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12 Dicembre 2023
12:34

Sempre più specie a rischio e qualche buona notizia: la nuova Lista Rossa IUCN pubblicata alla COP 28

Dalla conferenza sul clima delle Nazioni Unite negli Emirati Arabi Uniti arriva l'ultimo aggiornamento della Lista Rossa IUCN delle specie minacciate. Sempre più specie, tra cui i pesci d'acqua dolce, rischiano di sparire per sempre soprattutto per colpa dei cambiamenti climatici. Ma il recupero di alcuni animali iconici dimostra che al conservazione funziona.

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Una saiga, una buffa antilope dal naso a proboscide fortunatamente considerata ora in ripresa

Sono sempre di più le specie che rischiano seriamente di estinguersi per sempre, anche e soprattutto per colpa degli effetti dei cambiamenti climatici. La crisi della biodiversità del Pianeta sta infatti accelerando a ritmi inquietanti e questo è quanto emerge dall'ultimo aggiornamento della Lista Rossa IUCN, il più completo inventario sul rischio di estinzione delle specie viventi. La nuova revisione, pubblicata alla conferenza sul clima delle Nazioni Unite COP 28 negli Emirati Arabi Uniti, sottolinea soprattutto la status drammatico dei pesci d'acqua dolce, tuttavia dimostra anche che le azioni di conservazione possono aiutare le specie a risollevarsi.

L'IUCN (International Union for the Conservation of Nature) è la più autorevole organizzazione mondiale per la salvaguardia e la conservazione della natura e si occupa, tra le altre cose, di stilare e aggiornare periodicamente la cosiddetta Lista Rossa IUCN (IUCN Red List of Threatened Species), che dal 1964 rappresenta il più completo inventario sullo stato di conservazione delle specie viventi a livello globale. All'interno della lista le varie specie sono suddivise in diverse categorie di minaccia, che come un semaforo segnalano quanto è più o meno grave il rischio che una pianta o un animale si estingua. Nel tempo questo rischio – e quindi le categorie – possono cambiare, ma come conferma anche l'ultimo aggiornamento il trend generale non è per affatto positivo.

Sempre più specie a rischio per colpa del clima che cambia

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Un quarto delle specie di pesci d’acqua dolce è ora considerato a rischio estinzione

La nuova Lista Rossa IUCN comprende ora ben 157.190 specie, di cui 44.016 sono a rischio di estinzione, circa 2.000 in più rispetto allo scorso anno. Le novità più importanti riguardano soprattutto lo status dei peschi d'acqua dolce, valutati per la prima volta in maniera completa a livello globale. Purtroppo però, ben il 25% (ovvero 3.086 specie su 14.898 inserite nella lista) dei pesci di fiumi, laghi e torrenti rischiano seriamente l'estinzione. Almeno il 17% di queste specie minacciate sono colpite anche dagli effetti cambiamenti climatici, tra cui la diminuzione del livello dell’acqua e l’innalzamento del livello del mare, che causa lo spostamento dell’acqua di mare salata verso i fiumi, e il cambiamento dei ritmi delle stagioni causata dalle temperature anomale.

A tutto ciò si aggiungono le minacce legate all’inquinamento, che colpisce ben il 57% delle specie ittiche d’acqua dolce a rischio di estinzione e alle dighe e all’estrazione dell’acqua che colpiscono il 45% delle specie. C'è poi la pesca eccessiva, che minaccia il 25% dei pesci d'acqua dolce e la diffusione delle specie invasive e delle malattie, che danneggiano il 33% delle specie. Per esempio, Brycinus ferox, una specie economicamente importante in Kenya, è passato dalla categoria "Minor preoccupazione (LC)" a quella "Vulnerabile (VU)", principalmente a causa della pesca eccessiva, del degrado dell'habitat causato dai cambiamenti climatici e delle dighe che impediscono gli spostamenti. Lo stesso trend coinvolge anche diverse specie di salmoni, sia Europa che in America.

Anche le tartarughe marine e gli anfibi (circa il 41% è in pericolo) stanno subendo pesantemente gli effetti negativi del surriscaldamento globale. Per esempio, le tartarughe verdi (Chelonia mydas) del Pacifico centro-meridionale e del Pacifico orientale hanno sempre maggiori difficoltà a riprodursi, a causa dell'aumento del livello del mare che inonda i nidi sulle spiagge uccidendo le uova. Inoltre, i mari sempre più caldi danneggiano anche le fanerogame marine, le piante alla base della dieta di questi rettili marini. Rane, rospi e salamandre sono invece sempre più "prigionieri" dei loro habitat in diminuzione a causa delle temperature più elevate e della siccità.

Storie di successo e specie salvate dall'estinzione

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Estinto in natura, grazie alla riproduzione in cattività l’orice dalle corna a scimitarra si è ripreso ed ora popola una riserva in Ciad

Ma tra le tante brutte notizie arriva anche qualche barlume di speranza che dimostra che i successi delle azioni di conservazione per migliorare lo status di salute di piante e animali a rischio è più che mai possibile. Due specie di antilopi si stanno infatti riprendendo, anche se c'è ancora molta strada da fare prima che il rischio estinzione venga scongiurato e che le popolazioni si stabilizzino nel lungo periodo. Una di queste è l'orice dalle corna a sciabola (Oryx dammah), un'elegante antilope dal manto chiaro fino a poco tempo fa estinta in natura e sopravvissuta solo in cattività a causa del bracconaggio, della siccità e degli investimenti stradali. Grazie però alla riproduzione in cattività, ora in una riserva in Ciad ci sono almeno 140 adulti e più del doppio di cuccioli e la specie è al momento considerata "solo" in pericolo.

Va meglio anche per la saiga (Saiga tatarica), una buffa antilope dal naso a proboscide che vive tra le steppe del Kazakistan, Mongolia, Russia e Uzbekistan. La popolazione del Kazakistan, dove vie il 98% di tutte le saiga, è aumentata del 1.100% tra il 2015 e il 2022 e ha raggiunto 1,3 milioni di individui nel maggio 2022. La specie è però molto suscettibile alle epidemie e soffre spesso di eventi di mortalità di massa come quelli avvenuti nel 2010, 2011, 2015 e 2016. Si ritiene che l’elevato tasso di mortalità nel 2015 sia stato innescato da temperature e umidità eccessivamente elevate, condizioni che però dovrebbero diventare più frequenti con i cambiamenti climatici. Tuttavia, grazie ai numerosi sforzi di conservazione (che hanno ridotto soprattutto il bracconaggio) la specie è passata dalla categoria "In pericolo critico (EN)" a "Quasi minacciata (NT)".

L'ultimo aggiornamento della Lista Rossa IUCN che arriva da Dubai, mostra quindi due facce contrapposte della grave crisi della biodiversità in corso. Da un lato un numero sempre maggiore di specie rischia seriamente di estinguersi, anche e soprattutto per gli effetti dei cambiamenti climatici, che abbiamo però il potere e gli strumenti per contrastarli. Dall'altro lato, però, mostra anche le potenzialità degli sforzi di conservazione, che raccontano storie di successo, come quella dell’orice dalle corna a scimitarra, e che dimostrano inequivocabilmente che la conservazione funziona. Per garantire però che i risultati delle azioni di tutela e protezione di specie e habitat siano durevoli, occorre affrontare con forza le crisi interconnesse del clima e della biodiversità, lavorando in maniera sinergica e con maggiore impegno per garantire un futuro alla biodiversità del nostro Pianeta.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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