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20 Ottobre 2023
9:42

«Serio rischio per le specie protette». L’allarme dei professori universitari per i lavori a Punta Giglio

Anche la comunità accademica di Sassari, oltre alle associazioni ambientaliste, chiede di fermare subito i lavori di messa in sicurezza della falesia di Capo Caccia. Secondo gli ornitologi italiani, sono numerose le specie di uccelli in pericolo.

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falco pellegrino | Kodami
Un individuo di falco pellegrino

Anche i professori universitari chiedono a gran voce la sospensione degli interventi programmati sulla falesia sul promontorio di Punta Giglio, nella zona di Alghero, in Sardegna. I lavori di "imbrigliamento" previsti metterebbero infatti a serio rischio “specie botaniche e faunistiche protette dalla legislazione europea», in particolar modo gli uccelli che la abitano.

Quaranta docenti, provenienti in gran parte dai dipartimenti scientifici dell’Università di Sassari, hanno firmato una lettera indirizzata all'Ente Parco di Porto Conte, all’Area Marina Protetta Capo Caccia-Isola Piana, al Comune di Alghero, alla Regione Sardegna e al Ministero Ambiente, invitandoli a fermare la realizzazione di un progetto che prevede una «messa in sicurezza» invasiva sul costone, e a dar spazio a una fase di riflessione e di studio, «che permetta di valutare più approfonditamente l’incidenza ambientale e paesaggistica degli interventi previsti».

Nella lettera la comunità accademica condivide le preoccupazioni espresse già da un’istanza delle più note associazioni ambientaliste, seguita dalla petizione lanciata lo scorso 10 agosto su Change.org dall' Associazione Punta Giglio libera, che ha raccolto ad oggi 32 mila firme. A questa si sono aggiunte la petizione promossa da Natale Emilio Baldaccini, etologo dell’Università di Pisa e responsabile scientifico di Earth Gardeners, sostenuta da una nota di 176 firmatari, tra i quali direttori di parchi nazionali, regionali e studiosi, aderenti al Gruppo dei 30.

I lavori progettati dall’Azienda Speciale Parco di Porto Conte di “Mitigazione del rischio di frana in falesia di Punta Giglio”, secondo i docenti «rischiano di produrre effetti irreversibili nel prezioso ecosistema da proteggere» e «mitigherebbero solo provvisoriamente qualche rischio, ma non potrebbero mettere in alcun modo in sicurezza lo specchio di mare sottostante le imponenti pareti rocciose del promontorio».

I docenti universitari inoltre, suggeriscono di confermare, e eventualmente estendere, per quel tratto di mare, l’attuale divieto di navigazione «che gioverebbe, tra l’altro, a limitare il carico della presenza umana e a salvaguardare l’integrità delle comunità floristiche e faunistiche presenti nell’area».

La messa in sicurezza della falesia di Punta Giglio, prevede il posizionamento attorno al promontorio di ormeggi fissi per l’attracco di barche per le immersioni e di altri mezzi di trasporto collettivo. In concreto, spiega l'Associazione per Punta Giglio Libera, «si interverrà ingabbiando, trapanando, inserendo perni e facendo crollare parti della parete, estirpando tratti di vegetazione, posizionando ancoraggi e boe su fondali marini con colonie di coralli e campi di posidonia».

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La falesia di Punta Giglio

Tutto questo avviene in un’area tutelata da «un vincolo di conservazione integrale sancito dalla designazione di una Zona di Protezione Speciale (ZPS) e di una Zona Speciale di Conservazione (ZSC), entrambe inserite nella Rete Natura 2000 dell’Unione Europea ai sensi della Direttiva Uccelli e della Direttiva Habitat».

La richiesta di salvaguardia di Punta Giglio, spiega Natale Emilio Baldaccini, etologo e promotore a sua volta di una petizione lanciata a supporto delle associazioni impegnate nella difesa del territorio, «comprende sia gli aspetti paesaggistici dell'area che la sua valenza floro-faunistica del tutto rilevante».  Le specie più minacciate e «degne di una protezione attenta e solerte da parte degli organi preposti come la regione ed il Parco stesso» sono proprio gli uccelli.

«Oltre a quelli che fanno parte degli allegati della direttiva europea "Uccelli" – spiega Baldaccini -ci sono quelli che rappresentano elementi propri ed esclusivi della ornitofauna sarda. Tra i tanti cito la berta maggiore e la berta minore, il marangone dal ciuffo, il gabbiano corso, il rondone pallido, la rondine montana, il passero solitario, il piccione selvatico che assieme al falco pellegrino sono tutte specie che nidificano sulle scogliere di Punta Giglio. Se dovessimo fare un elenco esaustivo delle specie presenti nell'area circostante – conclude – non basterebbero molte pagine vista la rilevanza ambientale del comprensorio di Punta Giglio».

Anche gli ornitologi partecipanti a XXI Convegno Italiano di ornitologia, che quest’anno si è tenuto a Varese, hanno concordato all’umanità una risoluzione in merito, nella quale hanno espresso «viva preoccupazione per l’impatto che le opere previste possano determinare sull’avifauna nidificante nell’area di Punta Giglio ed in particolare su quella di interesse comunitario e biogeografico» e hanno chiesto «che le istituzioni si pronuncino sull’ipotesi di una sospensiva dei lavori in attesa di un adeguato monitoraggio».

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Un individuo di berta maggiore

Secondo l'Associazione Punta Giglio Libera, questi interventi in un habitat naturale «sono giustificabili solo laddove attività preesistenti, già avviate e frequentate, rendano necessario garantire l’incolumità di beni e persone. Ma non è questo il caso- sottolineano-  i lavori di “messa in sicurezza” sono stati decisi e motivati solo strumentalmente proprio per consentire nuove possibilità di approdo per nuove occasioni di sfruttamento turistico dello specchio di mare sottostante, delle coste e delle pareti rocciose».

Sino a oggi le istanze sono sempre state respinte dall’Ente Parco e, anche in commissione Ambiente ad Alghero, due giorni fa, il direttore del Parco, Mariano Mariani, ha ribadito essere «improponibile» la sospensione dei lavori, anche perché, ha detto «l’iter procedurale è stato concluso positivamente e le opere già appaltate». Unica concessione fatta della direzione del Parco è quella di nominare “una commissione tecnica di alta sorveglianza” che segua il cantiere minuto per minuto.

«Non potendo ipotizzare un blocco dei lavori – ha spiegato Carlo Mannoni, ex vicepresidente della Regione Sardegna e autore di un libro sulla storia tormentata della tutela del colle di Tuvixeddu a Cagliari – sarà nominata una commissione tecnica con "grandi esperti" in botanica, avifauna e geologia, che sorveglieranno i lavori. Ma questa commissione doveva essere nominata prima ancora di decidere le opere e non a posteriori, quando non è più neanche “possibile ipotizzare un blocco dei lavori”. Un modo bizzarro – conclude – di interpretare le norme europee e nazionali sul principio di precauzione da esercitarsi a priori e non a decisione presa».

«Noi andiamo avanti – conferma a Kodami il presidente del Parco di Porto Conte Raimondo Tilloca – e io ho la coscienza tranquilla: sono state adottate le misure di verifica che erano richieste ed è tutto regolare. Se i ricorsi non si fanno entro i termini tecnici stabiliti, ma a lavori già totalmente appaltati e in procinto di iniziare, non c'è proprio nulla da fare. Fermare i lavori a questo punto significherebbe causare un grave danno erariale. La sospensione dell'attività nel periodo della nidificazione degli uccelli è già stata prevista dal progetto, inoltre c'è da considerare che la rete sulla falesia interesserà solo 600 metri quadri della stessa, che equivale al 2 per cento di tutta la falesia di Punta Giglio. Gli ormeggi in mare sono stati studiati proprio per evitare che siano le barche stesse, fermandosi sul posto, a danneggiare il fondale con le loro ancore. Come anticipato nomineremo la commissione di esperti per la supervisione, anche se non siamo tenuti a farlo perchè tutte le valutazioni in merito sono state già eseguite in fase preliminare, proprio per mostrare la trasparenza nella quale ci muoviamo. Gli uccelli – conclude Tilloca – non ne saranno in alcun modo danneggiati, e la loro nidificazione sarà salvaguardata».

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Daniela Scamuzzi
Giornalista
Sono giornalista professionista, vivo e lavoro tra Roma e la Sardegna, terra delle mie origini. Mi occupo da anni di salute, ecologia e welfare per agenzie di stampa, televisione, periodici. Amo la natura, sono vegetariana, credo e mi impegno per un mondo che finalmente impari a rispettare realmente la vita degli animali e la loro libertà.
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