Dopo due anni di indagini, finalmente un orribile traffico di cuccioli di Bouledogue francese, falsamente spacciati da un rivenditore veronese come provenienti da un suo allevamento in Romania risultato invece “fantasma”, è stato sgominato dai Carabinieri Forestali del CITES di Venezia con la collaborazione del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Verona, sotto la direzione e il coordinamento della Procura di Verona.
I trafficanti commercializzavano i cagnolini senza averne nessuna cura ma solo per ricavarne il maggior guadagno e lo spostamento degli animali dalla Romania all’Italia avveniva grazie alla falsificazione dei documenti obbligatori che dovevano accompagnarli, compresi i Pet Passport realizzati da un veterinario compiacente.
Quattro le persone rinviate a giudizio con l’accusa di aver violato in maniera dolosa la legge 201/2010 (ex art.4) che disciplina il commercio di animali d’affezione e, allo stesso tempo, infrangendo da un lato le «leggi comunitarie e nazionali sul trasporto ed il benessere degli animali (ex artt. 544 bis e 544 ter c.p.), dall'altro commettendo svariati delitti di falso, esercizio abusivo della professione medico/veterinaria e truffa nella cessione dei cani».
L’operazione ha avuto inizio nel luglio 2020 dopo che una cittadina si era rivolta al Nucleo CC CITES di Venezia per denunciare di aver acquistato un cane su un sito di annunci on line e di essere stata truffata perché anziché ricevere un Bouledogue francese aveva ricevuto un cane non corrispondente alla specie dichiarata e alla foto pubblicata.
Dopo alcuni controlli i Carabinieri Forestali sono arrivati all’abitazione dell’uomo residente a Verona che aveva pubblicato l’annuncio di vendita. All'interno sono stati scoperti non solo passaporti di emissione rumena non ancora utilizzati ma anche farmaci veterinari, oltre a siringhe con microchip pronte per l’inoculazione ai cuccioli sopravvissuti al viaggio dalla Romania. Alla conclusione delle indagini, la Procura di Verona ha disposto il rinvio a giudizio per tutte le persone coinvolte.
I finti annunci di persone che si fingono allevatori certificati e dichiarano di voler regalare o vendere a prezzo stracciato dei cuccioli di razza sono sempre più frequenti e questo succede perché vendere animali online non è vietato e al momento non esiste nessuna legge che impedisce di farlo.
Legge che esiste, però, se si parla di traffico di animali, rappresentando questo uno dei fenomeni zoomafiosi più preoccupanti: nei Paesi dell’Unione Europea vengono “movimentati” circa 46 mila cani e solo nella metà dei casi è possibile individuarne la tracciabilità, cioè ricostruire il percorso che li ha portati dalla nascita al destinatario: il resto diventa profitto per il mercato clandestino.
La moda del cucciolo di razza rappresenta per malavitosi e truffatori un giro d’affari milionario e la tratta di cani, soprattutto dai Paesi dell’Est, si conferma uno dei business più redditizi che coinvolge migliaia di cuccioli ogni anno che vengono prima allevati i condizioni pietose e poi stipati in furgoni e bagagliai e trasportati per distanze enormi, rischiando di contrarre malattie trasmissibili o di esserne già portatori. E uno dei canali più utilizzati per venderli è rappresentato proprio dal commercio su Internet dove i truffatori utilizzano svariati siti per pubblicare gli annunci di vendita, cambiando frequentemente nome.
Non smetteremo mai di dire quanto sia più etico decidere di adottare un animale piuttosto che acquistarlo, ma senza entrare nelle decisioni personali di nessuno, possiamo però dire senza timore di sbagliare quanto sia pericoloso acquistarlo online. Sicuramente per la truffa di cui si cade vittime, ma soprattutto perché di mezzo c'è un animale, cosa da non dimenticare mai visto che la persona che spende per avere un "finto" cane di razza, ha contribuito soltanto a far arricchire persone e organizzazioni criminali che sugli animali ci speculano causando loro di molteplici sofferenze.