Una storia curiosa arriva dagli Usa dove, qualche giorno fa, una donna è stata fermata e denunciata all'aeroporto di Minneapolis-Saint Paul per aver sottratto dal Kenya, da dove era partita dopo una vacanza-safari, palle di cacca di giraffa. Negli Stati Uniti si tratta di un reato, per via della minaccia di parassiti, malattie e contaminanti non autoctoni che possono entrare nel Paese.
Cosa è successo lo raccontano i giornali locali: la signora, per attraversare i controlli a Nairobi, aveva nascosto il prezioso ma soprattutto insolito carico in un’anonima scatola di dolciumi nella quale difficilmente qualcuno avrebbe potuto sospettare ci fossero escrementi di giraffa e infatti i controlli kenyoti avevano lasciato passare sia la proprietaria che la scatola. L'incognita rimaneva superare i controlli all'aeroporto di Minneapolis ma la viaggiatrice era intenzionata a portare a casa il suo bottino per farne poi collane ecosostenibili per una campagna contro il bracconaggio e l’uccisione delle specie protette.
Alla dogana la donna si è mostrata molto tranquilla e sicura di sé di fronte a un funzionario che, forse leggendo nel suo sguardo qualcosa, l'ha fermata chiedendole di aprire la valigia e di dichiarare subito se all’interno ci fosse qualcosa. A quel punto, la signora ha iniziato leggermente a tentennare spiegando di non avere nulla di prezioso ma solo un piccolo ricordo dell’Africa senza alcun valore commerciale.
Aperta la confezione, però, l'agente si è trovato davanti delle pallette di colore marrone scuro e il primo pensiero è stato che si potesse trattare di una copertura per nascondere pietre preziose, considerando il commercio illegale di diamanti provenienti dal centro Africa. L’ufficiale della dogana ha così informato la donna che gli oggetti erano da analizzare, richiedendo nuovamente conferma di cosa fossero e ascoltando nuovamente la stessa risposta: «Niente di valore o di pericoloso: è cacca di giraffa della regione samburu del Kenya che sarà utilizzata per farne collane ecosostenibili per motivi etici di salvaguardia della specie». A quel punto il doganiere ha chiesto alla donna di seguirlo e una volta arrivati dai tecnici del comparto di polizia chimica, il veterinario ha esaminato una delle "polpette", capendo che si trattava effettivamente di cacca di giraffa.
La scatola così è stata subito sequestrata con grande ira della signora che inveendo contro quegli uomini, ha anche minacciato di denunciarli per averle portato la sua scatola. Purtroppo, però, le è stato fatto presente che piuttosto lei dovrà presentarsi in tribunale per commercio clandestino di escrementi animali e tentata diffusione di malattie ed epidemie come la peste suina africana, la peste suina classica, la malattia di Newcastle, l'afta epizootica e la malattia vescicolare dei suini: tutti virus che possono portare gli animali africani.