Il verdetto sul futuro degli animali della Sfattoria degli Ultimi di Roma potrebbe arrivare oggi. Proprio oggi, infatti, è fissata l’udienza davanti al Tar del Lazio, quella che deciderà se la Asl può abbattere o meno i 140 tra maiali e cinghiali salvati dai volontari che oggi vivono sulle colline della zona nord di Roma.
Una decisione, quella di abbatterli, inserita nel più ampio piano di contenimento della peste suina africana e senza alcuna motivazione clinica, visto che tutti gli animali stanno bene, sono monitorati dai volontari quotidianamente e vengono gestiti nel rispetto delle norme per il controllo della psa.
Già dalle 8 davanti al Tar, in via Flaminia, hanno iniziato a raccogliersi persone decise a manifestare solidarietà alla Sfattoria, a Paola Samaritani, responsabile del rifugio, e ai volontari che da settimane lottano per salvare gli animali. «Abbiamo bisogno di tutte e tutti voi per dare voce a questi animali, ignari del pericolo che corrono da due mesi a questa parte a seguito dell'ordinanza di abbattimento preventiva dell'Asl RM1 – avevano detto dalla Sfattoria convocando il presidio – Non combattiamo solamente per loro, ma affinché tutti i santuari siano finalmente riconosciuti in Italia e venga colmato finalmente questo vuoto normativo».
Il problema principale è che la Sfattoria sorge in quella che Regione e commissario straordinario per il contenimento della peste suina, Angelo Ferrari, hanno individuato come “area rossa” del focolaio romano. La Asl ad agosto aveva notificato alla struttura un’ordinanza di abbattimento, decretando così la condanna a morte di 140 animali perfettamente sani e costantemente monitorati, oltre che gestiti secondo le direttive di legge. I volontari avevano quindi alzato le barricate a tutela di quelli che sono, a tutti gli effetti, parte di una grande famiglia, ed era iniziata una mobilitazione che aveva chiamato a raccolta centinaia di volontari provenienti da tutta Italia.
Kodami aveva raccontato quei momenti delicati attraverso un reportage all'interno dei confini della Sfattoria, proprio nei giorni in cui gli attivisti temevano l'arrivo dei funzionari dell'Asl incaricati degli abbattimenti.
La Sfattoria, supportata dalle associazioni animaliste, si era rivolta al Tar per chiedere, se non l’annullamento dell’ordinanza, quantomeno una sospensiva, che il 19 agosto era stata ottenuta: sospensione degli abbattimenti sino al 12 settembre per consentire a tutte le parti in causa di produrre atti e documenti.
Proprio il 12 settembre si era quindi tenuta l’udienza, con un primo presidio a supporto della Sfattoria all’esterno del Tar, che si era conclusa con un ulteriore rinvio al 4 ottobre. L’obiettivo adesso non è solamente salvare gli animali, ma anche spingere il legislatore a ufficializzare il ruolo e lo status dei santuari per animali, in modo da evitare in futuro che possano riproporsi situazioni di questo genere.
Oggi, salvo ulteriori rinvii, dovrebbe arrivare il verdetto, che potrebbe fare da apripista a tutti gli altri santuari e rifugi.