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20 Marzo 2024
10:50

Si può pignorare un cane?

I cani nel nostro ordinamento sono parificati a degli oggetti, beni mobili, e come tali in qualche caso possono essere pignorati. Tutto dipende però dalla singola fattispecie: sono pignorabili, ad esempio, i cani degli allevamenti, ma non quelli di famiglia. Vediamo quindi nello specifico in quali casi è possibile pignorare un cane.

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Articolo a cura dell' Avvocato Salvatore Cappai
Civilista, esperto in diritto degli animali
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Di recente hanno fatto molto discutere casi – divenuti anche mediatici – in cui dei cani di razza sono stati pignorati e poi battuti all'asta come degli oggetti qualunque, al pari di una scrivania o di altri elementi d'arredo, al fine di ricavare qualche centinaia o persino solo qualche decina di euro. In un ordinamento come questo è quindi lecito chiedersi: i cani possono essere pignorati? La risposta è: dipende.

Dipende dalle specificità del singolo caso concreto; infatti, se è vero che la nostra legge a partire dal febbraio del 2016 prevede una generale impignorabilità degli animali domestici, è anche vero che questa non riguarda tutti i cani e tutti gli animali, bensì esclusivamente quelli «tenuti presso la casa del debitore o negli altri luoghi a lui appartenenti, senza fini produttivi, alimentari o commerciali».

Cos'è un cane per la nostra legge?

Nonostante negli ultimi trent'anni la normativa in materia di "diritti degli animali" abbia fatto enormi passi avanti, il nostro diritto civile considera ancora un cane, e ogni altro animale, alla stregua di un oggetto. Un cane, infatti, per la legge non è altro che un «bene mobile» (di cui all'articolo 812, comma 3, del Codice civile) e come tale viene trattato.

Un cane può essere venduto, regalato o può essere anche ereditato. Il trasferimento di proprietà – trattandosi di bene mobile non registrato – avviene senza la necessità di particolari forme; ciò che rileva è che intervenga il consenso tra le parti legittimamente manifestato. Il venditore dimostra, anche solo oralmente, la volontà di cedere il cane e l'acquirente quella di comprarlo; anche solo in tal modo la proprietà risulta trasferita. In quanto bene mobile (e di consumo), poi, alla vendita di un cane si applicano, tra le altre, le norme riguardanti il diritto di recesso o quelle sui vizi della cosa venduta.

Ciò detto, va però anche evidenziato come la normativa e la giurisprudenza – spinte dalla sensibilità sociale in continua evoluzione – soprattutto ultimamente stiano trattando gli animali (solo quelli domestici per la verità) come degli oggetti un po' speciali. Per fare un semplice esempio chiarificatore: in caso di separazione dei coniugi e dei conviventi i cani di famiglia non vengono più assegnati esclusivamente a coloro che nella coppia risultino esserne i formali proprietari.

I giudici, per la custodia degli stessi, hanno iniziato ad utilizzare le regole e i principi che trovano oramai costante applicazione in caso di affidamento dei figli minorenni. Vengono quindi stabiliti dei turni di gestione e una equa suddivisione delle spese per l'alimentazione, le cure, ecc… Anche con riguardo alla tematica oggetto di questo approfondimento, come si vedrà nel paragrafo che segue, la legge ha iniziato a considerare i cani, e gli animali d'affezione in generale, come beni mobili molto particolari; beni da trattare, a seconda dei casi, in maniera differente da un tavolo, da una sedia, da un cellulare.

Il pignoramento dei cani e degli animali domestici

Il pignoramento è l'atto con cui ha inizio l'espropriazione forzata di uno o più beni (mobili o immobili) del debitore. L'ufficiale giudiziario ordina al debitore di astenersi da ogni atto diretto a sottrarre alla garanzia del credito i beni a esso assoggettati e i frutti di essi, con l'avvertimento che qualsiasi atto in tal senso sarà invalido. Per dirla in parole ancora più semplici: colui che vanta un credito può – avendo un titolo esecutivo e passando per delle specifiche procedure – pignorare uno o più beni del debitore, i quali serviranno alla soddisfazione totale o parziale del credito. La domanda che ci poniamo qui è se anche un cane possa essere pignorato e messo all'asta.

Ebbene, sino ai primi mesi del 2016 la risposta sarebbe stata un semplice sì. Qualsiasi cane, e ogni altro animale domestico, infatti, poteva tranquillamente essere pignorato. Molto è cambiato con l'entrata in vigore nel febbraio 2016 della legge 28 dicembre 2015, n. 221, la quale ha previsto una modifica assai importante all'art. 514 del Codice di procedura civile.

Questa norma elencava e tutt'ora elenca quelle che sono le cose mobili assolutamente impignorabili. Tra esse rientrano, per citarne solo alcune: l'anello nuziale, i vestiti, la biancheria, i letti, i tavoli per la consumazione dei pasti con le relative sedie, gli armadi guardaroba, i cassettoni, il frigorifero, le stufe ed i fornelli di cucina anche se a gas o elettrici, la lavatrice (…). Sino alla citata novella, non rientrava tra i beni impignorabili alcun animale. La legge in esame invece ha stabilito che tra le cose assolutamente impignorabili vi sono:

  • «Gli animali di affezione o da compagnia tenuti presso la casa del debitore o negli altri luoghi a lui appartenenti, senza fini produttivi, alimentari o commerciali»;
  • «gli animali impiegati ai fini terapeutici o di assistenza del debitore, del coniuge, del convivente o dei figli».

Parlando di cani, quindi, dal testo dell'articolo in discorso si può facilmente evincere che:

  • non è pignorabile il cane di famiglia che con questa convive;
  • non è pignorabile un cane che viene impiegato per la pet therapy;
  • è invece ancora pignorabile il cane di un allevamento destinato alla vendita, perché sussiste il fine commerciale.

* Per questo articolo, trattandosi di aspetti tecnici inerenti la proprietà, si è dovuto derogare alla scelta – in cui Kodami crede fortemente – di non fare mai utilizzo dei termini “proprietario” di animali, o peggio ancora “padrone”, i quali possono essere sostituiti, ad esempio, da un maggiormente etico “pet mate”.

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Salvatore Cappai
Avvocato
Avvocato con la passione per la divulgazione. Mi occupo di diritto civile, con particolare riguardo ai campi della responsabilità civile, dell’assistenza alle imprese e del “diritto degli animali”. Mi sono avvicinato a quest’ultima materia circa dieci anni fa, quando ho incontrato Gaia, la mia cagnolina, che ha stravolto la mia visione sul mondo degli animali e sulla vita assieme a loro. La mia community social, nella quale da anni informo con semplicità su tematiche giuridiche, conta oltre 350.000 iscritti.
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