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9 Febbraio 2022
16:37

Settanta galline detenute in un allevamento abusivo: maxi multa per il titolare e sequestro

L'allevamento abusivo è stato scoperto in una cava ancora in funzione delle Grazie, località del Comune di Porto Venere, in Liguria. Tutti gli animali sono stati ricollocati in strutture a norma.

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Settanta galline sono state salvate da un allevamento abusivo costruito in una cava alle Grazie, località in provincia della Spezia, in Liguria.

Il sequestro risale ormai a qualche mese fa, ma nei giorni scorsi è arrivata la notizia che tutti gli animali sono stati ricollocati in nuove strutture che rispettano le norme sia in materia sanitaria sia per quanto riguarda le condizioni in cui erano tenuti.

L’operazione è dei Carabinieri forestali, che lo scorso anno, insieme con il personale ispettivo dell’Asl 5 Sanità Animale, avevano controllato un allevamento realizzato in una cava nel Comune di Porto Venere. Gli accertamenti hanno confermato che il proprietario dell’allevamento teneva 70 galline in due locali, uno dei quali completamente abusivo, all’interno di un’area recintata ricavata all’interno di una cava ancora attiva. I forestali e gli ispettori della Asl avevano riscontrato violazioni di natura igienico-sanitaria e condizioni non adatte a garantire il benessere degli animali.

Era partita quindi una segnalazione al Comune e all’autorità giudiziaria, insieme con il sequestro delle galline. Nel frattempo il Comune aveva intimato al proprietario dell’allevamento di demolire la struttura abusiva. Per l’uomo era scattata una multa da oltre 13mila euro per tutte le violazioni riscontrate, e nei mesi successivi è stata staccata un’altra multa da 4mila euro per la mancata osservanza delle prescrizioni impartite dalla Asl dopo il primo controllo.

In queste settimane i carabinieri forestali insieme con i colleghi del Nas hanno effettuato alcune verifiche più approfondite per accertare se le uova prodotte fossero state vendute negli esercizi commerciali del territorio. Le galline, una volta ottenuto il via libera dall’autorità giudiziaria, sono state ricollocate all’interno di una struttura a norma.

A livello nazionale la normativa di riferimento per gli allevamenti è il decreto legislativo 29 luglio 2003, n. 267 in materia di “attuazione delle direttive 1999/74/CE e 2002/4/CE, per la protezione delle galline ovaiole e la registrazione dei relativi stabilimenti di allevamento”.

La norma stabilisce le norme minime da rispettare per assicurare la gestione delle galline ovaiole, identificando nel proprietario o detentore qualsiasi persona fisica o giuridica che, anche temporaneamente, è responsabile o si occupa degli animali: «Colui che intende avviare uno stabilimento di allevamento di galline ovaiole chiede la registrazione dello stesso ai Servizi veterinari della Azienda sanitaria competente per territorio, inviando per iscritto i dati prima dell'inizio dell'attività», si legge nel decreto.

Tra le altre prescrizioni c’è il mantenimento al minimo del livello sonoro all’interno della struttura, sufficiente illuminazione per consentire alle galline di vedersi e di essere viste chiaramente, di guardarsi intorno e di muoversi normalmente, l’impostazione di un ciclo di ventiquattro ore comprensivo di un periodo di oscurità sufficiente e ininterrotto, a titolo indicativo pari a circa un terzo della giornata, per consentire alle galline di riposarsi ed evitare problemi come immunodepressione e anomalie oculari. Ancora, pulizia e disinfezione regolari della struttura, gabbie e relative aperture di dimensioni adeguate affinché una gallina adulta possa rientrare senza inutili sofferenze o senza essere ferita e possa spostarsi.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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