Il tribunale regionale della Castiglia-León, in Spagna, aveva accolto le istanze sollevate dal partito animalista PACMA sospendendo le celebrazioni del Toro de la Vega, un festival del toro medievale celebrato nella città di Tordesillas che si terrà oggi 13 settembre. Tuttavia, le autorità locali hanno comunque concesso l'autorizzazione al Comune per tenere una corsa dei tori. Il partito PACMA ha però sporto un'ulteriore denuncia contro l'autorizzazione: la richiesta è stata presentata a poche ore dalla festa, nonostante lo stesso regolamento del festival preveda almeno 10 giorni di anticipo.
«La sospensione poteva rappresentare uno traguardo storico per la Spagna – spiega Laura Arena, veterinaria esperta in benessere animale e membro del comitato scientifico di Kodami – Purtroppo però, queste celebrazioni sono fortemente politicizzate e ancora molto sentite da una parte cospicua della popolazione, nonostante la sensibilità verso gli animali sia cresciuta molto negli ultimi anni».
Il tribunale aveva stabilito che il festival, che storicamente prevedeva la caccia e l'uccisione di un toro armati di lance, non poteva tenersi secondo il nuovo regolamento approvato quest'anno dal comune, che autorizzava comunque l'utilizzo di arpioni per infilzare il dorso dell'animale. Avrebbe dovuto seguire invece quello approvato nel 2016, che vieta esplicitamente di uccidere o infliggergli sofferenze con armi da caccia all'animale.
Il partito animalista PACMA aveva più volte denunciato il tentativo di ripristinare le storiche modalità di celebrazione estremamente cruente che non rispettavano i diritti degli animali. Contemporaneamente, anche il Partito Socialista-Unidas Podemos aveva invocato l'intervento della Procura per i possibili reati di maltrattamento animale e contro l’ambiente, anche se il PM non aveva rilevato indizi di reato.
«Per giustificare tali barbarie, gli spagnoli hanno storicamente assegnato al toro l’etichetta di ‘bravo', termine che ha diversi significati, tra cui ‘fiero, indomabile, feroce per natura intrinseca' – continua Laura Arena – Per tale motivo i movimenti pro-taurini giustificano le competizioni asserendo che i tori siano animali che non soffrono e che appartenga alla loro natura la competizione e la lotta».
Eppure, anche la cronaca recente evidenzia come queste barbarie, eticamente inaccettabili, siano estremamente pericolose persino per gli esseri umani. Domenica 11 settembre, un uomo di 30 anni è purtroppo rimasto ucciso durante un'altra "celebrazione taurina" a Navalcarnero, vicino Madrid. Il 30enne è rimasto incornato durante la tradizionale corsa dei tori che si tiene tra le strade e le piazze della città, sotto gli occhi di tantissime persone accorse per la festa. Nonostante ciò, tutte le corride previste per prossimi giorni si terranno regolarmente.
«Purtroppo si tratta di festival talmente radicati in alcune zone della Spagna che è davvero difficile riuscire a fermarle – conclude Arena – Il toro poi non è affatto un animale da domare o "feroce", è semplicemente un erbivoro nobile e innocuo se lasciato in pace. Queste ‘tradizioni' inaccettabili prevalgono ormai su qualsiasi forma di buon senso e persino sul decesso sotto gli occhi di tutti delle persone».
Attraverso una nota sul proprio sito, il partito PACMA fa comunque sapere che se la manifestazione si terrà saranno molto attenti affinché il toro non subisca alcun danno. Non possiamo far altro, quindi, che sperare in una rapida inversione culturale, basata sul buon senso, sulla tutela e il rispetto del benessere animale, con l'obiettivo di abolire finalmente il maltrattamento e la sofferenza animale travestito da cultura, anche nel nome di quell'etichetta di esseri etici ed empatici che ci siamo attribuiti da soli.