Gli organi di senso permettono al gatto di interagire con l’ambiente circostante. La loro struttura anatomica ma anche il loro specifico funzionamento dipendono dal modo peculiare con cui la specie è riuscita a risolvere i problemi di sopravvivenza e di riproduzione che ha dovuto incontrare.
Questo fa sì che ogni specie percepisca il mondo in maniera differente attraverso almeno cinque sensi che sono tatto, olfatto, udito, gusto e vista (e c'è chi annovera anche l'esistenza di una sorta di sesto senso felino). Dal momento che ciascuno di essi si è sviluppato in relazione alle specifiche sfide che l'ambiente ha posto alla specie lungo il corso dell'evoluzione, non è molto adeguato domandarsi quale senso sia più sviluppato e quale lo sia di meno, sebbene sia un interrogativo che ricorre spesso nei discorsi della gente: ciascun organo risponde a problemi diversi e vi risponde nel modo che è risultato più funzionale per la specie in esame, secondo l'habitat d'elezione.
Riformulando, possiamo chiederci quale ambito della percezione sensoriale venga più stimolata in rapporto ad una certa funzione. Così, ad esempio, se parliamo di predazione, possiamo dire che i sensi maggiormente coinvolti sono tatto (che serve per afferrare la preda) e udito (che serve per localizzarla anche in assenza di visione) ma se parliamo di comunicazione a distanza allora la rilevanza della ricezione e trasmissione di segnali chimico-olfattivi è sicuramente la più rilevante.
Udito
L’udito è uno dei sensi più sviluppati nel gatto, tanto da fargli percepire frequenze comprese tra i 60Hz e i 65 kHz, laddove gli esseri umani variano tra i 20Hz e i 20kHz. Questo ampio spettro gli consente di avvertire gli ultrasuoni emessi da topi e altri piccoli roditori non udibili a orecchio umano così come suoni bassi o prodotti a lunga distanza. L’organo uditivo è rappresentato dalle due orecchie poste sulla testa e dotate di ampie pinne uditive che si muovono continuamente per agevolare l’instradamento delle onde sonore, attraverso i solchi cartilaginei, nel condotto uditivo, permettendo di localizzare l'origine del rumore.
Tatto
Insieme all’udito, il tatto è uno dei sensi maggiormente coinvolti dall’abilità predatoria felina e gli organi sensoriali preposti sono distribuiti lungo tutto il corpo. Non solo la pelle ma anche i polpastrelli, le lunghe vibrisse di cui è dotato il mantello, persino il naso, sono tutti utili a “toccare” e a valutare temperatura, pressione, peso, qualità delle superfici ma anche per registrare gli spostamenti d’aria da cui inferire posizione e spostamenti delle prede. Ecco perché anche un gatto cieco può cacciare: non ha bisogno di “vedere” fisicamente un topo che si sposta, sono l’aria che batte sulle vibrisse, le vibrazioni percepite dai polpastrelli e gli squittii uditi a suggerirgli come si sta muovendo e a che velocità.
Olfatto
Annusare è spesso il primo modo con cui un gatta entro in contatto con un oggetto del mondo esterno. L’olfatto è il primo senso a disposizione del gattino appena nato, lo usa per dirigersi verso il capezzolo materno pur senza vederlo; è ciò che gli consente di distinguere il cibo da altri tipi di materiali e permette anche il riconoscimento dei partner sociali e del loro stato riproduttivo e di salute.
Inoltre, le capacità olfattive del gatto vengono arricchite dall’organo vomeronasale, una piccola cavità che si trova dietro gli incisivi superiori e che consente di percepire ed elaborare delle molecole chimiche presenti nell’ambiente dette feromoni e che i gatti usano per comunicare con i propri simili e per marcare il territorio.
Vista
Gli occhi dei gatti sono frontali, ampi, rotondi e dotati di due caratteristiche anatomiche peculiari: la pupilla si allarga e si restringe in base alla quantità di luce ma in condizioni di alta luminosità è verticale (mentre quella umana è sempre rotonda); inoltre, il fondo dell’occhio è dotato di una membrana riflettente detta “tappeto lucido” che amplifica la quantità di luce percepita e consente al micio di vedere anche in condizioni di scarsa luminosità. La presenza del tappeto lucido è il motivo per cui ai gatti “brillano” gli occhi se di notte vengono colpiti da un fascio di luce.
I gatti compensano la loro abilità di visione notturna con una minore capacità di discriminare i colori: percepiscono bene variazioni di blu, giallo e viola ma, ad esempio, non distinguono bene il rosso dal giallo né l’arancione dal verde.
Gusto
La lingua ospita un gran numero di papille gustative poste sui lati, sulla punta e sulla parte posteriore della lingua. Lunga e mobile, la sua funzione è importante non solo perché permette di gustare i sapori ma anche perché la sua superficie presenta centinaia di papille filiformi e uncinate utili a mantenere il mantello pulito a mo’ di spazzola così come a rimuovere i brandelli di carne dalle ossa delle prede durante il pasto.
I gatti percepiscono il salato, l’amaro, l’umami, l’acido ma non il dolce e questo, probabilmente, per via della sua dieta esclusivamente carnivora che lo ha reso poco adatto a digerire (e quindi riconoscere) i carboidrati.
Sesto senso felino
Infine, la psicologia comune tende ad attribuire ai gatti una sorta di sesto senso: si racconta spesso che mostrino di vedere cose a noi invisibili, di saper fare previsioni inspiegabili o di saper intercettare sensazioni e situazioni in modo sottile e misterioso. In realtà, molte di queste abilità apparentemente metafisiche albergano più nella nostra difficoltà ad immaginare un modo diverso di percepire le cose oppure nella sottovalutazione delle abilità cognitive dei gatti che, invece, sono osservatori acuti, fanno inferenze anche complesse delle dinamiche relazionali del loro ambiente e sul piano percettivo fanno elaborazioni a noi precluse perché non abbiamo le loro stesse dotazioni sensoriali né gli stessi orientamenti motivazionali.