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Quello che sembrava un normale giovedì sera si è trasformato in un'azione di recupero di fauna selvatica quando Eve, una cittadina residente a Howick in Sud Africa, ha notato due inquietanti occhi luminosi che la guardavano attraverso una porta aperta.
Impressionata, Eve si è fatta coraggio e ha attraversato il corridoio raggiungendo la porta della stanza lavanderia: «L'animale ha cominciato a ritrarsi e a "soffiare" contro Eve − ha spiegato l'associazione FreeMe Wildlife che si è poi occupata del recupero dell'animale − Cercava di fare il suo meglio per nascondersi».
Alla donna l'animale sembrava essere un gatto, ma c'era qualcosa di diverso, tanto da spingerla a chiamare gli esperti, i volontari di FreeMe Wildlife: «Eve ha gestito la situazione nel miglior modo possibile, restando calma e chiamando noi − continuano dall'associazione − Gli animali selvatici non entrano in contatto con gli umani a meno che non stiano cercando cibo o riparo».
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Presto il volontario Caine e il Ceo dell'associazione Wade Whitehead si sono recati sul posto e hanno identificato il felino come un cucciolo di gatto serval, un agile ed elegante felino africano specializzato nella cattura di roditori e uccelli. I serval sono noti per il loro mantello maculato e le zampe lunghe. Secondo Caine, è raro che entrino nelle case degli umani e il sospetto è che si trattasse di un cucciolo orfano che aveva vagato a lungo tra la vegetazione della vicina Riserva Naturale WESSA Umngeni.
C'è voluto un po' di tempo per convincere il piccolo felino a uscire dalla lavanderia e, non appena è stato messo al sicuro, i volontari lo hanno trasportato al centro per visitarlo e assicurarsi che stesse bene.
Salvo e affamato, il piccolo è stato nutrito, pesato e sottoposto a un checkup completo dai veterinari che hanno osservato uno stato di denutrizione. I volontari si stanno preparando per rimetterlo in forma e garantirgli un futuro di salute e felicità, in libertà.
