Un grosso squalo di circa 4 o 5 metri di lunghezza è stato avvistato nelle acque di Patti, Messina. A segnalarlo è stato un pescatore, Santino Incognito, mentre era impegnato in una battuta di pesca subacquea. Con tutta probabilità si tratta proprio di uno squalo bianco (Carcharodon carcharias), specie difficile da incontrare nel Mediterraneo ma che certamente si riproduce nei mari siciliani. A confermare il possibile identikit è stato Carmelo Isgrò, direttore del Museo del Mare di Milazzo, che ha raccolto le dichiarazioni del pescatore e, insieme a un ricercatore dell'Università di Catania, ha escluso possa trattarsi di altre specie: «Non ci sono dubbi».
Il racconto e la conferma
«Mi trovavo su un fondale di 25 metri e mi è apparsa una sagoma che saliva dal fondo: non era un tonno, non era una ricciola» ha raccontato Santino Incognito, che poi ha spiegato: «Di squali ne ho visti diverse volte anche qui nel golfo di Patti, ma erano verdesche. Questo aveva una colorazione bianca sulla pancia, bombato, il dorso era grigio-scuro e non bluastro. Era di 4-5 metri, l'ho confrontato con la lunghezza della mia barca, tre metri e mezzo: quando sono salito in barca, mi è passato a due metri. Dalla prua alla poppa ho visto la pinna che avanzava di un altro metro. Non era molto interessato a me».
Carmelo Isgrò ha così commentato il racconto del pescatore: «Nonostante il suo avvistamento sia un evento poco frequente è comunque una specie presente nei nostri mari e le risposte alle domande poste al pescatore non lasciano spazio a dubbi, facendo escludere altre specie. La Guardia Costiera e le autorità competenti sono state informate dell'accaduto. Invito tutti a segnalare ogni eventuale nuovo avvistamento, a essere cauti ma senza far scoppiare inutili o dannose psicosi – ha spiegato Isgrò – ricordiamoci che non è lo squalo il più pericoloso dei predatori del mare (come ci vogliono far credere il cinema e la televisione) ma l'uomo, che ogni anno uccide milioni di questi preziosi ed antichissimi animali».
La brutta fama degli squali è infatti del tutto ingiustificata, gli attacchi all'uomo sono rarissimi e hanno certamente molto più da temere loro che noi.
Gli squali stanno sparendo
Gli squali e le razze di tutto il mondo stanno infatti rapidamente sparendo dai mari, tanto è forte la pressione della pesca su queste specie. Uno studio recente pubblicato su Nature ha stimato un calo delle popolazioni mondiali di oltre il 70% solamente negli ultimi cinquant'anni. Tre quarti di tutte le specie rischiano l'estinzione, non solo per il cosiddetto bycatch, la pesca accidentale nelle reti, ma anche per la persecuzione diretta.
In diverse culture orientali parti di squali, soprattutto le pinne, sono alla base di costose pietanze considerate di lusso o afrodisiache, oppure vengono utilizzate per realizzare fantomatici rimedi medicinali tradizionali senza alcuna proprietà curativa. Lo spinnamento, noto anche come shark finning, avviene sugli animali appena pescati ancora vivi che, privati delle pinne, vengono ributtati in mare sprofondando verso una morte lenta e terribile.
Sappiamo ancora pochissimo sulle popolazioni di squali bianchi nel Mediterraneo, ma è arcinoto che la rimozione dei predatori apicali dagli ecosistemi marini può portare a disastrosi effetti a cascata che si ripercuotono su tutta la catena alimentare. Per questo dobbiamo proteggere con forza questo e tutti gli altri squali che nuotano liberi nelle nostre acque.