video suggerito
video suggerito
30 Novembre 2023
10:22

Spazzati via dalla tempesta i recinti per delfini davanti al porto di Sebastopoli ma non c’è traccia dei tursiopi

Dalle immagini satellitari citate da un analista USA, i recinti posizionati lo scorso anno per accogliere i quattro delfini addestrati per scopi militari sono scomparsi dopo il potente uragano. I delfini potrebbero essere rimasti uccisi o rimessi in libertà. Ma in questo caso la sopravvivenza non sarebbe scontata in quanto non abituati al mare aperto.

Giornalista
Immagine

Potrebbero esserci anche i quattro delfini, che vivano nei recinti realizzati nelle acque proprio davanti al porto di Sebastopoli e utilizzati dall’esercito russo in operazioni militari contro l’Ucraina, tra le vittime dell’uragano che il 27 novembre ha colpito le coste della Crimea. Immagini satellitari mostrano infatti che i recinti sono scomparsi, probabilmente devastati dalla forza della tempesta che ha scatenato venti fino a 144 chilometri all’ora.

La notizia, arrivata in Italia attraverso il sito Difesa e Sicurezza, è frutto delle analisi di H I Sutton, specializzato nella Naval Warfare, che in post su X ha scritto: «Una massiccia tempesta ha colpito la Crimea dal 26 al 27 novembre. Analisi preliminari rivelano che i recinti dei delfini nel porto di Sebastopoli sono scomparsi. Al 100% È plausibile che alcuni o tutti i delfini addestrati siano stati liberati» specificando successivamente: «dovrei chiarire sono sicuro al 100% che i recinti dei delfini siano spariti. Che siano stati spazzati via dalla tempesta e che i delfini siano fuggiti è plausibile ma viene considerato non confermato».

Immagine

La sorte dei delfini, quindi, non è chiarissima. Anche se esiste la possibilità è che i mammiferi possano essere stati liberati per dar loro una via di fuga, oppure che possano essere fuggiti liberamente a seguito della distruzione dei recinti da parte della tempesta. In ogni caso per i delfini la libertà non corrisponde necessariamente alla salvezza: si tratta infatti di esemplari che non hanno mai conosciuto il mare aperto, provengono dalla cattività ed erano sicuramente abituati ad essere alimentati dai loro addestratori e per questo probabilmente incapaci di nutrirsi da soli.

Che i delfini fossero utilizzati dall’intelligence russa non è una novità Ad aprile di quest’anno l'Istituto navale degli Stati Uniti (USNI) aveva reso pubbliche immagini satellitari che mostravano i recinti realizzati dai russi per allevare e addestrare un piccolo gruppo di delfini. Allestiti proprio nei pressi della base del porto di Sebastopoli a febbraio, poco prima dell'inizio della guerra russo-ucraina, i recinti erano infatti destinati ai delfini addestrati con l'obiettivo di proteggere il prezioso porto strategico da possibili attacchi sottomarini di subacquei e da ordigni. A settembre poi altri due recinti per delfini erano stati avvistati nella base navale meridionale di Novoozerne, a circa 90 km (56 miglia) a nord-ovest di Sebastopoli, molto vicini quindi alla linea del fronte.

La singolarità di tutta la vicenda è che i Russi sembrerebbero aver ereditato la pratica dell’addestramento per scopi militari e gli stessi delfini proprio dall’Ucraina che, nel 2012, aveva sviluppato il cosiddetto Programma Sebastopoli per lo sfruttamento dei tursiopi, a sua volta ereditato dai programmi militari dell’Unione Sovietica durante la Guerra Fredda. Quando nel 2014 l’Ucraina è stata annessa alla Russia, i delfini e i loro programmi di addestramento sono stati a loro volta adottati dai Russi che li hanno poi utilizzati nel corso dell'ultimo conflitto iniziato nel febbraio di 2 anni fa.

La potentissima tempesta che si è abbattuta sulla Crimea, lasciando senza luce milioni di abitanti, potrebbe aver spinto i Russi ad aprire i recinti e a lasciar liberi i delfini: ma di questo intervento non c’è traccia, e anche se ciò fosse successo non avrebbe garantito la salvezza per questi mammiferi sfruttati militarmente per le loro straordinarie caratteristiche.

Avatar utente
Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social