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25 Giugno 2023
14:00

Sopravvivenza a rischio: i cuculi e la loro sfida contro cambiamento climatico

I cambiamenti climatici stanno mettendo a dura prova la sopravvivenza di molte specie tra cui i cuculi. Questi, infatti, anticipano le loro migrazioni mettendo a rischio il loro successo riproduttivo.

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A causa dei cambiamenti climatici, il mondo sta cambiando notevolmente sotto moltissimi aspetti. Alcune specie riescono a stare al passo con i tempi ed adattarsi, mente altre no. Tra queste rientra il cuculo (Cuculus canorus) che, come dimostra uno studio, sta avendo molte difficoltà ad adattare il proprio "orologio interno" al ritmo mutevole del mondo. Dai risultati della ricerca, pubblicati su Proceedings of the Royal Society B, emerge che questa specie anticipa la data di partenza della sua migrazione attraverso il deserto, cosa che ne modifica l'equilibrio biologico mettendo a rischio il suo successo riproduttivo.

Man mano che il mondo diventa sempre più caldo a causa dei cambiamenti climatici, le tempistiche relative a eventi una volta regolari stanno iniziando a cambiare stravolgendo le abitudini di moltissime specie animali e vegetali. L'essere umano, ad esempio, può sfruttare la tecnologia per ideare eventuali soluzioni quando si presentano problematiche del genere. Un esempio può essere l'utilizzo dei condizionatori quando fa troppo caldo. Questo, però, è un lusso che le altre specie non possono permettersi e per questo, come spiegato precedentemente, c'è chi riesce a sopravvivere adattandosi e chi no.

Un gruppo di ricercatori ha incentrato la propria attenzione sul cuculo, un uccello "parassita" in un certo senso: le femmine depongono le uova nei nidi di altre specie di uccelli i quali, ignari del misfatto, allevano la prole per loro. Potrebbe sembrare un metodo abbastanza meschino, ma a loro discolpa si può dire che i cuculi non sono gli unici ad attuare questa tecnica riproduttiva, semplicemente sono i più conosciuti.

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Ad ogni modo, nonostante la loro furbizia nella riproduzione, le loro popolazioni sono in calo. Le motivazioni legate alla loro diminuzione sono diverse tra cui la distruzione dell'habitat, l'agricoltura intensiva e la caccia. Esistono, quindi, degli studi che mirano a comprendere quanto queste problematiche possano essere dannose per questi uccelli. A tale proposito, sono 10 anni che i ricercatori seguono i cuculi, concentrandosi particolarmente sulla loro lunga e faticosa migrazione. Questa specie, infatti, trascorre l'inverno nella foresta pluviale del Congo e dintorni, per poi migrare verso l'Europa in primavera attraversando il deserto del Sahara. Poichè si tratta di uno spostament0 estenuante e impegnativo, è importante che ogni individuo sia al massimo delle sue forze prima della partenza. I cuculi, quindi, fanno una tappa in Africa alla cosiddetta "Intertropical Convergence Zone", una zona dove convergono i venti dell'emisfero settentrionale e meridionale. Qui, in seguito alla stagione delle piogge, i nostri amici si riempiono la pancia acquistando tutte le forze necessarie per affrontare al meglio il loro lungo viaggio.

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Ecco che le cose si complicano: con l'aumento delle temperature globali, gli uccelli ai quali i cuculi affidano le loro uova nel Regno Unito si riproducono sempre più precocemente. Ciò significa che i cuculi devono arrivare prima per avere le migliori possibilità di successo nella riproduzione, motivo per il quale sono costretti a partire dall'Africa molto prima del previsto. Così facendo, però, non riescono a nutrirsi abbastanza e raggiungere la forma fisica adeguata che gli permette di affrontare la traversata del Sahara senza rischi.

Dall'analisi dei dati raccolti attraverso il tracciamento dei cuculi, i ricercatori hanno osservato che si, gli esemplari che partivano per primi dall'Africa, avevano maggiori possibilità di stabilirsi nei migliori territori di riproduzione e deporre le uova nei nidi degli "uccelli ospitanti". Allo stesso tempo, però, erano anche coloro che rischiavano maggiormente di non terminare la migrazione in quanto denutriti e poveri di energie. Chi, al contrario, decideva di partire più tardi, aveva meno successo in ambito riproduttivo, ma anche qui c'è una svolta: i cuculi stanno imparando ad affidarsi a nuove specie di uccelli che depongono le loro uova più tardi rispetto ad altri risolvendo, così, il problema.

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E' evidente che questi animali siano capaci di adattarsi anche alle peggiori condizioni che gli si presentano davanti, ma questo non vuol dire che non possano essere aiutati. Sarebbe opportuno ripristinare i loro habitat e, in particolare, i siti dove sono soliti sostare durante il loro viaggio fornendo loro cibo in modo tale che possano avere più probabilità di sopravvivere. I ricercatori non si fermano e vogliono scoprire sempre di più sui cuculi per riuscire a comprendere a pieni le abitudine e, di conseguenza, aiutarli nel migliore dei modi. A tal proposito stanno seguendo gli spostamenti di 10 nuovi esemplari provenienti dall'Irlanda. «Questi uccelli ci aiuteranno a comprendere meglio le pressioni che devono affrontare e le ragioni del declino delle loro popolazioni  permettendoci di aiutarli a completare con successo le loro ardue migrazioni in un mondo che cambia sempre più rapidamente», afferma con entusiasmo Chris Hewson, ecologista ricercatore senior presso il British Trust for Ornithology (BTO).

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Alessia Mircoli
Dottoressa Magistrale in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi
Sono laureata in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi e la divulgazione scientifica è la mia passione. Durante il mio percorso ho scoperto il mondo del giornalismo scientifico e ho capito che è la mia strada. Sono estremamente affascinata dalla natura e da tutto ciò che ne fa parte, credo nell’importanza di diffondere un’informazione corretta sugli animali e l’ambiente.
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