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14 Ottobre 2024
16:56

Sigarette giocattolo ai cani: i pericoli del nuovo trend di TikTok

Cani che giocano con sigarette di stoffa prendendole direttamente dal pacchetto. È il nuovo trend che si sta facendo largo sulle principali piattaforme social, ma quali sono i rischi per i cani e per noi? Lo abbiamo chiesto all'educatore cinofilo Luca Scanavacca.

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Intervista a Luca Scanavacca
Educatore cinofilo
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Cani che giocano con sigarette di stoffa prendendole direttamente dal pacchetto o "scroccandole" dal loro umano. È questo il nuovo trend che sta diventando popolare sui principali social network come TikTok, dove in Italia e all'estero sempre più persone stanno aderendo.

Tante domande stanno accompagnando i video di cani che afferrano le sigarette, in maniera non dissimile da come farebbero con qualsiasi altro gioco. I commenti si dividono tra chi non vede l'ora di fare provare questo nuovo oggetto al proprio animale e chi invece resta scettico.

Per fugare ogni dubbio Kodami ha contattato l'educatore cinofilo Luca Scanavacca, il quale ha subito chiarito la prima questione fondamentale: «Non c'è rischio che il cane confonda il pupazzo con le sigarette vere. Questo perché il cane non tiene conto della forma dell'oggetto, ma utilizza altri sensi per acquisire informazioni sull'ambiente circostante e sulle cose con cui entra in contatto».

L'olfatto è il senso più importante per il cane. Attraverso gli odori, il nostro compagno animale acquisisce informazioni importanti su tutto ciò che lo circonda. Basti pensare che mentre l'essere umano è dotato di circa 5 milioni di recettori olfattivi il cane ne possiede invece 300 milioni, e se per noi l'odore delle sigarette è immediatamente riconoscibile, per il cane è impossibile confondere due oggetti che pur avendo forma simile hanno un odore e una consistenza totalmente diversi tra loro.

L'esperto: «Animali sfruttato per i nostri fini»

Il problema dell'approccio del cane con questo specifico gioco è un altro, e riguarda il modo in cui viene considerato all'interno della società. «La riflessione da fare non riguarda l'educazione del cane in sé – sottolinea Scanavacca – ma ancora una volta lo sfruttamento di questo animale per un nostro fine». Anche se il cane non riconosce il pacchetto di sigarette, le persone che scorrono il feed ci riescono eccome: «Il meccanismo della risata viene utilizzato per promuovere un prodotto di cui è nota la pericolosità e che proprio per questo non può essere pubblicizzato. Usare il cane permette di aggirare queste barriere».

Il prezzo però lo paga l'intera società se osserviamo questo fenomeno dalla prospettiva della One Health. Questo approccio impone di considerare in maniera unitaria la salute di persone, animali e ambiente. In quest'ottica, l'Homo sapiens rappresenta solo uno dei tanti fili intrecciati all'interno del vasto "ecosistema mondo". Per funzionare però questo modello ha bisogno che ogni livello partecipi in egual modo, pertanto se l'uso delle sigarette viene scoraggiato dalle istituzioni per tutelare la salute umana ed evitare il lievitare dei costi in sanità dovuti alle patologie correlate al fumo, allora la stessa linea comunicativa deve essere seguita anche per ciò che concerne una pubblicità occulta molto più insidiosa.

«Certi video sono indirizzati a una fascia d'età trasversale. I più giovani sono anche i più sensibili ai grandi numeri sul Web, soprattutto oggi che le visualizzazioni sono considerate valore aggiunto all'interno della nostra società. Sono scioccato che lo stato permetta una simile pubblicità indiretta sfruttando i cani», è l'analisi di Scanavacca.

Secondo il Global Web Index, l'età media degli utenti di TikTok ha un'età media compresa tra 16 e 24 anni, e il limite inferiore potrebbe essere ancora più basso se consideriamo i profili aperti dai genitori ma utilizzati dai figli minorenni. Proprio questi ultimi potrebbero restare vittime due volte, da una parte una pubblicità che non appare tale, e dall'altra l'umanizzazione del cane.

Il meccanismo della risata, nel caso di questo e altri trend estremamente popolari, poggia proprio sull'umanizzazione dell'animale. Questi video fanno ridere perché il cane è associato a un comportamento prettamente umano come quello del fumare le sigarette, un oggetto che in natura non esiste, così come non fa parte dell'etologia del cane. Il rischio è che i più giovani imparino ad associare il cane a linguaggi che non gli appartengono, con risultati che possono diventare anche molto pericolosi.

«Tutto il mondo che ruota attorno a questi video è problematico nell'ottica della relazione con il cane», conclude l'esperto.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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