Venti cani costretti a vivere in condizioni di estremo degrado igienico-sanitario, abbandonati tra cumuli di sporcizia, escrementi, cumuli di rifiuti e avanzi di cibo. Li hanno trovati e sequestrati le guardie zoofile dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) a Tarquinia, in provincia di Viterbo, che hanno anche fatto scattare una denuncia per maltrattamento animale secondo l’articolo 544 ter del Codice Penale.
L’intervento è scattato sulla base di una segnalazione relativa a presunti maltrattamenti, appunto, e le guardie zoofile sono entrate in azione dopo avere ottenuto il via libera dal Tribunale di Civitavecchia. I cani, tra cui sei cuccioli in età di svezzamento, sono stati trovati all’interno d un terreno, all’aperto, alcuni tenuti in piccolissimi recinti. Tra loro c’era anche un Barboncino cui è stata amputata una zampa per una ferita non curata adeguatamente.
Verificate le condizioni in cui si trovavano, le guardie zoofile li hanno messi sotto sequestro e trasferiti al canile di Tarquinia per visite e cure. Il Barboncino, alla luce delle sue condizioni, è stato invece affidato a una volontaria: «Con il provvedimento giudiziario di perquisizione e il supporto della polizia locale abbiamo proceduto a un sequestro d’urgenza – ha spiegato la coordinatrice del Nucleo delle guardie zoofile Oipa di Viterbo e provincia, Giuliana Rodegher – Prevediamo di sottoporli a un percorso rieducativo poiché lo stato e il contesto in cui li abbiamo trovati gli animali erano terribili. Abbiamo impiegato parecchie ore per prendere tutti i cani. Non è stato un sequestro semplice: nonostante il decreto di perquisizione il detentore non era collaborativo mostrandosi a volte ostile».
Una volta definito il procedimento penale, i cani potranno essere tutti adottati. La persona che li deteneva in quelle condizioni, invece, deve adesso rispondere di maltrattamento animale, che stabilisce che «chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro».