Un inferno di fuoco stringe la morsa sulla Sicilia: l’isola brucia, in balia di centinaia di roghi divampati in diverse zone e la situazione è drammatica, con centinaia di ettari di vegetazione distrutti, le fiamme che si sono pericolosamente avvicinate alle abitazioni e centinaia di animali arsi vivi o in condizioni disperate dopo essere stati salvati da cittadini e volontari,
I primi roghi, alimentati dall’ondata di caldo che si è abbattuta sull’Italia negli ultimi giorni, erano divampati venerdì interessando tutta la provincia di Palermo: San Giuseppe Jato, Petralia Soprana, Partinico, Belmonte Mezzagno, Carini, Caccamo, Prizzi, Valledolmo, Misilmeri e Cefalà Diana. Oltre alle squadre di terra, a salvaguardia delle zone abitate, erano intervenuti anche i canadair della flotta aerea del corpo Nazionale, con l'evacuazione preventiva di diverse case in prossimità delle zone interessate dalle fiamme.
Nel fine settimana gli incendi hanno interessato anche la provincia di Catania, diventata rapidamente la più colpita. Le fiamme sono arrivate a lambire alcuni quartieri molto popolati come San Giorgio e Fossa della Creta allungandosi sino al lido la Plaia, dove hanno distrutto lo stabilimento balneare le Capannine. Lungo il loro percorso di distruzione le fiamme non hanno risparmiato nessuno, e sono state decine gli interventi dei volontari per mettere in salvo animali in pericolo, dalle colonie feline minacciate dalle fiamme ai rifugi passando per i randagi intrappolati dal fronte.
Catania, distrutta l'Oasi del Simeto
Le fiamme hanno invaso anche l’Oasi del Simeto, un'area naturale protetta che rientra nel territorio del Comune di Catania e che occupa circa 2.000. Oltre cento ettari sono già andati in fumo, un intero ecosistema distrutto con ricadute pesantissime anche sulla fauna. Volpi, conigli, ricci e altri mammiferi sono rimasti intrappolati in un inferno di fuoco insieme con le diverse specie di uccelli che avevano scelto la riserva per nidificare.
«Quello che è successo all’Oasi del Simeto è drammatico – ha detto Patrick Battipaglia, dirigente regionale del Partito Animalista Italiano – Sono bastate poche ore per cancellare buona parte della biodiversità. Nel silenzio generale si è consumata una catastrofe. È angosciante vedere le carcasse di poveri animali arsi vivi. Ci chiediamo, visti i precedenti, come mai non si è fatto nulla per prevenire un disastro di questa portata? Speriamo che almeno si faccia il possibile per assicurare al più presto alla giustizia i responsabili di questo disastro. Noi, in quel caso, ci costituiremo parte civile. Va resa giustizia a quei poveri animali morti tra le fiamme».
Incendi in Sicilia, chiesto lo stato di mobilitazione
Nelle ultime ore intanto 130 operatori specializzati nell'antincendio boschivo sono impegnati nello spegnimento dei roghi, con 53 mezzi mobilitati dal Dipartimento arrivati in Sicilia per supportare le attività di risposta all'emergenza che sta colpendo l'Isola. I team attivati provengono da Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Veneto e dalle province autonome di Trento e Bolzano.
Il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, ha subito chiesto lo stato di mobilitazione di Protezione Civile, che è stata accolta dal premier Draghi: «Ringrazio tanto il premier quanto l’ingegnere Fabrizio Curcio e un ideale abbraccio va alle donne e agli uomini impegnati in prima linea. Sono giornate difficili, che ci vedono mobilitati su più fronti: fuochi, cenere vulcanica e pandemia – ha detto Musumeci – Ancora una dura prova, che affrontiamo con ferma determinazione. Provo invece tanta pena per i soliti sciacalli politici, usciti allo scoperto, come sanno fare nei momenti di difficoltà. Godono in questi giorni, come godevano nella fase acuta della pandemia, nella vana e cinica speranza di guadagnare briciole di consenso. Quanta tristezza!».