Scegliere di vivere con un Siberian Husky metterà a dura prova la comune concezione che di solito si ha nei confronti dei cani come collaborativi, festosi ed “obbedienti”: lui non è niente di tutto ciò. Il Siberian Husky è un cane nordico e come tale è estremamente indipendente e autonomo: non riesce proprio a sopportare la subordinazione.
socialità
- Rapporto con la famiglia umana3
- Rapporto con altri umani3
- Rapporto con altri cani3
- Rapporto con altri animali in casa0
attività
- Attività fisica3
- Giocosità0
- Ricerca0
- Riporto0
- Guardia0
adattabilità
- Vita in città0
- Adatto come primo cane0
- Adattabilità ai viaggi1
- Tolleranza alle temperature calde3
- Tolleranza alle temperature fredde3
cure e salute
- Cura del pelo1
- Predisposizione alle malattie1
- Attenzione all'alimentazione0
motivazioni
- Epimeletica2
- Affiliativa3
- Comunicativa3
- Et epimeletica1
- Somestesica1
- Sociale3
- Protettiva0
- Territoriale0
- Possessiva0
- Competitiva0
- Perlustrativa3
- Predatoria3
- Sillegica0
- Esplorativa1
- Di ricerca1
- Cinestesica3
- Collaborativa0
Questo cane dai meravigliosi occhi di ghiaccio è un vero e proprio spirito libero che per essere felice ha bisogno di tanto movimento, spazio e comprensione.
Se sarete in grado di capire a fondo quali sono i suoi bisogni, avrete la fortuna di condividere la vita con un compagno fedele e leale.
Origine: Stati Uniti
Standard: N° 270 / 24.01.2000 Gruppo 5: Cani di tipo Spitz e di tipo primitivo Sez. 1 Cani nordici da slitta
Aspetto: Il Siberian Husky è un cane di taglia media, con corpo armonioso e robusto. La testa è proporzionata, con occhi a mandorla marroni, azzurri o di entrambi i colori, il tartufo ben evidente marrone o nero e le orecchie triangolari portate erette. Gli arti sono muscolosi ben in appiombo, la coda a forma di “coda di volpe” è portata alta o a falce. Il pelo è folto di media lunghezza con sottopelo soffice, di tutti i colori dal bianco al nero. Le dimensioni sono di cm. da 53,5 a 60 per i maschi e di cm. da 50,5 a 56 cm. per le femmine; il peso dai 20,5 ai 28 kg per i maschi e dai 15,5 ai 23 kg per le femmine.
Motivazioni: Predatoria, cinestesica, perlustrativa, affiliativa, comunicativa, sociale.
Amante di: Stare all'aria aperta, fare lunghe camminate nella natura, passare il tempo con il suo gruppo familiare.
Alimentazione, cura e mantenimento: Il Siberian Husky è un generalmente robusto e resistente ma, come tutti i cani di razza può soffrire di alcune patologie genetiche e acquisite. Prime fra tutte troviamo le malattie oculari, quali la cataratta, l'atrofia progressiva della retina, la distrofia corneale e il glaucoma ereditario. Può anche presentare patologie articolari come la displasia dell'anca e del gomito, e soffrire di ipotiroidismo. Come sempre si raccomanda di rivolgersi ad allevatori responsabili. Il pelo dell'Husky va spazzolato periodicamente e la sua alimentazione deve essere bilanciata ed equilibrata.
Origine e storia
Si chiama “Siberian Husky”, e quindi – direte voi – la razza è nata in Siberia. Sbagliato! "Husky" è una contrazione della parola "Huskimos", che in pratica è come vecchi marinai inglesi chiamavano gli "Eskimos", cioè gli aborigeni dell’artico. Il Siberian Husky che conosciamo noi, in realtà, è nato dall’altra parte dello Stretto di Bering, in Alaska, quando all’inizio del ‘900 un commerciante russo di nome William Goosak decise di portare in America alcuni cani delle tribù indigene siberiane, e di una in particolare: la tribù dei Ciukci.
Questo popolo di pastori nomadi vive ancora oggi nella regione della Chukotka, una delle più remote della Russia, separata dall’Alaska solo da una striscia di mare. A partire dalla metà del XVII secolo, il potente impero russo cercò di sottometterli con ogni mezzo, ma non ci riuscì perché i Ciukci, pur non avendo armi da fuoco, potevano contare su un alleato formidabile: proprio lui, l’antenato dell’Husky. Con questi cani piombavano negli accampamenti nemici sulle slitte, distruggevano tutto e poi sparivano in pochi minuti.
Nel corso di oltre 3mila anni di convivenza, i Ciukci avevano plasmato il cane da slitta perfetto per le loro esigenze: leggero, velocissimo e soprattutto, super resistente, non tanto per portare carichi pesanti ma per coprire lunghe distanze. Pensate che il suo metabolismo si era adattato alla scarsità di cibo della zona, quindi poteva digiunare anche per due giorni di seguito, continuando a trainare la slitta, senza indebolirsi troppo.
I Ciucki e i loro cani erano quasi un'unica entità: gli animali vivevano a stretto contatto con l'uomo, in condizioni primitive e proibitive, trainando slitte e facendo da vere e proprie stufe nelle giornate più gelide. Una leggenda ciukcia narra che questi cani, alla loro morte, grazie alle virtù e al lavoro dimostrato in vita, diventassero guardiani dell'aldilà proibendo l'entrata a chi li avesse maltrattati.
Come gli attuali Husky, i cani Ciukci avevano il muso affusolato, gli occhi un po’ a mandorla per difendersi dal vento e dai riflessi del sole, le orecchie piccole e rivestite di pelliccia per trattenere il calore e, infine, due strati di pelo: uno più esterno che li proteggeva dalla neve e un sottopelo fitto per impedire all’acqua di bagnare la pelle. Anche la coda era funzionale: bella folta, a "coda di volpe". Serviva da timone e all’occorrenza potevano portarsela davanti al muso per ripararsi dal gelo -in territori dove le temperature scendono fino a -60 gradi.
I cani vennero conosciuti al di fuori del Circolo Polare Artico per la prima volta quando William Goosak partecipò con i suoi cani alla famosa gara "All Alaska Sweepstakes"; con lui c'erano proprio sei Husky che vennero presto definiti dagli altri gareggiatori “siberian rats”, in quanto ben più piccoli degli imponenti cani da slitta utilizzati in America. Ebbene, questi “ratti siberiani” si classificarono terzi lasciando tutti sorpresi.
Dopo questo successo, lo scozzese Fox Maule Ramsey andò in Siberia a recuperare altri 60 esemplari che iscrisse alla gara dell'anno successivo, dove Jhonny Johnson con un team di questi cani arrivò primo battendo ogni record di velocità.
La vera consacrazione del Siberian avvenne nel 1925 con la cosiddetta “corsa del siero”: a Nome scoppiò una grave epidemia di difterite ed alcuni musher, insieme ai loro cani, intrapresero una disperata e forsennata corsa per recuperare il vaccino ad Anchorage e portarlo nella cittadina colpita. Fu un'impresa eccezionale, vennero coperti più di mille chilometri in soli 5 giorni, in condizioni climatiche estreme tipiche dell'inverno artico.
Eroi di questa corsa furono il musher norvegese Seppala con la sua formidabile muta guidata da Togo, che da soli percorsero quasi tutto il tragitto, consegnando all'ultimo staffettista e al cane Balto alla guida della sua muta il siero che arrivò in poche ore a Nome.
Grazie a questa impresa Balto divenne famoso e a New York, a Central Park, fu eretta una statua in suo onore e del coraggio dei cani da slitta, ma è doveroso ricordare che il vero eroe dell'impresa fu Togo che percorse più della metà della maratona, come precisò anche Seppala che allevò entrambi i cani.
In memoria di quella favolosa impresa è stata istituita l'Iditarod, una gara che ripercorre l'itinerario dell'antica “corsa al siero”: è tutt'oggi molto partecipata sia con slitta che a piedi.
La prima e vera selezione di razza fu merito di Elizabeth Ricker, alla quale Seppala cedette molti dei suoi cani, che lei incrociò con gli ultimi esemplari importati dalla Siberia prima della chiusura dei confini sovietici dal mercante Olaf Swenson.
La razza Siberian Husky venne riconosciuta nel 1930 dall'AKC (American Kennel Club) e lo standard definitivo venne pubblicato nel 1932.
Sulla scia delle mode, il Siberian Husky si è diffuso in tutto il mondo. In Italia per esempio ci fu un boom di adozioni negli anni 80, grazie al mitico Armaduk, il Siberian Husky dell'esploratore Ambrogio Fogar, che divenne famoso per le sue spedizioni, tra cui un viaggio in slitta verso il Polo Nord, proprio insieme al suo cane. Anche il successo di serie tv o film, come il Trono di Spade e Twilight, ha fatto crescere la popolarità delle razze nordiche per la loro somiglianza con i lupi. Lo confermano i dati dell’Enci: negli ultimi dieci anni, il numero di Husky registrati in Italia si è più che raddoppiato.
Ma adottare un cane perché va di moda, chiaramente non porta a niente di buono. E infatti, oggi questi cani originari del Polo Nord si incontrano come se niente fosse in città dove si raggiungono tranquillamente i 40 gradi, come Dubai, ma anche Palermo, Napoli. C'è da dire che per fortuna lo strato di pelo più esterno di questa razza – detto anche “di guardia” – funge da isolante e li protegge dal calore -quindi sopportano il caldo un po' meglio di quello che si potrebbe immaginare. Ma il punto non è questo: è che adottando senza criterio, cioè senza conoscere i bisogni specifici del cane in quanto individuo, se ne condannano tanti a una vita di sofferenze. E quindi, conosciamo meglio il nostro Siberian Husky.
Motivazioni (desideri e bisogni)
Tutte le sue motivazioni derivano dalle ancestrali origini: il Siberian Husky è un cane rustico, anticamente abituato ad una vita di fatica e stenti, nelle sconfinate pianure ghiacciate dell'Artide.
Prima tra tutte la motivazione perlustrativa, che insieme a quella cinestesica, muove in lui l'estremo bisogno atavico di percorrere lunghe distanze. Non dimentichiamo che l'Husky è sempre stato impiegato per il traino delle slitte in percorsi da enormi distanze e poco importa se oggi vivono in un paese mediterraneo molto urbanizzato: lui vorrà sempre andare alla scoperta del territorio, che siano montagne, prati, boschi. Legato ad un guinzaglio si sentirà costretto e non vi spaventate se facendo un'escursione sparirà dalla vostra vista, la sua percezione di distanza è completamente diversa dalla nostra, anche se lontano un chilometro, saprà esattamente dove vi trovate.
La motivazione predatoria non è semplice da gestire e nel Siberian Husky è molto elevata e porta il cane a diventare un abile e spietato cacciatore: se trova una preda interessante, che sia un topo che passa ignaro in giardino o un leprotto incrociato per caso nel bosco, non esiterà a catturarla con uno scatto atletico e a compiere la missione con la precisione di un lupo.
Selezionato per vivere in muta, il Siberian Husky ha una motivazione comunicativa molto alta che esprime in modo severo e impeccabile: utilizza posture, vocalizzi e movimenti per spiegare agli altri cani e agli umani le sue intenzioni ma non si preoccupa se il destinatario del messaggio non capisce, in quel caso si limita a rinunciare.
L'Husky ha inoltre altissime motivazioni sociali e affiliative: memore delle sue radici, quando per sopravvivere c'era bisogno dell'aiuto reciproco, ama molto la compagnia degli umani e degli altri cani con cui entra volentieri in relazione, a patto che il rapporto sia alla pari, privo di subordinazione e che si dimostri totale rispetto della natura di questo meraviglioso cane proveniente dal grande nord.
Per rendere felice un Siberian Husky bisogna mettere da parte controllo e ansia: lui vi dà la possibilità di vivere una relazione pura, fatta di fiducia e riscoperta del vero senso di libertà, concetto che gli umani fanno fatica a comprendere e condividere. Il grande boom di adozioni ed il conseguente boom di abbandoni di Husky negli anni '90 né è il triste esempio. Molto spesso questi fieri cani del nord venivano portati in canile perché considerati “testardi” (non tornano facilmente al richiamo, scappano e non accettano di buon grado rigidi comandi). Ma di certo non si può punire uno spirito libero che porta nel cuore la maestosità del luogo dal quale proviene costringendolo, per incapacità umana, a morire dentro una cella.
Aspetto Fisico
Il Siberian Husky è un cane di taglia media, con corporatura robusta ma armoniosa, spesso viene erroneamente scambiato per l'Alaskan Malamute, anch'esso un cane nordico ma dalle dimensioni ben più grandi.
Il corpo è compatto con muscolatura ben sviluppata, la testa di medie dimensioni è proporzionata, con tartufo evidente nero o marrone, le orecchie triangolari a punta, portate erette e i caratteristici occhi a mandorla, che possono essere marrone, ambra o azzurro ghiaccio, molti esemplari possiedono occhi eterocromi, cioè di due colori, uno differente dall'altro o più colori all'interno della stessa iride.
Gli arti sono ben in appiombo e la coda è a forma di “coda di volpe”, portata a falce e alta quando il cane è in movimento.
Il pelo del Husky è di media lunghezza, folto e compatto, con un soffice sottopelo; il mantello può essere di diversi colori, dal bianco al nero passando per il sabbia, l'argento e il grigio scuro, molti esemplari hanno la caratteristica maschera sul muso più scura. Il pelo ricopre uniformemente tutto il corpo per rendere la razza idonea a sopportare le estreme condizioni climatiche dell'Artico.
Le dimensioni sono di cm. da 53,5 a 60 per i maschi e di cm. da 50,5 a 56 cm. per le femmine; il peso dai 20,5 ai 28 kg per i maschi e dai 15,5 ai 23 kg per le femmine.
Cura e salute
Il Siberian Husky è un cane rustico, che gode generalmente di buona salute, essendo un cane di razza però può essere affetto da alcune patologie di origine genetica.
In primis troviamo le malattie che colpiscono gli occhi: la cataratta, l'atrofia progressiva della retina, la distrofia corneale e il glaucoma ereditario, sono tutte patologie che, se non diagnosticate in tempo o si presentano in forme gravi, possono portare a cecità.
La razza può essere soggetta anche alle patologie articolari quali displasia dell'anca e del gomito, malformazioni ereditarie o di natura traumatica che devono essere trattate con terapia farmacologica, fisioterapia e nei casi più gravi tramite intervento chirurgico.
L'Husky può soffrire anche di ipotiroidismo.
Per quanto riguarda la cura del pelo, questo cane deve essere spazzolato periodicamente, soprattutto nel periodo della muta per eliminare il sottopelo in eccesso. Al contrario di quanto si possa immaginare, la razza, oltre alle temperature rigide, sopporta bene anche quelle più calde.
Il Siberian Husky ha bisogno di svolgere molta attività fisica e di un'alimentazione adeguata e ben bilanciata.
Come sempre, nel caso desiderate un esemplare di questa razza, si raccomanda di informarvi bene e trovare allevatori esperti e responsabili, oppure rivolgersi ad un canile o a uno dei tantissimi rescue di razza dove potrete trovare un piccolo lupo che vi aspetta.
Cosa fare con un Siberian Husky
Il Siberian Husky è un cane molto indipendente che ha come prima necessità quella di fare movimento ed esplorare il mondo.
Con lui la cosa più bella che potete fare è camminare: andate in montagna, campagna, bosco, laghi, sentieri, in qualunque luogo ci sia natura e posti da scoprire. È un cane molto resistente capace di percorrere molti chilometri senza battere ciglio, perciò mettete da parte la pigrizia ed organizzate indimenticabili escursioni.
Costruite con il vostro Husky una buona relazione fatta di comprensione, rispetto e fiducia reciproci. Imparate, dove e quando possibile, a lasciarlo andare e a non costringerlo all'eterna schiavitù del guinzaglio. Ci sono lunghine e ottimi GPS che possono venirvi in aiuto per sapere dove si trova il cane e raggiungerlo con tranquillità.
Per molti il concetto di “cane libero” è difficile da accettare ma se decidete di vivere con un cane nordico è necessario che accettiate la sua natura e lo portiate dove è possibile che viva la sua libertà.
Per quanto riguarda il resto, non aspettatevi da un Husky grande entusiasmo nelle altre attività che richiedono molta collaborazione: non è troppo motivato dal cibo né ama rispondere a comandi ed indicazioni, trova tutto ciò inutile e superfluo.
Relazione e contesto ideale
Vivere con un cane nordico è la scelta di uno stile di vita. Il contesto ideale per un Siberian Husky è senz'altro una famiglia giovane, dinamica che ama stare all'aria aperta e ha molto tempo da dedicargli.
L'Husky può vivere insieme anche a bambini e altri cani, a patto che vengano rispettati personalità e carattere di tutti, istruendo i piccoli umani su come comportarsi con il loro compagno a quattrozampe.
Inoltre, per essere felici e fare felice l'Husky bisogna essere persone che non si fanno rapire da comportamenti ansiosi ma sappiano apprezzare il bisogno di libertà che anima il vostro nordico. È importante che la famiglia che vive con lui abbia la possibilità di condividere il più possibile la giornata e che abbia voglia e possibilità di fargli fare molto movimento.
Questo perché è una razza che odia la solitudine e un cane che non sopporta di stare isolato per molto tempo, non esitando a farlo capire con lunghi e profondi ululati. Infatti, parliamo della razza più “chiacchierona” del mondo canino. Ma perché fanno tanta confusione, ve lo siete mai chiesto?
Questo perché geneticamente sono più “vicini” ai lupi di quanto non lo sia la maggior parte delle razze. Lo conferma anche uno studio recente pubblicato sulla rivista Communication Biology: le razze più vicine ai lupi, come l'Husky appunto, sarebbero più inclini a ululare che ad abbaiare, anche se per motivi diversi dai lupi. I lupi ululano per comunicare con il branco, mentre i cani – secondo questo studio – lo farebbero soprattutto quando sono stressati e hanno paura.
Oltre a questo, sui social girano tanti video dove gli Husky sembrano "parlare": ovviamente non è che “parlano” in senso stretto, ma riescono a modulare l'ululato, con gridolini e mugolii, per simulare il suono delle nostre parole. Perché lo fanno? Be', perché si accorgono che ottengono una reazione da parte nostra e magari anche qualcosa di buono da mangiare come "premietto".
Una giornata con un Siberian Husky
È mattina e vi svegliate, il vostro Husky è lì di fianco a voi che si stiracchia pronto a darvi il buongiorno e seguirvi allegro in cucina; non è molto goloso perciò, mentre fate colazione, lui preferisce uscire in giardino a godersi l'aria fresca.
Poco dopo vi preparate e uscite per la passeggiata; avete la fortuna di non vivere in centro città, perciò la camminata è tranquilla tra stradine semivuote e incontri con i vostri amici umani e cani, che il vostro Husky saluta felicemente con delicate posture ed un elegante scodinzolare. Purtroppo a quell'ora non avete molto tempo e siete costretti a tenere il guinzaglio legato alla pettorina, sapete che se lo lasciaste libero, il Siberian Husky prenderebbe immediatamente distanza e impieghereste molto tempo per recuperarlo.
Tornati a casa è ora di andare a lavoro, il cane soffre e si annoia a stare troppo da solo, per questo prima di uscire gli lasciate un masticativo in attesa della dog sitter che arriverà più tardi per portarlo fuori e passare qualche ora con lui.
Nel pomeriggio rientrate e l'Husky vi accoglie gioioso: è il momento di salire in macchina e andare ad esplorare il mondo!
Guidate fino a raggiungere le alture, lì siete certi che potete lasciarlo libero senza pericoli; gli sistemate bene pettorina e GPS e via, lo lasciate andare sul prato, seguendolo a passo svelto. Lui trotta veloce con il vento tra le orecchie e gli odori dell'aperta campagna che gli riempono le narici, libero sulle colline ritrova sé stesso e la sua ancestrale natura e voi siete felici e affascinati guardandolo seguire tracce e addentrarsi tra la vegetazione.
Avete fatto fatica ad accettare che il vostro Siberian Husky si allontanasse così tanto e non tornasse subito al richiamo, ma ora, dopo aver conosciuto a fondo i suoi bisogni siete felici di poterlo rendere un cane appagato.
Dopo un paio d'ore di cammino è giunto il momento di tornare indietro, è già sera e gli altri membri della famiglia vi aspettano. Con un po' di disappunto l'Husky vi raggiunge e sale in macchina.
Arrivati a casa ci si prepara per la cena e poi ci si rilassa di fronte alla TV: anche il piccolo trainatore di slitta finalmente si concede un momento di meritato relax, dormendo sereno in attesa di una nuova avventura.