Viminale e Ispra dicono ok allo spray anti orso. Lo ha fatto sapere oggi il ministro dell'Ambiente Pichetto Fratin durante il question time alla Camera rispondendo a un'interrogazione di Fratelli d'Italia.
«Durante le riunioni del Tavolo – ha detto il Ministro – è emersa la richiesta di dotare gli operatori di pubblica sicurezza, così come avviene in altri Paesi, di dispositivi di difesa quali gli spray antiaggressione a principio attivo naturale». È proprio su questo aspetto che il ministero dell’Interno e Ispra hanno «espresso parere favorevole per quanto di competenza limitatamente al personale con compiti di sorveglianza territoriale in aree di presenza dell’orso bruno. Abbiamo avviato in tal senso un confronto per l’adozione del prescritto Regolamento».
Si tratta della prima misura per «garantire l'incolumità di tutti i cittadini e la convivenza con gli animali selvatici», ma non è l'unica novità emersa durante l'intervento del forzista Pichetto Fratin. La prima decade di maggio è stata infatti individuata come orizzonte temporale per effettuare una ricognizione normativa nazionale e comunitaria, e successivamente proporre alle autorità politiche competenti le misure relative ai plantigradi della provincia trentina. «La task force del Ministero – ha aggiunto il titolare del dicastero dell'Ambiente – in accordo con le indicazioni fornite dalle associazioni, si è resa disponibile all’elaborazione di un piano strategico che definisca la gestione dei plantigradi, e in generale, la convivenza con gli animali selvatici, attraverso le necessarie valutazioni scientifiche, e in conformità al quadro normativo vigente, che riconosce all’orso una forma di protezione particolare in base alla direttiva Habitat».
A questo scopo nella giornata di ieri sono intervenute al tavolo di confronto anche 5 associazioni di tutela animale in prima fila per la vicenda di JJ4, l'orsa Gaia, responsabile della morte del 26enne Andrea Papi, trovato senza vita nei boschi sopra Caldes.
Il ministro Fratin ha poi aggiunto di voler iniziare le interlocuzioni diplomatiche «volte a vagliare un eventuale ricollocamento di plantigradi del Trentino», ritenuti in sovranumero. In realtà, come aveva spiegato a Kodami il professore professore di Zoologia della Sapienza di Roma ed esperto di orsi, Luigi Boitani, il trasferimento in massa degli orsi è un progetto pressoché irrealizzabile.
«È illogico pensare alla cattura e allo spostamento degli animali come a possibili soluzioni – aveva detto Boitani senza mezzi termini – Innanzitutto l'orso non è una specie a rischio d'estinzione, nessun paese fuori d'Italia li accetterebbe. Dire di allontanarli è quindi fuorviante. Gli unici che potrebbero acconsentire, oltre agli zoo, sono coloro che si occupano di organizzare battute di caccia illegali».
Se il trasferimento dei 70 orsi più volte evocato dal presidente della Provincia autonoma Maurizio Fugatti non è ritenuto fattibile, quello di Gaia potrebbe essere invece molto vicino. L’Ispra infatti ha dato parere positivo sulla proposta di sposare l’orsa ritenuta in uno dei rifugi identificati dalla Lav e Pichetto Fratin si è detto d’accordo.
D'accordo a non uccidere l'animale è anche il 64% degli italiani secondo il sondaggio condotto da Swg. Per quasi un italiano su 3, secondo il report dell'istituto, la colpa è dell'uomo che ha sbagliato a reintrodurre sulle Alpi orsi e lupi, e non del singolo individuo.
La sorte di Gaia però resta nelle mani del Tar che a maggio si pronuncerà sull'abbattimento o sul trasferimento.