È stata trovata senza vita con un sacco nero dell'immondizia in testa e un colpo d'arma da fuoco nel cranio. Così è morta Shila, cane, amica e alleata di Eleonora Paganucci di DifesAttiva, associazione che promuove la collaborazione tra cani e allevatori per proteggere le greggi dai predatori.
Per l'associazione, Shila è stata «giustiziata con un gesto vile». Aveva 7 anni e da sempre viveva e lavorava al fianco della sua famiglia che, disperata, ha chiesto alle autorità di indagare su quella che sicuramente non è una morte naturale: «Non ci vogliamo fermare, non vogliamo ascoltare le voci di sottofondo "ma che vuoi era solo un cane". Chi lo dice, non capisce che c'è molto di più. Uccidere intenzionalmente, mettere un sacco nero in testa e buttare il corpo dove le telecamere non potevano riprendere. Non ci sembra di chiedere tanto o dobbiamo aspettare altro prima di intervenire?».
Le immagini di Shila, abbandonata in un fosso in provincia di Grosseto con un sacco nero sulla testa, stanno facendo il giro del web ma non le troverete su Kodami per una precisa scelta editoriale: abbiamo deciso di non pubblicarle per non mostrare atti di violenza e sopruso nei confronti di un essere vivente.
Sono foto che hanno catturato la brutalità del gesto di cui è stata vittima Shila e anche l'azienda agricola in cui viveva, come spiega il Wwf annunciando un esposto alla Procura di Grosseto: «Il corpo del cane è stato abbandonato nelle vicinanze dell’azienda agricola, un gesto che porta con sé un chiaro messaggio di intimidazione».
Francesca Barzagli, presidente di DifesAttiva, raggiunta da Kodami aggiunge: «Le modalità con cui è stato fatto ritrovare il corso parlano chiaro: un colpo d'arma da fuoco che non sembra esploso da un fucile e l'animale abbandonato con il sacchetto in testa a 100 metri dall'abitazione. Il fine era chiaramente che l'animale venisse trovato in quel modo».
L'uccisione di Shila va a colpire il mondo dei cani da guardiania e delle loro famiglie, come ha sottolineato il Wwf: «Realtà come DifesAttiva dimostrano da anni che la convivenza tra le comunità umane e i grandi predatori, come i lupi, è possibile attraverso il corretto uso degli strumenti di prevenzione più adeguati al contesto specifico, senza ricorrere a metodi violenti o al terrorismo psicologico».
I cani da guardiania possono rappresentare infatti un efficace aiuto per i pastori del settore zootecnico e, inoltre, ricordano che l'incontro tra le due specie non è sempre cruento, anzi: nella maggior parte dei casi, cani e lupi raggiungono un livello di conoscenza reciproca che porta a reagire in maniera adeguata ai singoli individui che si affrontano.
Questo era il compito di Shila, il Pastore Maremmano ucciso, che come molti suoi simili trova la propria motivazione di vita nello stretto contatto con il suo umano di riferimento. Lo chiarisce l'educatore cinofilo e membro del comitato scientifico di Kodami, Luca Spennacchio, in un video dedicato proprio a questa razza.
Nonostante il ruolo fondamentale di questi cani, vengono ancora spesso maltrattati sia dalle persone, allevatori e non, che li considerano un mero strumento, e non compagni di vita e di lavoro che possono aiutare a mitigare il conflitto con i selvatici. «Assistiamo, purtroppo, a una crescente criminalizzazione della fauna selvatica e a continue strumentalizzazioni della politica, che invece di supportare gli allevatori nell’adozione di strumenti di prevenzione efficaci e di arginare allarmismi e falsità diffuse spesso con malafede, continua ad ascoltare solo chi, ritenendo che le fucilate siano l’unica soluzione, contribuisce ad alimentare il conflitto invece di proporre soluzioni realmente efficaci per risolverlo. È invece urgente diffondere corrette conoscenze e promuovere il ricorso a misure di prevenzione, sostenendo esempi virtuosi come quello di DifesAttiva», concludono dal Wwf.