Anche se gran parte dei pet mate vorrebbe poter trascorrere le proprie giornate in compagnia dei propri animali domestici, non sempre ciò risulta possibile. Esigenze di famiglia, impegni di lavoro o motivi di salute sono solo alcune delle ragioni per le quali occorre organizzarsi in maniera differente. Ci si chiede dunque se sia possibile lasciare il proprio animale in custodia ad altre persone.
La risposta è, come facilmente intuibile, affermativa, anche se con delle eccezioni. Infatti, come previsto dalla normativa vigente, il custode deve necessariamente essere una persona esperta ed in grado di occuparsi dell'animale, tenendo in debito conto delle qualità specifiche dello stesso. In particolari casi (eccezionali), inoltre, la legge stabilisce delle espresse esclusioni (si pensi al divieto di custodia di cani dichiarati pericolosi per i minori di età).
Cosa prevede la normativa in merito all'affidamento in custodia di un animale?
Chi decide di assumere la custodia di un animale in luogo del suo proprietario assume un impegno importante e si fa carico di altrettanto serie responsabilità. Questo sia che lo faccia per mestiere (come un pet sitter) sia che lo faccia a titolo gratuito e di cortesia (come un vicino di casa o un parente). Il custode temporaneo, al pari del pet mate, deve infatti rispettare la normativa inerente la gestione dell'animale, deve occuparsi del suo benessere e deve anche evitare che lo stesso causi danni a terzi.
In quest'ultima evenienza, infatti, rischia di andare incontro a responsabilità di natura civile e anche penale. Facciamo il più comune esempio – quantomeno per frequenza – dell'aggressione da parte di un cane nei confronti di una persona; ecco, anche il classico lieve morso su un polpaccio può esporre il detentore momentaneo ad un processo penale per lesioni personali colpose e alla possibilità di dover risarcire il pregiudizio subito dalla vittima.
Se gravoso è l'impegno del custode, altrettanto seria deve essere la valutazione effettuata dal pet mate in ordine alla scelta di questi. Tale soggetto deve infatti possedere l'esperienza e le capacità (fisiche e psichiche) per poter svolgere il compito assegnatogli. Con specifico riguardo ai cani l'ordinanza del Ministero della Salute del 6 agosto 2013 (Ordinanza contingibile ed urgente concernente la tutela dell'incolumità pubblica dall'aggressione dei cani), dopo aver stabilito che "il proprietario di un cane è sempre responsabile del benessere, del controllo e della conduzione dell’animale e risponde, sia civilmente che penalmente, dei danni o lesioni a persone, animali o cose provocati dall’animale stesso", precisa anche come al medesimo sia fatto obbligo di "affidare il cane a persone in grado di gestirlo correttamente".
L'adeguatezza in discorso va parametrata alla difficoltà concreta e quindi alla specie e alle caratteristiche individuali dell'animale ma anche quelle della persona del custode. Una cosa è infatti occuparsi di un pesciolino rosso all'interno di un piccolo acquario, ben altra custodire un cane di grossa taglia. Così come un conto è affidare un cane possente ed esuberante ad una persona in salute e di mezza età, un altro è lasciarlo ad un bambino o ad un anziano con difficoltà nella deambulazione.
In via generale, la legge statale non si occupa di individuare specificamente quali soggetti possano o non possano detenere (anche solo temporaneamente) un animale, così come non individua un'età precisa a partire dalla quale se ne può accudire uno. Vi sono dei casi che fanno eccezione: ad esempio, la sopra citata ordinanza del Ministero della Salute prevede il divieto di possesso o detenzione per dei cani iscritti nei registri di quelli ad elevata pericolosità di aggressione (perché già autori di episodi di questa natura) "ai delinquenti abituali o per tendenza; a chi è sottoposto a misure di prevenzione personale o a misura di sicurezza personale; a chiunque abbia riportato condanna, anche non definitiva, per delitto non colposo contro la persona o contro il patrimonio, punibile con la reclusione superiore a due anni; a chiunque abbia riportato condanna, anche non definitiva o decreto penale di condanna, per i reati di cui agli articoli 727, 544 -ter, 544 -quater , 544-quinques del codice penale, per quelli previsti dall’articolo 2 della legge 20 luglio 2004, n. 189, e dall’articolo 4 della legge 4 novembre 2010, n. 201; ai minori di 18 anni, agli interdetti e agli inabili per infermità di mente".
Diversamente da quella nazionale, la normativa locale entra sovente in maggiore dettaglio ed in molti casi individua anche un'età minima per poter custodire degli animali (solitamente si parla di cani e, in particolare, cani di grossa taglia). Basti pensare che in taluni comuni, per ordinanza sindacale, non è possibile condurre un cane sulla strada se non si sono compiuti 18 anni. Si trovano sul web numerosi articoli riguardanti sanzioni comminate per la violazione di tali limiti.
Cosa rischia chi affida il proprio animale a una persona non idonea?
Oltre alle sanzioni amministrative appena richiamate, comminate per la violazione di ordinanze sindacali, chi affida il proprio animale a persona non idonea commette un ulteriore illecito, ovvero quello di "omessa custodia e mal governo di animali" previsto dall'articolo 672 del codice penale, ma oramai depenalizzato.
Detta norma stabilisce che: "chiunque lascia liberi, o non custodisce con le debite cautele, animali pericolosi da lui posseduti, o ne affida la custodia a persona inesperta, è punito con la sanzione amministrativa da euro 25 a euro 258. Alla stessa sanzione soggiace:
- chi, in luoghi aperti, abbandona a se stessi animali da tiro, da soma o da corsa, o li lascia comunque senza custodia, anche se non siano disciolti, o li attacca o conduce in modo da esporre a pericolo l'incolumità pubblica, ovvero li affida a persona inesperta;
- chi aizza o spaventa animali, in modo da mettere in pericolo l'incolumità delle persone".