In queste ore sta circolando molto sui social un video che ritrae un ragazzo che finge di essere triste per osservare e filmare la reazione degli animali, in particolare quella dei bovini. Il ragazzo si chiama Christian Bucholz, vive in una zona rurale nel Paraná occidentale, in Brasile, ed è uno studente di Medicina veterinaria della Pontificia Università Cattolica del Paraná. Il suo video diventato virale su TikTok è stato interpretato come una prova tangibile di quanto siano sensibili ed empatici gli animali, che si sarebbero avvicinati a lui esclusivamente per confortarlo. Ma è davvero così?
Ne abbiamo parlato con Federica Pirrone, etologa e membro del comitato scientifico di Kodami. «Da questo video in realtà si può dire molto poco. Non può certamente essere utilizzato per misurare le reazioni degli animali alla supposta tristezza della persona per svariati motivi -spiega l'esperta – Quello che invece vediamo è la reazione di cani e bovini alla presenza di una persona. I soggetti di entrambe le specie la esplorano, ma ai cani basta poco e si disinteressano in fretta, mentre i bovini sono più incuriositi e questa curiosità persiste più a lungo. Questa, ossia un'analisi strutturale di ciò che si vede, è l'unica operazione che si possa realizzare da questo video. Non ci sono info o dati che consentano di trarre altre interpretazioni».
Senza ulteriori informazioni, dati e controprove è quindi impossibile andare oltre la semplice descrizione di ciò che si vede, ossia la curiosità verso una persona che tra l'altro assume una postura sicuramente insolita per gli animali. «Il campione è troppo scarso, non ci sono esperimenti di controllo (per esempio la stessa persona con postura neutra) o di confronto con altre persone e che tengano in considerazione ulteriori variabili, per esempio il livello di familiarità degli animali o l'esperienza con quel tipo di postura umana», sottolinea Federica Pirrone.
Tuttavia, questo non significa che gli altri animali non siano in grado di provare empatia o addirittura "leggere" lo stato d'animo delle persone. Chiunque viva con un cane ha avuto almeno una volta la percezione che potesse capire quando ci sentiamo male. Secoli di coevoluzione hanno permesso ai cani di sviluppare la capacità di rispondere in modo appropriato ai gesti comunicativi umani e alle nostre espressioni facciali. Grazie a questa abilità, riescono a trarre informazioni anche sulle nostre emozioni, con cui hanno molta familiarità. «I cani, soprattutto, comprendono noi e, verosimilmente, le nostre emozioni aiutandosi anche con la mimica facciale che dalle immagine disponibili di questo video, tra l'altro, non possono osservare», conclude Federica Pirrone.
Del resto, anche le stesse mucche, animali estremamente sociali, possono dire la loro in quanto a comunicazione con gli esseri umani. Uno studio del 2020 pubblicato su Frontiers in Psychology, suggerisce infatti che i bovini, oltre a essere sensibili alle voci umane, preferiscono di gran lunga le interazioni faccia a faccia rispetto alle semplici registrazioni audio delle nostre voci. I risultati della ricerca sono chiari: parlare con le mucche accarezzandole dal vivo ha un effetto molto più piacevole e rilassante per l'umore e lo stato d'animo degli animali.