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19 Dicembre 2023
18:00

Sequestro di 51 cani tenuti in pessime condizioni: tra gli indagati un veterinario

Il sequestro dei 51 cani trovati in condizioni più che precarie è avvenuto dopo una perquisizione effettuata dai carabinieri forestali di Volpiano e Pinerolo, i carabinieri del Cites e i veterinari dell'Asl Città di Torino. Gli animali erano costretti a vivere su pavimenti cosparsi di escrementi e respirando aria mefitica. Indagati due allevatori e un veterinario.

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Cinquantuno cani, di cui venti ancora cuccioli, sono stati sequestrati nelle abitazioni e nei negozi di due allevatori nella zona del Pinerolese e nella prima cintura di Torino nord, dopo una perquisizione effettuata dai Carabinieri forestali d Volpiano e Pinerolo, i carabinieri del Cites e i veterinari dell'Asl Città di Torino. Il sequestro giudiziario è avvenuto per le condizioni più che precarie dei luoghi dove i cani erano costretti a vivere, condizioni totalmente incompatibili con la loro natura: pavimenti cosparsi di escrementi, ambiente igienico sanitario inesistente, aria irrespirabile.

Le indagini erano cominciate a maggio scorso dopo una segnalazione raccolta dai vigili che indicava la presenza di un allevamento di animali all'interno di due appartamenti nel quartiere di Barriera di Milano a Torino. Dopo le verifiche gli agenti avevano denunciato a piede libero due sorelle per «detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura». Nei materiali sequestrati, poi, i militari avevano trovato anche alcuni dettagli che avevano permesso di collegare la figura del veterinario di cui si avvalevano le due denunciate agli altri due allevatori.

Uno, del pinerolese, ora è indagato per il reato di «detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura», l’altro allevatore, della prima cintura nord di Torino, dovrà rispondere del reato di esercizio abusivo della professione di veterinario. Il veterinario “vero” invece, è indagato in concorso con entrambi gli allevatori per il reato di falso ideologico. Il procedimento penale si trova al momento nella fase delle indagini preliminari e gli animali posti sotto sequestro, dopo un'accurata pulizia e sanificazione dei locali di detenzione, sono stati affidati, incomprensibilmente, in custodia agli stessi allevatori.

Gli animali sequestrati, infatti, è difficile che restino con chi li ha maltrattati: l'iter prevede che vengano presi in carico dalla Procura titolare del caso e il magistrato competente a sua volta nomini un custode. La scelta può ricadere sull'Asl oppure sul Comune. Più spesso, però, la custodia viene affidata alle associazioni di tutela animale che seguono il caso di maltrattamento e che magari sono esse stesse ad aver presentato denuncia. Ovviamente si tratta di una situazione provvisoria, visto che il sequestro è una misura cautelare e quindi provvisoria che solo al termine del processo e in caso di condanna, diventa vera e propria confisca.

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Simona Sirianni
Giornalista
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