Spara a due cani, uccidendone uno. È successo a Medicina, provincia di Bologna, la mattina di sabato 23 luglio. Ad aver esploso i colpi è un 28enne che ha imbracciato il fucile quando gli animali della vicina hanno aggredito il padre 61enne ferendolo al volto e a una gamba.
A perdere la vita è stata la femmina di 18 mesi, mentre il maschio di 3 anni è riuscito a scappare mettendosi in salvo.
L'umana di riferimento dei due cani ha denunciato l'autore del gesto, il quale è indagato per i reati di esplosioni pericolose e uccisione di animale. Mentre la donna sarà a sua volta indagata per omesso controllo dei cani e per le lesioni causate al 61enne, finito al pronto soccorso con una prognosi di 15 giorni a causa delle ferite riportate al polpaccio sinistro e a una guancia.
I legali della umana di riferimento hanno chiarito che i cani sono American Staffordshire Terrier, mentre inizialmente erano stati indicati dai media genericamente come Pitbull.
La dinamica dei fatti non è ancora chiara ed è attualmente ancora al vaglio dei Carabinieri. Secondo le prime ipotesi investigative il 61enne è stato aggredito mentre cercava di allontanare i cani dal suo pollaio. I legali dell'umana di riferimento dei due Amstaff, le avvocate Francesca Capodagli e Rita Ronchi, hanno invece specificato: «Le ferite sono occorse quando ha tentato di togliere la gallina dalla bocca di uno dei due cani, inserendo in maniera imprudente le mani nel mezzo della baruffa ed avvicinandosi col viso agli animali, spaventandoli, provocando così una loro reazione istintiva ed involontaria». È in questo modo che l'uomo sarebbe stato ferito, «rimanendo anche graffiato. Si esclude fermamente che alcuno dei due cani lo abbia morso al viso come riferito ai giornali, altrimenti, l'uomo sarebbe stato gravemente sfigurato e non di certo curato con un semplice piccolo cerotto sulla guancia».
Per i legali «i cani sono stati oggetto di una brutale e ingiustificata aggressione armata, inescusabile ed eccedente senz'altro la necessità di tutela, avendo la proprietaria di fatto avuto modo di raccogliere materiale documentale, che verrà posto in mano agli inquirenti, dal quale risulta provato che il presunto aggredito sia stato immediatamente dimesso dal pronto soccorso ed avvistato appena due giorni dopo i fatti, con lesioni non compatibili con la supposta aggressione denunciata e con la gravità descritta della stessa, evidenziando, di fatto, solo lievi ferite medicate con semplici cerotti e garze».
Ora a fare chiarezza è chiamata l'Autorità giudiziaria.