Domenica 3 e lunedì 4 ottobre non ci saranno solo le elezioni amministrative a tenere banco in Italia. In quella che è una delle Regioni che meno di tutte ha mai lavorato sul fronte dei diritti degli animali, la Calabria, si va alle urne per decidere il nuovo presidente e il Consiglio. È un’elezione anticipata perché il 15 ottobre 2020 la presidente Jole Santelli è venuta a mancare. La pandemia di Covid-19 ha però poi continuamente fatto rinviare la scelta del nuovo governo e adesso ci siamo.
A sfidarsi ci sono Amalia Bruni, neurologa, sostenuta da Partito Socialista Italiano, Europa Verde, Tesoro Calabria, "Amalia Bruni Presidente-La Calabria Sicura" e "Partito Animalista – Democratici Progressisti". Per il centrodestra c’è Roberto Occhiuto, capogruppo di Forza Italia alla Camera, appoggiato da Fratelli d’Italia, Lega, Noi con l'Italia, Udc, Coraggio Italia e da "Forza Azzurri-Occhiuto Presidente". L’ex sostituto procuratore di Catanzaro e attuale sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, è sceso in campo con sei liste: Democrazia Autonomia, De Magistris Presidente, Uniti con de Magistris, "Per la Calabria con de Magistris", "Calabria Resistente e Solidale" e "Un'altra Calabria è possibile". Poi Mario Oliverio, ex presidente della Regione, che ha deciso di candidarsi con una sua lista perché il Pd gli aveva chiesto di non ripresentarsi.
Durante la campagna elettorale nel corso della quale le associazioni animaliste hanno presentato ai candidati due manifesti: uno, quello dei Wwf (‘Vota al posto mio’, firmato da De Magistris), dedicato alla sostenibilità ambientale e al benessere animale e l’altro, quello di Save The Dogs più concentrato sulla lotta al randagismo.
Ma cosa chiedono gli attivisti? L’istituzione del Garante regionale per i diritti degli animali, il censimento semestrale dei cani vaganti, delle colonie feline, dei gatti e dei cani e l’estensione dell’obbligo di microchippatura di tutti gli animali d’affezione. E poi la lotta al bracconaggio, la rete di ambulatori sanitari convenzionati per le attività di sterilizzazione e iscrizione in anagrafe canina e l’accesso obbligatorio delle associazioni di volontariato ai canili calabresi.
La situazione è particolarmente critica in Regione anche perché sono pochi i canili calabresi e già al collasso: in alcune strutture ci sono centinaia di esemplari (anche un migliaio, in qualche caso) che vivono in condizioni complesse. Nel frattempo, a Satriano, è ancora viva il ricordo della tragedia per la morte della giovane Simona Cavallaro, che è stata aggredita quest'estate da un gruppo di cani che si trovavano in un area pic-nic. Su questo caso stanno continuando ad indagare i carabinieri e Kodami ha cercato di ricostruire la storia analizzandone le ragioni e le cause che potrebbero aver spinto gli animali ad accanirsi contro la ragazza. Una situazione che ha lasciato senza parole anche diversi specialisti e associazioni animaliste per la sua rarità.
La Calabria, insieme alla Sicilia, è tra le Regioni “N.P”, cioè “Non pervenute”. Questa è la sigla che appare nei dati sul randagismo del Ministero della Salute. Una maglia nera indecorosa. Nel 2019, invece, si sono contati 2.874 ingressi nei canili sanitari, 2.540 nei canili rifugio e 873 sono stati quelli adottati. Nessun gatto, invece, è stato sterilizzato.