Sembra un serpente, può respirare persino fuori dall'acqua, ma è in realtà un pesce, per giunta estremamente vorace e invasivo. Si chiama pesce testa di serpente settentrionale (Channa argus) e il Dipartimento per la Conservazione del Missouri, negli Stati Uniti, ne ha confermato la presenza nel corso superiore del fiume Mississippi in seguito alla cattura di un quarto esemplare negli ultimi mesi. Questo nuovo avvistamento allarma non poco biologi e conservazionisti, in quanto questa specie invasiva, originaria dell’Asia Orientale, rappresenta una seria minaccia per gli ecosistemi e la biodiversità locali.
Il pesce testa di serpente settentrionale è infatti noto per la sua capacità straordinaria di sopravvivere fuori dall'acqua anche per diversi giorni. Questo predatore è infatti dotato di particolari organi sopra branchiali che gli permettono di respirare aria, consentendogli così di muoversi facilmente da un corpo idrico all'altro strisciando come un serpente, una caratteristica estremamente affascinante, ma che facilita la sua diffusione. Ma soprattutto, il testa di serpente è un vorace predatore che minaccia le specie locali.
Si nutre di pesci, anfibi, invertebrati, uccelli e qualsiasi altra cosa riesca a ingoiare con la sua enorme bocca, competendo direttamente con le specie autoctone e alterando le dinamiche ecologiche. Questo pesce può raggiungere inoltre dimensioni considerevoli, superando spesso i 90 cm di lunghezza, e la sua prolificità riproduttiva complica ulteriormente gli sforzi per contenerne la diffusione. L'invasione del pesce testa di serpente ha già mostrato di avere effetti devastanti in altre regioni degli Stati Uniti. Il suo conferma anche nel Missouri rappresenta perciò una minaccia concreta per la biodiversità locale.
Le specie native, rischiano di vedere le loro popolazioni drasticamente ridotte a causa sia della competizione per le risorse e che per la predazione diretta da parte di questo invasore. Il primo avvistamento negli USA risale al 2002, ma nonostante gli enormi sforzi per contenere la sua diffusione, la specie ha continuato a diffondersi, anche in seguito a rilasci volontari di individui acquistati vivi al mercato e fughe da allevamenti. È ora in corso un monitoraggio intensivo per determinare con maggiore precisione l'entità della sua diffusione e sviluppare così strategie efficaci per la sua gestione.
La collaborazione del pubblico è fondamentale: ai pescatori e agli escursionisti le autorità chiedono di segnalare qualsiasi avvistamento di questo pesce e di evitare soprattutto di trasportarlo in altri corpi idrici. Oltre al monitoraggio e alla cattura degli esemplari avvistati, è necessario però informare e sensibilizzare il pubblico sui rischi associati a questa specie invasiva e sui comportamenti da tenere per prevenirne la diffusione. Campagne di sensibilizzazione e regolamentazioni sul trasporto e il rilascio di specie non autoctone sono essenziali per proteggere gli ecosistemi.
Laghi, fiumi e corsi d'acqua di tutto il mondo, sono purtroppo tra gli ambienti più ricchi di specie alloctone invasive, anche qui in Italia, dove soprattutto in passato pescatori e associazioni ittiche hanno rilasciato deliberatamente numerose specie alloctone. L'invasione del pesce testa di serpente è perciò l'ennesimo monito sulle conseguenze imprevedibili e spesso devastanti dell'introduzione di specie esotiche.
Proteggere la biodiversità e gli ecosistemi locali richiede consapevolezza, educazione e azioni concrete. Solo così possiamo sperare di contenere e, eventualmente, evitare la diffusione di nuove specie aliene all'interno dei già minacciati e devastati ecosistemi d'acqua dolce. Un fenomeno che non riguarda solo gli Stati Uniti e altri paesi lontani.