Sono state avvistate ormai da qualche anno nel Mediterraneo e sono tra le 100 specie animali più invasive al mondo. Le noci di mare (Mnemiopsis leidyi) rappresentano un pericolo per il Mare Nostrum. Originarie dell'Atlantico, sarebbero arrivate attraverso l'acqua di zavorra delle navi cisterna e, grazie alla loro grande capacità riproduttiva, si sono moltiplicate a dismisura. E' una specie ermafrodita che, grazie proprio alla sua prolificità, può minacciare l'habitat.
La noce di mare, che a prima vista può essere confusa con una medusa ma che nei fatti è uno ctenoforo, proprio perché ghiotta di zooplancton può avere un effetto diretto sulla sostenibilità del mare. Oggi i "cittadini scienziati" si mettono alla ricerca di questo animale alieno e invasivo. Tutto ciò è possibile grazie ad Avvistapp, un'applicazione per smartphone che permette di registrare un ampio numero di specie marine: meduse, ctenofori, delfini, tartarughe.
L'iniziativa è nata per volontà dell’Istituto Nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale di Trieste e a una sua ricercatrice, Valentina Tirelli, naturalista che studia lo zooplancton, grazie al finanziamento della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia. La App, sviluppata dalla società triestina Divulgando, vede anche la collaborazione dell’Aps Delta “Delfini e tartarughe nel Golfo di Trieste”.
L'applicazione è disponibile gratuitamente per smartphone sia con sistema operativo iOs sia Android, e permette ai cittadini di partecipare in maniera attiva alla raccolta di informazioni sugli avvistamenti, sia fotograficamente sia con una semplice descrizione. Avvistapp consente di sostenere la ricerca per il monitoraggio della presenza nel mar Adriatico proprio della Noce di mare.
La noce di mare causa i bloom, enormi sciami di esemplari che riempiono l'acqua. I dati raccolti con Avvistapp serviranno anche a seguire la loro invasione durante i mesi più freddi dell'anno, quando questo animale sembra, solo apparentemente, scomparire. Oltre alla noce di mare, con Avvistapp i cittadini possono inviare segnalazioni di altre specie, come meduse, delfini e tartarughe, fornendo informazioni fondamentali per la valutazione dello stato del mare.
«E’ una specie molto invasiva vista dal 2016 nell'Adriatico. E’ uno dei grandi problemi del mare che abbiamo – spiega Tirelli a Kodami – Non sappiamo se sta già distruggendo l’habitat ma ciò che sappiamo è che è un superpredatore, mangia zooplancton e potenzialmente uova e larve di pesce. E’ un ermafrodita e si riproduce tantissimo. In laboratorio ne abbiamo messa una in un barattolo e in una notte ha fatto oltre 13mila uova. Studiare la noce di mare è molto difficile e il lavoro di ricerca è reso più facile proprio grazie alle segnalazioni dei cittadini».