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9 Ottobre 2024
18:18

Sì all’abbattimenti di quasi ​​500 cervi in Abruzzo: il Tar respinge la richiesta di sospensiva

Il Tar ha respinto la richiesta di sospensiva. Il 14 ottobre quasi 500 cervi in Abruzzo potranno essere abbattuti dai cacciatori. Le associazioni di tutela animale minacciano di portare la questione davanti al Consiglio di Stato.

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Il Tar ha respinto la richiesta di sospensiva presentata dalle associazioni di tutela animale per evitare l'abbattimento di quasi 500 cervi in Abruzzo. Questa mattina si è svolta davanti al Tar Abruzzo l’udienza sul ricorso amministrativo presentato da LAV, LNDC Animal Protection e WWF Italia contro la delibera della Giunta abruzzese che consentirà la caccia al cervo in due zone della provincia dell'Aquila. Con ordinanza il giiudice ha respinto la domanda di tutela cautelare e la richiesta delle Associazioni.

«Con profonda delusione prendiamo atto del pronunciamento del Tar – commentano le Associazioni – In questi mesi si è atteso invano un confronto sia tecnico sia politico con l’amministrazione regionale che oggi si assume la responsabilità di aver reso cacciabile il Cervo in Abruzzo».

Ora il destino dei 469 cervi in Abruzzo è segnato, dal 14 ottobre potranno essere uccisi dai cacciatori. La campagna svolta dalle associazioni in questi due mesi ha coinvolto migliaia di cittadini, più di 134.000 le firme sulla petizione on line, 60 mila i cittadini che hanno scritto direttamente al Ministro dell'Ambiente e anche al presidente abruzzese Marco Marsilio per chiedere lo stop alla caccia. Tante le personalità del mondo della cultura e dello spettacolo e le cooperative del turismo naturalistico che si sono unite all’appello per salvare i cervi, ma nulla ha potuto far tornare la giunta Marsilio sui suoi passi. E nemmeno il pronunciamento del TAR di oggi sospende la delibera regionale.

La Regione può ancora tornare sui suoi passi, ma finora questa volontà non è emersa. La decisione di abbattere gli ungulati è nata in seno alla giunta regionale allo scopo di mitigare i danni all’agricoltura e gli incidenti stradali imputati ai cervi. Argomenti che le associazioni hanno «smontato – dati alla mano – nel corso delle audizioni in 3° Commissione Consiliare». Secondo gli attivisti, l'intento della Regione non era realizzare un piano di contenimento di animali che causano danni, ma un piano venatorio, di caccia di selezione. «Si dimostra così il primario interesse della Regione: soddisfare le richieste dei cacciatori che vogliono svolgere quella che la Legge nazionale considera un’attività ludico-sportiva e che comporterà un vero e proprio massacro dei cervi in Abruzzo», denunciano LAV, LNDC Animal Protection e WWF Italia.

«Ora – concludono le associazioni – stiamo valutando se ricorrere al Consiglio di Stato, non possiamo tollerare che gli animali possano essere consegnati al piombo dei cacciatori. Intanto ringraziamo tutte le persone che ci hanno sostenuto in questa campagna in difesa del Cervo in Abruzzo, invitandole a continuare a seguire le iniziative che proveremo a mettere in atto e coltivare ogni giorno l’impegno in difesa della natura».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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