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30 Ottobre 2023
16:22

Sfruttato per i cortei nuziali in India, l’elefante Rama è in salvo: aveva la schiena spezzata dal peso

Emaciato e disidratato è arrivato nell'ospedale per elefanti del Wildlife Sos con le catene chiodate alle zampe e le orecchie ferite dai punteruoli usati per dominarli. Ora è in cura presso la struttura che ha provveduto a stabilizzarlo. Ma sono migliaia gli elefanti che continuano ad essere sfruttati per le processioni tradizionali tra cui i matrimoni.

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Giornalista
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Vent’anni almeno di cattività, trasportando i festeggiati nei cortei di matrimonio, pesantemente decorato a festa e schiacciato dal peso del baldacchino sui cui siedono sposi o invitati. Talmente schiacciato che la sua schiena si è inarcata e la sua spina dorsale fratturata in più punti. È stata la triste realtà della vita di Rama, elefante senza zanne di circa 25 anni, fino a quando l'uomo che lo sfruttava ha deciso di contattare il dipartimento forestale indiano che lo ha affidato per cure immediate a Wildlife Sos, un’organizzazione nata nel 1995 a Nuova Delhi per proteggere la fauna selvatica dell’India.

«Le condizioni di questo elefante sottolineano l’urgenza di fornire cure veterinarie intensive a lungo termine agli elefanti utilizzati per l’accattonaggio e nelle processioni», spiega Kartick Satyanarayan, CEO e co-fondatore di Wildlife SOS che evidenzia anche l’urgente necessità di implementare ispezioni semestrali obbligatorie e certificati sanitari veterinari per gli elefanti in cattività.

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La radiografia delle spina dorsale di Rama gravemente danneggiata dal peso che è stato costretto a portare per decenni (credits:@WiildlifeSos)

Le condizioni di Rama erano apparse subito in tutta la loro drammaticità non appena arrivato al Wildlife SOS Elephant Hospital Campus. «La condizione fisica dell'elefante è caratterizzata da estrema emaciazione e disidratazione, opacità corneale in entrambi gli occhi, incisioni sulle orecchie derivanti dall'uso di uncini e molteplici ferite settiche persistenti attribuite all'applicazione di chiodi zoppicanti – spiega il dottor Ilayaraja, vicedirettore dei servizi veterinari dell’organizzazione. – Le analisi degli arti posteriori e anteriori del pachiderma hanno rivelato gonfiore generalizzato, ascessi cronici e unghie troppo cresciute su tutti e quattro gli arti. Costretto a trasportare carichi pesanti, il giovane elefante ha riportato fratture multiple alla spina dorsale, come confermato da un referto radiografico».

Un quadro clinico preoccupante a cui Rama, di temperamento vivace, sta cercando di rispondere con energia.

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Il veterinario del Wildlife Sos mentre esegue la radiografia della schiena di Rama (credist:@WildlifeSos)

L’elefante si trova ora sotto la supervisione del team veterinario dell’organizzazione che sta gestendo le sue cure: riposo, idratazione e farmaci per via orale per alleviare il suo dolore e accelerare la sua guarigione.

«Le condizioni dell'elefante hanno richiesto un'attenzione immediata e completa per ridurre al minimo le possibilità di qualsiasi prognosi sfavorevole – ha spiegato il dottor S Ilayaraja. – Come misura preliminare all’elefante è stata fornita l’idratazione essenziale attraverso la fornitura di acqua e sale. Inoltre, l’elefante sta ricevendo integratori orali volti ad alleviare il dolore e il disagio. Questi passaggi iniziali fanno parte di una strategia più ampia per facilitare il processo di guarigione e garantire il benessere dell’animale».

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Le zampe di Rama a cui sono state rimosse e catene (credits:WildlifeSos)

La storia di Rama, la sua debilitazione e i gravi deficit alla schiena che la sua condizione fisica evidenzia, sono la prova di quanto sia sbagliata l’idea secondo cui gli elefanti possono sopportare carichi pesanti senza subire danni. «Gli elefanti utilizzati per l'accattonaggio o per l'intrattenimento sono spesso legati con selle pesanti che ne alterano l'andatura, infliggono dolore e provocano sporgenze spinali». E queste selle sono ancora più pesanti e più strutturate quando si tratta dei cortei nuziali e religiosi, dove gli elefanti sono anche agghindati con pesanti drappeggi e stoffe colorati che quasi impediscono i movimenti.

In tutta l’India migliaia di elefanti vengono strappati dalle foreste e imprigionati a vita per poter essere cavalcati dai turisti oppure sfilare nei cortei religiosi. Incatenati per ore e ore, senza ricevere cure veterinarie, cibo e acqua adeguati, gli elefanti sono talmente stressati da queste esibizioni da trasformarsi spesso in pericolo per sé e per gli altri. Solo nello stato del Kerala, tra il 2018 e l'inizio del 2023, sono morti 138 elefanti che vivevano in cattività e il Kerala ospita circa un quinto dei circa i 2.500 elefanti detenuti in cattività in tutta l'India.

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L’elefante robot regalato da Peta ad un tempio indiano per sostituire quello vero dai cortei (credist:Peta)

E proprio il Keraka ha visto il primo caso di elefante robot donato da PETA (People for Ethical Treatment of Animals) al tempio Irinjadappilly Sree Krishna, nel distretto di Thrissur per sostituire negli eventi pubblici gli elefanti di proprietà del tempio.  PETA, nel regalare il primo elefante robot  della storia, aveva anche invitato a superare questo sfruttamento incivile degli animali.

E per gli elefanti già in cattività, l’organizzazione aveva suggerito di permettergli di essere trasferiti in santuari dove vivere senza catene e in compagnia di altri elefanti, guarendo psicologicamente e fisicamente dal trauma di anni di isolamento, prigionia e abusi. Esattamente come nel caso di Rama, salvato dalla cattività grazie all’affidamento ad un’associazione che potrà prendersene cura.

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Rama, l’elefante salvato da Wildlife Sos in India (credits:@WildlifeSos)

«La vista della sofferenza di questo elefante è profondamente commovente, esemplare dell'immensa fatica fisica ed emotiva che deve aver sopportato. Wildlife SOS è impegnata a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di protezione e benessere dei maestosi elefanti dell’India» ha infatti commentato Geeta Seshamani, co-fondatrice e segretaria di Wildlife SOS mentre Baiju Raj MV, direttore dei progetti di conservazione dell’organizzazione, ha aggiunto: «La pronta iniziativa del proprietario di contattare il dipartimento forestale può essere un'ancora di salvezza per questo elefante. È un promemoria fondamentale perchè gli elefanti utilizzati per l'accattonaggio sono vulnerabili a varie lesioni croniche, che se non trattate possono esporre l'elefante al rischio di collasso e rivelarsi fatale. Ogni intervento di questo tipo è un passo verso il loro salvataggio e il loro benessere».

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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