Uno spettacolo di falconeria con gufi, aquile e falchi per i festeggiamenti della patronale di Borgo San Giuseppe di Cuneo. Questi i programmi che la frazione vivrà il prossimo 28 agosto, ma la sezioni locali di alcune delle più importanti associazioni ambientaliste non ci stanno e chiedono che venga fermato lo spettacolo con i rapaci. Lo hanno scritto in un comunicato LIPU, Pro Natura, Italia Nostra, Legambiente e Cuneo Birding, il gruppo che riunisce ornitologi e birdwatcher cuneesi.
Le associazioni chiedendo agli organizzatori di rivedere l'evento e invitano i cittadini a disertare la manifestazione qualora non dovessero cambiare idea. Queste esibizioni «costituiscono unicamente condizioni di stress: rapaci notturni esposti di giorno e sottoposti ai flash di sera; rapaci diurni, animali tipicamente solitari, circondati dalla folla vociante; rapaci costretti a passare attraverso cerchi di fuoco; falchi e barbagianni posati sull’avambraccio di bambini» si legge nel comunicato.
La falconeria nasce come pratica venatoria ed era particolarmente popolare tra i nobili del Medioevo. Oggi viene considerata dalla maggior parte delle principali associazioni ornitologiche un'attività anacronistica ormai eticamente inaccettabile, che oltre ad incentivare la detenzione e il commercio di animali selvatici, continua ancora ad alimentare indirettamente il bracconaggio e la cattura dei pulli al nido per il mercato nero, come dimostrano le due aquile del Bonelli recentemente sequestrate a Porto Empedocle.
Aquile, falchi e gufi vengono addestrati sfruttando le loro eccezionali abilità di caccia a eseguire voli a comando ed evoluzioni aeree, ma se in passato questa tecnica veniva utilizzata per la caccia, oggi viene sfruttata soprattutto per gli spettacoli e le rivisitazioni medievali. Come però sottolineano anche le associazioni «tali esibizioni non rispettano l’indole degli animali selvatici, ne stravolgono i comportamenti e danno un’immagine falsificata di quello che dovrebbe essere il rapporto uomo-animale. Siamo sorpresi che il Comune di Cuneo, presso il quale è operante uno specifico Assessorato alla “Tutela animali”, abbia dato il proprio patrocinio ad una manifestazione che include un’esibizione di falconeria».
Chi detiene e obbliga questi animali dall'indole solitaria e con nulle o scarse attitudini sociali, sostiene che l'utilizzo di falchi e altri rapaci sia, per esempio, un metodo efficace ed ecologico per tenere a bada piccioni e altri uccelli fastidiosi in città – la cui efficacia è stata già smentita dalle evidenze – oppure un ottimo strumento educativo per la tutela di questi maestosi uccelli in natura. Tuttavia, privare un animale della propria natura e dei propri bisogni può avere solo un effetto educativo sul pubblico, soprattutto sui bambini.
Anche se in maniera involontaria i messaggi che vengono lanciati mettono in evidenza solamente lo sconfinato potere dell'antropocentrismo. Ciò che viene mostrato alle persone è il diritto, del tutto autoattribuito, di poter snaturare e servirsi di un animale a proprio uso e consumo. Quanto di più lontano possa esistere dal rispetto e dalla conservazione delle specie selvatiche nel proprio habitat naturale.
Nonostante la continua ricerca di nuovi scopi e utilizzi, il significato educativo e conservazionsitico della falconeria sembra essere del tutto nullo se non addirittura controproducente. E per quanto sia una pratica antica, di nobili origini e dal forte valore culturale, ha ormai fatto il suo tempo e andrebbe messa definitivamente da parte per favorire nuovi e più efficaci strumenti di educazione e tutela del benessere animale, che rispettino la dignità degli individui, la loro natura e che contribuiscano alla conservazione.