Dopo anni di denunce e di pressioni da parte delle associazioni di protezione animale alle autorità competenti, è finalmente effettivo il sequestro di Linito, il cebo cappuccino che da oltre 30 anni viveva in una gabbia di due metri quadri in un appartamento di Barcellona, in Spagna.
La storia di Linito inizia quando, almeno 35 anni fa, venne acquistato illegalmente per 45.000 pesetas, circa 270 €. Prima del sequestro viveva con la sua “proprietaria”, una signora di circa 80 anni che tempo addietro lo aveva appunto comprato.
Le condizioni in cui il cebo cappuccino viveva erano deplorevoli e del tutto inadeguate per un animale della sua specie. Questi animali sono infatti primati arboricoli, ovvero vivono e saltano tra gli alberi delle foreste di un’ampia area del Sud America che si estende dall’Honduras al Brasile. I cebi cappuccini possono arrivare a percorrere circa due chilometri al giorno su territori di un'estensione compresa fra i 300.000 e gli 900.000 metri quadrati, e vivono in gruppi composti da una ventina di individui o più.
Linito viveva invece imprigionato, in una gabbia, in un appartamento, in una città. L’associazione per la protezione dei diritti degli animali FAADA viene a conoscenza della storia nel 2014, quando iniziano le battaglie per la sua liberazione, per potergli offrire una nuova vita, in un ambiente a lui adeguato e accompagnato da altri individui della sua specie.
Durante i primi sopralluoghi a domicilio, le volontarie di FAADA hanno rilevato numerose e gravi irregolarità a livello di benessere. Linito viveva infatti da solo, in una gabbia di 2x1x1 metri, situata nella sala da pranzo dell'appartamento, che nella maggior parte dei casi era sporca e non disponeva di un'area esterna e accesso alla luce solare diretta. La signora che lo deteneva ha in seguito riconosciuto che il primate dal 2014 non era mai uscito dalla gabbia.
Linito era quindi condannato a non poter correre, saltare, muoversi e interagire con altri animali, cosa fondamentale per una specie sociale come la sua. La sua dieta, inoltre, era inadeguata e poco variata. E per questi motivi, insieme alla mancanza di luce naturale, mostrava un aspetto fisico molto deteriorato.
Durante tutti questi anni il personale dell’associazione FAADA ha cercato attivamente e ripetutamente di ottenere la cessione dell'animale, scontrandosi con una totale assenza di collaborazione da parte della proprietaria e, purtroppo, delle autorità competenti.
Nel tempo FAADA ha quindi presentato numerose denunce. Inaspettatamente, né il Comune di Barcellona, né la Generalitat de Catalunya, né la Procura per l'ambiente di Barcellona sono intervenuti in più di 10 anni, nonostante ne avessero le competenze legali.
Nel 2023 arrivano ulteriori pressioni al Comune di Barcellona affinché procedesse alla confisca di Linito, tenendo conto del cattivo stato dell'animale, della sua origine illegale e del fatto che la sua detenzione è vietata nella città. Infatti, l'ordinanza municipale sulla protezione, detenzione e vendita di animali, con l’articolo 29, vieta espressamente la detenzione di primati non umani. Tuttavia, il rimbalzo di responsabilità tra autorità competenti ha fatto sì che il recupero di Linito tardasse ancora.
Nel gennaio 2024, cavalcando l'entrata in vigore della legge sulla protezione dei diritti e del benessere degli animali, FAADA ha finalmente deciso di presentare una nuova denuncia al Comune di Barcellona e alla Generalitat de Catalunya, considerando che tale legge vieta esplicitamente la detenzione di primati su tutto il territorio nazionale. Ciò li obbligava ad agire senza che fosse possibile continuare ad eludere la loro responsabilità.
Infine, il 14 febbraio, dopo una lunga trattativa con la donna che deteneva l'animale, è stata ottenuta la cessione di Linito, che è stato trasferito alla Fundació MONA (un famoso centro di recupero per primati) dove passerà una prima fase di riabilitazione, e successivamente, sarà trasferito in un altro centro per dargli la possibilità di socializzare con individui della sua specie.
In definitiva, è un momento importante in cui bisogna celebrare questa grande vittoria ma, d’altro canto, risulta deplorevole la mancanza di determinazione da parte dell'amministrazione che ha impedito una messa in sicurezza tempestiva dell’animale. Durante i dieci anni in cui le autorità sono state insensibili alla situazione di Linito, la sua sofferenza si è perpetuata e gli sono stati strappati anni in cui avrebbe potuto godere di condizioni di vita dignitose.