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18 Gennaio 2022
15:15

Setter ucciso dai lupi in Trentino. Fugatti chiede di nuovo autonomia per abbatterli

Un cane è stato ucciso dai lupi a Folgaria. Si attendono gli accertamenti e le dichiarazioni dei forestali accorsi sul luogo, ma l'incidente accende ancora una volta i riflettori sulla presenza della specie in Trentino.

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Foto Ufficio Stampa Provincia di Trento

Il 15 gennaio 2022 a Folgaria, nell'area tra Forte Cherle e Malga Seconde poste, un branco di 7 lupi ha aggredito e ucciso uno dei due cani di Martino Raineri, un uomo che passeggiava insieme ai suoi Setter. La notizia è stata diffusa dalla Provincia autonoma di Trento attraverso un comunicato stampa, in cui il Presidente Maurizio Fugatti ha così commentato l'accaduto: «In Trentino è la prima volta che viene accertata un'aggressione di questo tipo» per poi però nuovamente insistere su una politica di uccisione che ha già ribadito in altre occasioni: «La gestione della presenza dei lupi sul nostro territorio va affrontata anche ricorrendo all’abbattimento a garanzia, prima di tutto, della sicurezza».

La dinamica dell'incidente che ha causato la morte del cane non è ancora chiara e per il momento molti esperti preferiscono non esprimere il proprio giudizio e attendere invece la conclusione delle indagini e, soprattutto, le dichiarazioni ufficiali dei responsabili forestali accorsi immediatamente sul posto dopo l'allarme di Raineri.

«Siamo vicini alla famiglia che ha avuto questa angosciante perdita, ma prima di permetterci di avere un'opinione definitiva riguardo gli eventi dello scorso sabato dobbiamo attendere che venga fatto un punto chiaro e univoco sulla dinamica e comprendere con precisione quanto accaduto», spiega Ivana Sandri, esperta in etologia e benessere animale e presidentessa della sezione trentina dell'Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali).

L'esperta, però, ci tiene a sottolineare un aspetto importante di quanto avvenuto: «Quando l'uomo ha raggiunto il corpo senza vita del suo cane, nonostante l'eccitazione data dalla predazione, i lupi si sono mantenuti a grande distanza, dimostrando ancora una volta che si tratta di una specie elusiva che ha paura degli esseri umani».

«Contestualizziamo l'ambiente in cui è avvenuto l'incidente per rassicurare i cittadini spaventati»

Per comprendere i fatti bisogna prima di tutto contestualizzare il luogo in cui sono avvenuti: «Innanzitutto è bene ricordare che la malga si trova fuori dalle zone abitate a oltre 1400 metri di altitudine – afferma la responsabile dell'associazione animalista – Considerando il clima politico in cui ci troviamo in Trentino è importante rassicurare le persone che possono spaventarsi se non conoscono la zona in cui è avvenuto l'incidente».

Nelle ultime settimane infatti il tema della presenza del lupo in Trentino è stato più volte affrontato dalla politica locale per via di alcuni avvistamenti e investimenti avvenuti nelle strade della zona di Rovereto e, in seguito, anche a causa di una fake news condivisa sui social dal consigliere provinciale Claudio Cia, ovvero un video in cui apparivano 10 lupi nei pressi del lago di Cei, poco a Ovest di Trento. Il video, in realtà, era stato girato al confine tra la Bielorussia e la Lituania.

Secondo il Presidente della Provincia Autonoma Maurizio Fugatti inoltre, la questione della presenza del lupo in Trentino rappresenta un vero e proprio problema di ordine pubblico e, per questo motivo, poco prima di Natale aveva anche chiesto al Ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani di accelerare le pratiche che permetteranno alla Provincia di attuare le linee guida di gestione del lupo in maniera autonoma.

«Invece di investire sull'informazione, il Trentino propone la soluzione "a mano armata"»

«Purtroppo in Trentino i grandi carnivori vengono utilizzati per dare vita a nemici comuni. Grazie a questo stile comunicativo, si fomenta la paura, nonostante negli ultimi 150 anni non si abbia notizia di aggressioni ai danni degli esseri umani – conclude Ivana Sandri – I settori della pastorizia e dell'allevamento vivono al momento una forte crisi che potrebbe spingere ad avere il dente avvelenato con le istituzioni. Fomentando l'odio verso lupi e orsi, la Provincia di Trento crea invece un diversivo e distoglie l'attenzione dalle difficoltà del settore».

A confermare l'opinione dell'Enpa si aggiunge anche l'Organizzazione Internazionale Protezione Animali (OIPA), la quale in seguito alla notizia ha diffuso una nota in cui sottolinea la necessità di rispettare l‘habitat delle specie selvatiche all'interno del quale ci si muove.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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