'importanza delle collezioni paleontologiche che conserva. Numerosi altri reperti o frammenti attribuibili a Spinosaurus sono ancora in corso di studio, mentre altri non è ancora chiaro se appartengono proprio allo spinosauro oppure ad altre specie simili.
Lo spinosauro nella cultura di massa
Nonostante la mole e l'aspetto decisamente singolare, lo spinosauro è stato per molto tempo tagliato fuori dalla dinomania, perlomeno fino al 2001, quando fece la sua comparsa nel terzo capitolo della saga cinematografica Jurassic Park. In questo episodio uno spinosauro con aspetto, postura e proporzioni ormai superate da tempo grazie ai nuovi studi, veste i panni dell'antagonista principale, riuscendo persino a uccidere, dopo uno scontro, un Tyrannosaurus rex adulto. Questa battaglia ha fatto infuriare non poco i fan della saga, che non hanno mai del tutto perdonato questo "errore" nonostante il tentativo di "redenzione" degli autori, che in Jurassic World ha mostrato un T. rex distruggere lo scheletro di uno Spinosaurus durante il combattimento alla fine del film.
Da quel momento però lo spinosauro è tornato prepotentemente in voga e grazie ai nuovi studi che hanno permesso di ricostruire in maniera più accurata il suo aspetto e le sue abitudini, è diventato uno dei dinosauri più popolari tra tutti. Lo troviamo raffigurato da tantissimi paleoartisti, riprodotto in action figure e modelli, nei videogiochi e nei libri. Un teropode di queste dimensioni e con abitudini e aspetto così inusuali, non poteva che diventare uno dei dinosauri più conosciuti e apprezzati al mondo. Un'icona pop sia tra i semplici appassionati che tra gli studiosi, che ne hanno seguito l'epopea scientifica e paleontologica che potrebbe ancora regalare numerose e interessanti altre scoperte.