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2 Febbraio 2024
15:14

Simone Pillon contro il monumento per il cane Aron: «Chi ricorda i cuccioli d’uomo?»

L'ex senatore Simone Pillon ha criticato la proposta di realizzare una statua di Aron, il cane arso vivo a Palermo. Un'uscita che non deve stupire alla luce delle posizioni espresse durante tutta la breve carriera parlamentare del politico.

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Cosa c'entrano un cane bruciato vivo e una donna che decide di abortire? Nulla, eppure per l'ex senatore della Lega, Simone Pillon, la presenza di una statua dedicata al cane Aron, barbaramente ucciso a Palermo, striderebbe con la morte di tanti «cuccioli d'uomo» a causa della pratica dell'aborto.

È proprio questo il messaggio contenuto in un post pubblicato sui social dal politico ultra-cattolico:

Ame spiace molto per il cane bruciato, ma addirittura un monumento? C'è uno stridente contrasto tra cura per gli animali e disinteresse per gli umani. Ogni giorno vengono uccisi 175 bambini italiani con l'aborto, 6 milioni di morti dal 1978. Chi ricorda quei cuccioli d'uomo?

Aron è morto per le ustioni riportate quando il suo umano di riferimento lo ha legato con una catena a un palo della strada per poi dargli fuoco. La crudeltà e l'insensatezza di quel gesto, proprio da parte di chi di Aron avrebbe dovuto prendersi cura, hanno scosso profondamente l'opinione pubblica di tutta Italia. Per lui, e per il gatto Leone, sono scese in piazza migliaia di persone a Milano, mentre il Comune di Palermo ha fatto sapere che si costituirà parte civile nel procedimento per uccisione di animali.

Non solo, il sindaco palermitano Roberto Lagalla ha accolto positivamente la proposta di realizzare una statua commemorativa di Aron come monito contro ogni forma di violenza nei confronti degli animali. Proprio questa iniziativa ha scatenato il livore di Pillon, politico che nella sua breve esperienza parlamentare, durata appena una legislatura, ha fatto dell'intolleranza verso l'altro la propria cifra stilistica. Pillon negli anni si è distinto più volte sui media per posizioni reazionarie sul matrimonio egualitario, sulla genitorialità, e sull'autodeterminazione femminile.

E lo ha fatto negli anni da senatore fino ad oggi applicando sempre il medesimo schema: creare un caso mediatico attaccando una iniziativa proposta dalla stampa come lodevole. È successo ad esempio nel 2021 quando il rettore dell'Università di Bari, Stefano Bronzini, annunciò di voler ridurre le tasse per le studentesse dei corsi Stem, così da incrementare le iscrizioni delle donne e colmare il gap di genere nei corsi di studio scientifici.

Pillon cavalcò la notizia attaccando l'Università, e accusandola negare la natura delle «femmine» naturalmente propense «all'accudimento» all'accudimento e che di conseguenza avrebbero dovuto scegliere corsi legati a maternità:

L'università di Bari spinge per far iscrivere ragazze a corsi di laurea tipicamente frequentati in prevalenza dai ragazzi. È naturale che i maschi siano più appassionati a discipline tecniche, tipo ingegneria mineraria per esempio, mentre le femmine abbiano una maggiore propensione per materie legate all'accudimento, come per esempio ostetricia. Questo però non sta bene ai cultori del Gender, secondo i quali ci DEVONO essere il 50% di donne nelle miniere e il 50% di uomini a fare puericultura.

Lo stesso metodo è stato usato più recentemente anche per il caso di Aron. Pillon si è scagliato contro un'iniziativa lodevole finanziata da un privato, quindi senza ricadute sulle casse pubbliche, e appoggiata dall'amministrazione comunale di Palermo. Il parallelismo tra l'aborto – un diritto riconosciuto dalla legge – e l'uccisione di un cane arso vivo non ha nesso logico, eppure è funzionale a uscire nell'oblio dopo la mancata rielezione.

Agli utenti, invece, queste notizie possono essere utili per capire come è composta la classe politica, e a non fare cadere nel dimenticatoio dichiarazioni come questa su Aron, o il commento fatto nel 2021: «Rispetto tutti e proprio per questo mi batto affinchè la vita umana, ogni vita umana, valga molto più di quella di un animale».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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