Sparito B132, l’unico esemplare di lince presente in Trentino: era arrivato nel 2008

In Trentino non sono più presenti esemplari di lince. La notizia è stata diffusa dalla Provincia Autonoma di Trento nell’ultimo report sui grandi carnivori pubblicato lunedì, in cui si sottolinea che è «scomparso l’esemplare B132. A oggi non si hanno notizie di linci presenti sul territorio provinciale».

Il primo avvistamento di B132 risale a 16 anni fa: un esemplare maschio di 24 chilogrammi proveniente dalla reintrodotta popolazione svizzera – dal Canton San Gallo – munito di radiocollare aveva fatto la sua comparsa in Val di Sole. Gli accertamenti genetici e il monitoraggio tramite radiocollare aveva confermato che la lince era un giovane maschio in dispersione che aveva raggiunto il territorio trentino dal cantone San Gallo, dove una nuova piccola popolazione di linci si è stabilita grazie al Progetto Luno.

Questo maschio di lince, nato nel 2006 nella Svizzera nord-orientale e allontanatosi dall’areale natale nel 2007 oltrepassando l’Engadina, era entrato in Italia arrivando in Trentino, in alta Val di Sole, nel marzo del 2008. Negli anni successivi l’esemplare è stato monitorato in modo costante dal personale del Servizio Foreste e fauna della Provincia, anche grazie all’applicazione di un radiocollare (in due occasioni), e ha frequentato soprattutto il gruppo di Brenta, per poi spostarsi nel basso Chiese a partire dal 2012 dove è ancora presente, spaziando dalla Val di Ledro alla Val Daone.

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Le più recenti segnalazioni, risalenti al 2018, hanno rappresentato un dato importante per la conferma della presenza della lince in Trentino, preziosa rarità per il territorio ed esemplare di una specie a rischio di estinzione sull’arco alpino, che ospita una sola popolazione vitale in Svizzera. Nel corso degli anni l’animale si è spostato nel territorio ed è stato individuato saltuariamente grazie alle fototrappole, visto che il radiocollare aveva smesso di funzionare, ma nel corso dell’ultimo anno non sono arrivate altre tracce della sua presenza. B132 potrebbe dunque essersi spostato o, più probabile, essere morto, vista anche la “veneranda” età raggiunta: 18 anni, davanti a una durata della vita media di questa specie tra 10 e 15 anni.

La Provincia di Trento ha comunicato che è stata invece accertata sul territorio di San Lorenzo Dorsino la presenza di un nuovo nucleo riproduttivo di sciacallo dorato, il terzo documentato in provincia dall’arrivo della nuova specie dopo quelli nell’area del Lomaso e della valle di Stava (Tesero). Lo sciacallo dorato (Canis aureus) è una presenza relativamente nuova in Italia, un ritorno dopo anni di assenza.

La sua presenza è già stata accertata in diverse zone, soprattutto in Friuli Venezia Giulia e in Veneto, anche alla luce della vicinanza con la Slovenia e la penisola balcanica. Sino a qualche anno fa il nucleo più numeroso era localizzato in Bulgaria, paese che dal 1962 lo ha inserito nella lista degli animali protetti dopo che la caccia indiscriminata ne ha ridotto drasticamente il numero. Dal Friuli Venezia Giulia gli sciacalli, che solitamente si spostano in coppia con cuccioli al seguito, hanno iniziato a “disperdersi” spostandosi in altri territori in cerca di nuovi territori da colonizzare, e sono stati avvistati anche in Lombardia, in Emilia Romagna, in Toscana e appunto anche in Trentino.