Il Sivatherium era un'antica giraffa preistorica che presentava una particolare anatomia rispetto alle giraffe odierne, poiché non disponeva di un collo molto lungo. Fu uno dei giraffidi più grandi conosciuti e secondo alcuni paleontologi era anche fra i ruminanti più imponenti mai vissuti sulla Terra. Comparve attorno al Miocene superiore, 7 milioni di anni fa, in Africa e si estinse nel Pleistocene inferiore. I suoi ultimi rappresentanti vissero infatti alle pendici delle Himalaya, attorno a 1 milione di anni fa.
È stato uno dei giraffidi che ha avuto più successo durante il Miocene: il suo genere dispone infatti di varie specie che sono andati ad occupare diverse parti del globo, dall'Africa continentale alle coste nord africane e fino all'Asia centrale, l'India (in cui furono ritrovati i primi reperti) e l'estremo Oriente.
La scoperta del Sivatherium
I primi reperti del Sivatherium furono rinvenuti in India da una coppia di paleontologi inglesi, Hugh Falconer e Proby Thomas Cautley, che si trovavano lì per conto della corona britannica. All'epoca l'India era infatti sotto il dominio dell'impero inglese e spesso vi venivano spediti giovani scienziati per compiere diverse campagne di studi.
L'olotipo della specie, ovvero il primo reperto rinvenuto da Falconer (lo stesso che descrisse i primi elefanti nani siciliani) e Cautley fu un cranio perfettamente intatto le cui dimensioni erano equiparabili a quelli di un elefante indiano. A differenza delle giraffe moderne, il Sivatherium era anche dotato di un paio di corna ben sviluppate, che riportavano alla mente i palchi di alcuni cervi o degli alci. Questo creò un po' di confusione nelle prime clasificazioni.
Prima che venisse considerato un parente delle giraffe moderne, il Sivatherium venne infatti scambiato per un antenato di un'antilope o si ipotizzava che fosse l'ultimo antenato che avevano in comune buoi, cervi, giraffe ed elefanti. Trovando però nuovi resti – e in particolare un maggior numero di teschi con le corna – si capì che la specie apparteneva al gruppo dei giraffidi e che la specie più simile attualmente in vita era l'okapi.
Essendo stata trovata in India, la specie venne dedicata alla cultura del luogo, ovvero alla divinità Shiva, uno degli dei più importanti del pantheon post vedico indiano. Shiva era il marito della dea Kali e colui che dava equilibrio alle forze dell'universo. Il termine therium invece in latino indica un mammifero. Paradossalmente, poi si scoprirà che l'India era solo una porzione estremamente limitata dell'areale di questo genere.
Le caratteristiche del Sivatherium
Il Sivatherium giganteum, la specie scoperta da Falconer e Cautley, era alto fin oltre 3 metri e pesava fino ad un massimo di 1350 kg. Disponeva di un collo molto più corto rispetto alle giraffe moderne, essendo più simile all'okapi, ma in generale questo era più grosso e muscoloso, poiché doveva sorreggere una testa più sviluppata e pesante, che a sua volta era sormontata da un paio di pesanti ossiconi (corna ricoperte dalla pelle) negli esemplari di sesso maschile.
Considerato tra i tre ruminanti più grandi ad essere mai esistiti, le sue spalle erano molto potenti e anche gli arti posteriori erano molto sviluppati, tanto che alcuni paleontologi hanno sospettato che potesse difendersi dall'attacco dei predatori non solo con le testate, ma anche un paio di calci ben piazzati.
Aveva denti brachidonti (dalla corona bassa, con la radice chiusa e l'accrescimento limitato) nella porzione posteriore della bocca e denti ipsodontici (a corona aperta e crescita illimitata) nella parte frontale della bocca. Questo ha permesso agli scienziati di capire che si nutriva principalmente di foglie molto coriacee, in maniera simile a diversi pachidermi moderni.
Non si sa invece se il Sivatherium fosse dotato della stessa tipologia di pelle oggi adattata dalle giraffe, che presentano disegni a mosaico. Quasi tutti gli artisti tendono ad escluderlo, visto che la sua specie è più vicina all'okapi, ma non è possibile determinare quali disegni fossero presenti sulla sua superficie o se le popolazioni che abitavano alle pendici delle montagne disponessero di una pelliccia.
Habitat e abitudini del Sivatherium
Molto probabilmente, l'habitat preferito dal Sivatherium non era molto diverso rispetto a quello oggi abitato dai suoi successori. In Africa viveva quasi sicuramente all'interno della vecchia savana preistorica e i suoi principali competitor erano gli antichi antenati degli elefanti africani, le gazzelle, i rinoceronti e altre specie oggi estinte, come il Prolibytherium e il Hydaspitherium.
Vivendo però anche al di fuori della savana africana, è possibile immaginare che alcune popolazioni vivessero ai bordi delle foreste equatoriali e dell'Asia meridionale, dove mangiavano le foglie tenere delle fronde più alte, come anche nei pressi delle pendici di varie montagne in cui crescevano piante particolarmente rigogliose.
Secondo uno studio del 2004, la sua dieta si differenziava rispetto quella delle giraffe moderne perché, a differenza dei loro parenti moderni, possedevano un collo che gli permetteva anche di chinarsi verso il basso e di strappare da terra i germogli d'erba fresca. Nel corso degli anni, molti fossili sono stati scoperti nelle colline Shivalik dell’India, nell’Himalaya, in Etiopia, nel Ciad, nell’Uganda e in Marocco, dimostrando che riusciva anche ad adattarsi a condizioni climatiche estreme e molto differenti tra di loro.
Per ottenere il controllo delle femmine, i maschi si sfidavano con le loro corna, anche se non sappiamo se nella stessa maniera dei loro eredi. Immaginare infatti due Sivatherium che sfruttano le propria corna per lanciare dei violentissimi colpi al torace dell'avversario è un po' estremo, anche perché per quanto il loro collo fosse muscoloso ed elastico era meno lungo rispetto a quello delle giraffe, dunque non avrebbe potuto compiere la torsione giusta.
I loro nemici naturali erano infine i leoni, che probabilmente cercavano di assalire i cuccioli e gli esemplari malati.
L'estinzione del Sivatherium
Attualmente gli scienziati non hanno ancora determinato cosa o chi abbia portato il Sivatherium all'estinzione. Dalle attuali conosenze che abbiamo ottenuto tramite i fossili, è noto che vissero fino a 1 milione di anni fa e che quindi abbiano convissuto con i nostri antenati durante il loro ultimo periodo.
Secondo alcuni, le pitture rupestri sulle rocce nel deserto del Sahara raffigurano il Sivatherium, indicazione che sarebbero sopravvissuti nel Sahara fino a 10.000 anni fa, al tempo in cui il deserto non era così grande come oggi. Tuttavia, i paleontologi non sono convinti di questa ricostruzione che è stata fatta da alcuni archeologi. Non si conoscono infatti le ragioni che avrebbero reso il Sahara l'ambiente ideale del Sivatherium, a differenza per esempio dell'India e dell'Africa orientale, in cui questi animali erano molto numerosi fino a 1,5 milioni di anni fa.
Altre teorie affermano invece che gli stessi cambiamenti climatici che hanno portato ai nostri antenati a scendere dagli alberi, per conquistare la savana, hanno portato da una parte una riduzione della copertura vegetale e dall'altra l'evoluzione delle giraffe moderne, che hanno cominciato a competere con le giraffe per il controllo del territorio. Questi tre fattori hanno quindi destabilizzato le popolazioni di Sivatherium, destinati ad estinguersi poco prima dell'arrivo dell'era glaciale.