Snoopy esiste ed è un designer dog, un Mini Sheepadoodle di nome Bayley per la precisione. Grazie a questa somiglianza il suo account Instagram sta diventando virale proprio per la similitudine fra uno dei protagonisti dei Peanuts, un fumetto a strisce sul mercato da ormai più di 70 anni, e un vero cane in carne e ossa.
La fama, però, è una pericolosa arma a doppio taglio che rischia di popolarizzare il fenomeno dei designer dog, cani creati ad hoc senza badare al benessere dell'animale, ma solo all'appagamento estetico di chi vuole adottarli.
Bayley, però, non si cura di quello che fanno gli esseri umani e continua la sua vita spensierata ignorando di essere frutto di un incrocio per motivi estetici. Per chi lo guarda attraverso i social, è difficile pensare alle conseguenze di un mix fra razze diverse quando si ha davanti un animale così dolce e anzi, chiunque lo osserva non può che lasciarsi sfuggire un sorriso. Ha circa due anni di età e sfoggia la stessa faccia oblunga e la esatta distribuzione del colore di Snoopy: il muso bianco, un tartufo nero e rotondo e orecchie lunghe e nere ai lati della testa. I Mini Sheepadoodle non presentano solitamente questa colorazione, motivo per cui è certamente una combinazione di caratteristiche più unica che rara.
Eppure il fatto che Bayley sia un Mini Sheepadoodle, ovvero il risultato di un incrocio fra un cane da pastore e un Barbone nano, non può essere ignorato. Come più volte abbiamo spiegato su Kodami i designer dog costituiscono una evidente rappresentazione dell'imposizione umana sugli animali, un incrocio fatto non con fini economici principalmente per cui vengono selezionate caratteristiche e adattamenti utili per piacere agli umani.
Incroci simili, dunque, non guardano alla salute del cane che quasi sempre presenta malattie ereditarie e condizioni fisiche estremamente invalidanti. Molti di questi animali, infatti, hanno occhi molto grandi, musi schiacciati o taglie piccolissime, tratti che li espongono a patologie che provocano loro una grande sofferenza.
Perfino il creatore del primo designer dog, Wally Conron, affermò dopo la creazione del Labradoodle, incrocio tra Labrador e Barbone, di essersi pentito. Conron selezionava Labrador per addestrarli come cani guida per non vedenti. Si trovò tuttavia un giorno a dover trovare un cane per un paziente con allergia al pelo. Inizialmente provò ad addestrare dei Barboni (il cui pelo non provoca allergie) ma, non riuscendo in tale impresa, dopo diversi tentativi decise di provare a incrociare uno di loro con una delle sue Labrador.
Il tentativo ebbe successo, ma il problema sorse successivamente, perché si rivelò molto difficile trovare delle famiglie disposte ad ospitare, per il periodo necessario all’addestramento, dei cani meticci. Fu così che Conron ebbe l’idea di dire che aveva creato una nuova razza, il Labradoodle appunto, e, immediatamente, fu sommerso di richieste.
Anni dopo Conron rimpianse di aver lanciato quella che definì una vera e propria “febbre”. Osservò infatti che, a causa del suo successo, lo stesso Labradoodle era diventato oggetto di allevamenti senza scrupoli e senza alcun criterio. Insomma, senza volerlo Bayley può essere considerato una rappresentazione reale di come alle volte l'uomo consideri ogni essere vivente come se fosse soltanto al suo servizio e non goda di diritti propri. Una triste condizione aggravata dalla fama di Bayley che potrebbe ispirare altre perone ad alimentare il commercio di queste razze.