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12 Ottobre 2022
16:10

Spari contro i cinghiali a Roma, gli attivisti della Sfattoria accorrono in presidio

Paola Samaritani, responsabile della Sfattoria degli Ultimi, martedì sera si è precipitata a Monte Mario, quadrante nord della Capitale, dopo la segnalazione di alcuni spari contro i cinghiali.

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«Per favore, date una possibilità ai cinghiali inurbati di Roma». L’appello arriva da Paola Samaritani, responsabile della Sfattoria degli Ultimi, che martedì sera si è precipitata a Monte Mario, quadrante nord della Capitale, dopo avere ricevuto una segnalazione relativa ad alcuni spari esplosi proprio contro i cinghiali.

Quando Samaritani, accompagnata da volontari e attivisti, è arrivata in via Taverna – la strada da cui è arrivata la segnalazione – ha capito immediatamente che si trattava di un tentativo di cattura disposto nell’ambito del piano di abbattimenti disposto per il contenimento della peste suina africana. Inutili tutti i tentativi di fermare le operazioni: gli animali, in un’operazione condotta dai guardia parco sotto la supervisione degli agenti della Polizia Locale di Roma Capitale e dei carabinieri, sono stati catturati attraverso gabbie trappola e portati via.

«Siamo corsi qui mentre diluviava perché abbiamo avuto la segnalazione che stavano portando via dei cinghiali – ha spiegato Samaritani in una diretta condivisa su Instagram – Fate caso a come si comportano i cinghiali con noi, a un metro di distanza hanno timore. Non è come si dice. I cinghiali sono prede, hanno paura dell'uomo. Dovete solo lasciarli liberi di scappare da voi. Non hanno paura di noi nel momento in cui capiscono che possiamo dargli da mangiare. Infatti quello che stanno facendo è mettere del cibo all'interno di gabbie trappola per catturarlo, spostarli da qui e poi sopprimerli».

Evidente l’emozione della voce e sul volto di Samaritani, che negli ultimi mesi è diventato il volto della battaglia per la vita dei 140 tra cinghiali e maiali ospitati alla Sfattoria degli Ultimi. Il rifugio-santuario sorge sulle colline della periferia nord di Roma, in piena zona rossa – anche Monte Mario rientra nella stessa area – e la Asl 1 aveva disposto l’abbattimento degli animali, tutti sani e salvati da situazioni di maltrattamento, abbandono o dal macello, sempre nell’ambito del piano di contenimento della peste suina africana. Proprio pochi giorni fa una sentenza del Tar ha messo la parola fine a una lotta uscita dai confini romani e diventata nazionale, come Kodami ha documentato in un video reportage che ha raccontato alcuni dei momenti più intensi del presidio alla Sfattoria: i giudici amministrativi hanno stabilito che cinghiali e maiali della Sfattoria non dovranno essere abbattuti.

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Una vittoria estremamente significativa non soltanto per la Sfattoria, ma per tutti quei rifugi e santuari che si sono trovati o possono trovarsi nella stessa situazione, in un “limbo giuridico” in cui non vengono riconosciuti come tali e restano privi di tutele e garanzie. La notizia degli spari e delle catture in via Taverna ha però offuscato la gioia di Samaritani e dei tanti volontari e attivisti che hanno portato avanti la battaglia.

«Non abbiamo nemmeno potuto gioire per la nostra vittoria, perché siamo dovuti correre qui – ha detto commossa Samaritani – ieri hanno catturato tre cinghiali, li hanno presi e se li sono portati via, tutte le sere c’è questo massacro. Se non ho chiesto di abbassare la guardia dopo la sentenza e non ho avuto neanche il tempo di condividere il risultato e ringraziare tutti è perché sapevo che era solo l’inizio. È un far-west, gli operatori sparano ogni sera, li attirano con il cibo in strada e li mettono a rischio investimento, non è accettabile una cosa del genere nella città di Roma».

«Questa situazione non è diversa da quella che è successa a La Spezia – ha concluso Samaritani riferendosi al caso dei cinghiali rinchiusi nel parco della Maggiolina, nella provincia ligure – per favore, date visibilità ai cinghiali inurbati di Roma. Fateci da cassa di risonanza, dateci la possibilità di aiutarli. Siamo riusciti insieme a vincere la prima battaglia per gli animali che vivono con noi in Sfattoria, adesso dateci modo di aiutare gli altri».

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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