La buona notizia è che fino al 29 marzo la caccia è sospesa. La cattiva è che ancora non si sa quale sarà il futuro di Arikompan. L’elefante del Kerala, noto come “zanna di riso” per la sua passione per questo cibo, è considerato un grande pericolo dalle popolazioni locali. La sua sorte ancora non si sa, sebbene due sono le strade che possono aprirsi per lui: la cattura e poi la terribile ”rieducazione” nel centro di addestramento per elefanti a Kodanad nel distretto di Ernakulam, oppure la dotazione di un radiocollare per continuare e vivere libero ma seguito a distanza, evitando così le sue incursioni nei territori popolosi della zona a caccia di cibo.
Ciò che è certo è che la storia di Arikompam è l’ennesimo capitolo del conflitto uomo-animale che affligge il Kerala in particolare ma anche numerose altre zone dell’India in cui la contemporanea diminuzione di habitat e di cibo fa si che le popolazioni locali subiscano sempre più spesso le incursioni dei selvatici che abitano territori molto vicini ad aree antropizzate e già sfruttate dai locali, alla ricerca di cibo e di acqua.
Dal 2028 ad oggi diversi tentativi di catturarlo, anche con i droni
Anche il maestoso Arikompan, 35 anni e lunghe zanne affilate, nel corso delle sue scorribande ha distrutto oltre 60 case e ucciso quasi 10 persone sotto la catena montuosa di Devikulam nel corso degli anni. Nel luglio 2017 il dipartimento forestale ha tentato per la prima volta di catturarlo. I funzionari e il medico veterinario avevano individuato l'elefante e gli erano state lanciate tre frecce tranquillanti. «Ma, fallito il tentativo di sedarlo, era fallito anche quello di dotarlo di un radiocollare. Arikompan era quindi tornato nella foresta e la squadra aveva interrotto la missione», ha raccontato al quotidiano The Indu il presidente del gorverno locale del Santhanpara Liju Varghese.
Un nuovo tentativo di cattura risale al 2018 ma è dall’inizio del 2023 che Arikompan è tornato protagonista. Lo stesso Liju Varghese ha spiegato che il governo locale aveva scritto al ministro delle foreste AK Saseendran e al capo della fauna selvatica chiedendo misure per spostare immediatamente l’elefante dalla regione. A febbraio, quindi, una squadra del dipartimento forestale ha avviato un'indagine sul campo utilizzando anche i droni per individuare il luogo in cui si era accampato. A marzo erano partiti i preparativi per costruire un kraal: una gabbia in legno dove ospitarlo dopo la cattura. Ben 128 alberi di eucalipto erano stati tagliati nell'area di Munnar Central Nursery ed utilizzati per la costruzione, come aveva raccontato a The Indu Vegi, il ranger officer. Poi era stata la volta della costruzione di un finto negozio di riso dove attirarlo per poterlo catturare.
«Abbiamo utilizzato un vecchio edificio parzialmente danneggiato e che l’elefante aveva precedentemente attaccato almeno tre volte. L'edificio si trova lungo il percorso classico di Arikompan», aveva spiegato ancora a The Indu un alto funzionario del dipartimento forestale, indicando la zona interessata alla costruzione nell’area vicino al Cement Palam a Chinnakkanal.
Missione Arikompan: 71 ranger e 4 elefanti addestrati per catturarlo
La “missione Arikompan” avrebbe dovuto aver luogo domenica 26 marzo. Era prevista la presenza di un gruppo di ben 71 ranger divisi in undici gruppi e guidati da Arun Radhakrishnan Sobhana. «Una volta arrivato nell'area che abbiamo identificato – un pezzo di terra pianeggiante e non un'area collinare – una persona del nostro team si avvicinerà il più vicino possibile, a circa 50 metri, per sparargli una freccia con un tranquillante». La squadra non avrebbe indossato dispositivi di protezione speciali perché secondo Sobhana in caso di attacco l’unica salvezza sarebbe stata la fuga. Secondo la guida sarebbero bastati 45 minuti per addormentarlo se il dosaggio del tranquillante fosse stato calcolato in maniera corretta in relazione ai 3 quintali e mezzo di peso dell’elefante. A quel punto la missione prevedeva la parte più complicata: far salire Arikompan su un camion carico di un'enorme gabbia. Le operazioni, se non ci fosse stato nel frattempo il divieto arrivato dall’Alta Corte del Kerala di procedere, prevedevano anche l’utilizzo di quattro kumki: elefanti che vengono addestrati appositamente per essere utilizzati in operazioni come questa. I quattro kumki selezionati sarebbero arrivati dal loro accampamento a Wayanad fino al distretto di Idukki per prestare il loro “servizio”. «Gli legheremo le gambe – aveva spiegato Sobhana al quotidiano indiano. – Un elefante kumki tirerà dalla parte anteriore, il secondo spingerà da dietro e gli altri due spingeranno i lati di Arikompan, fino a farlo salire sulla rampa e sul camion».
Una volta salito sul camion il futuro di Arikompan sarebbe stato segnato. Per lui, infatti, era già decisa la rieducazione per trasformarlo a sua volta in un kumki. «Ma fortunatamente il tribunale ha sospeso la sua cattura e la prossima data prevista è il 29 marzo», spiega a Kodami Maneka Gandhi di People for Animals, un gruppo di animalisti che è intervenuto per bloccare la cattura e spingere l’Alta Corte a scegliere di fornire l’elefante di un radiocollare e lasciarlo libero.
Alla protesta di People for Animals si è unita anche quella di Walking Eye for Animal Advocacy, e questo ha spinto il Collegio dell’Alta Corte del Kerala a sospendere con un ordine provvisorio la cattura, almeno fino al 29 marzo quando il tribunale esaminerà una relazione sulle opzioni richieste dalla petizione. La sospensione ovviamente non è stata apprezzata dai residenti dei due centri più vicini alle scorribande di Arikompan, Santhanpara e Chinnakanal, che quindi venerdì hanno protestato contro la decisione.
«Ci aspettavamo tutti che la minaccia sarebbe finita con la cattura di Arikompan – è l’ultimo commento rilasciato dal presidente dal governo locale di Santhanpara Liju Varghese all’Indian Express – le persone sono addolorate per la decisione dell'Alta Corte. L'elefante aveva devastato la regione, avevamo perso vite e abitazioni. Non permetteremmo al dipartimento forestale di riprendersi gli elefanti kumki portati per rintracciarlo».
L'ultima foto: mentre dorme sdraiato fra le piante di tè
Nel frattempo Bobins Abraham Vajalil corrispondente di India Times, ha pubblicato un post su Twitter con una foto bellissima che mostra Arikompan sdraiato a riposare nel bel mezzo di una piantagione di tè. «Mentre c'è ancora incertezza sulla sua cattura – ha scritto il giornalista – Arikompan è stato fotografato mentre faceva un pisolino tra le piante di tè in una tenuta a Chinnakanal». Sottolineando però con tristezza: «Questo potrebbe essere uno dei suoi ultimi sonnellini da animale libero».