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11 Luglio 2022
12:28

Siccità sulla Calvana, i volontari: «Situazione sotto controllo, ma c’è bisogno di aiuto»

La Calvana patisce la siccità e un gruppo di volontari quest'anno non si è fatto trovare impreparato. Se la siccità dovesse continuare, però, potrebbe essere un problema e i volontari avranno bisogno di una mano.

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«Il crinale dei monti della Calvana è sagomato a groppa di cavallo […] Il collo e la testa che si innalzano fieri sino al Monte Maggiore: la sella che l’uomo gli ha gettato addosso, poggia sulla faglia del Passo della Croce, sopra Sofignano». Così Cinzia Bartolozzi e Annalisa Marchi descrivono questa maestosa catena montuosa nel loro "Calvana ritrovata": una grande creatura vivente, dunque, che quest'anno patisce la sete più degli anni precedenti.

La siccità, infatti, come ogni anno bussa alle porte di numerosi ecosistemi presenti sulla Calvana, ma quest'anno i volontari che se ne prendono cura non si sono fatti trovare impreparati. A monitorare l'approvvigionamento idrico dei diversi abbeveratoi presenti sui quei crinali è l'associazione Salvaguardia e Sviluppo Calvana che da anni si adopera per garantire la corretta salvaguardia della biodiversità di quei monti.

«Negli anni precedenti abbiamo provveduto a portare delle cisterne e a realizzare degli impluvi per raccogliere l'acqua piovana – spiega Agnese Santi a Kodami, veterinaria e presidentessa dell'associazione – per cui per ora la situazione è stabile. Se la siccità dovesse prolungarsi ulteriormente, però, ad agosto potrebbe essere un problema».

La "sella" del Calvana corre per 16 chilometri e conduce dagli Appennini fino all’attuale pianura fra Prato e Firenze, un tempo lacustre, poi diventata crocevia di commerci diretti al mare. L'immagine della Calvana che ricalca le forme di un cavallo con i suoi profili non è casuale. Su questi monti è presente una nutrita popolazione di cavalli allo stato brado che, con il loro brucare incessante, sono abili modellatori del paesaggio di alta montagna.

I cavalli della Calvana sono un branco di animali liberi semi-selvatici presenti sul territorio, meravigliosi ma, al contempo, minacciati dai traffici illegali ai fini della macellazione, purtroppo un business ancora molto frequente che Kodami ha già trattato in una intervista a Elisa Boggia, un'esperta della stessa Associazione Salvaguardia e Sviluppo Calvana.

L'importanza naturalistica di questi luoghi ha fatto si che si istituissero diverse aree protette, tra cui un sito di interesse comunitario (SIC), un sito di interesse regionale (SIR) e un complesso forestale che fa parte del Patrimonio Agricolo-Forestale Regionale. Il motivo di tale regime di protezione è presto detto: la salamandrina dagli occhiali (Salamandrina terdigitata) e il raro ululone dal ventre giallo (Bombina variegata) sono solo due esempi della preziosa fauna protetta presente negli ecosistemi palustri e nei fontanili del monte.

«Una volta c'erano i fontanili che curavano i pastori – continua Agnese Santi – da quando sono andati via i fontanili sono stati abbandonati e noi abbiamo ripristinato dei bacini di raccolta dell'acqua e, in questo periodo, più volte a settimana andiamo sulla Calvana per monitorarli». Riguardo alla quantità d'acqua presente sul monte, poi, aggiunge: «quest'anno, proprio come nel 2017, è un'annata particolarmente dura. Speriamo che l'acqua raccolta fino ad ora possa bastare, altrimenti bisognerà organizzarsi per portarne dell'altra».

Quindi il grande "quadrupede montuoso", sebbene abbia sete, ha un gruppo organizzato di volontari pronto a prendersi cura di lui. L'organizzazione e la lungimiranza sono qualità fondamentali per chi deve far fronte a siccità che, nei prossimi anni, interesseranno sempre più stabilmente la regione.  A soffrire la carenza d'acqua, poi, sono soprattutto gli anfibi, estremamente sensibili alle alterazioni dell'habitat in cui vivono.

«Il più grande problema – dice Agnese Santi in merito alla presenza di anfibi protetti fra le montagne – è che non abbiamo un censimento preciso di queste specie dal 2000, motivo per cui, in futuro abbiamo in progetto di monitorare i fontanili per censirne il più possibile».

Tutti questi progetti, però, necessitano volontari, ed è proprio questo quello di cui l'associazione Salvaguardia e Sviluppo Calvana ha bisogno in questo momento. A chi nutre un amore profondo per questo "gigante assetato" e vuole fare qualcosa di concreto Agnese Santi chiede: «c'è molto da fare sulla Calvana perché è un habitat che stiamo perdendo per cui invito chi ama questi luoghi a farsi vivo con la nostra associazione perché abbiamo bisogno di volontari e appassionati».

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