La mattina di sabato 15 aprile i volontari del gattile dell'Associazione Dimensione Animale di Rho, Comune in provincia di Milano, come ogni giorno sono andati al rifugio per svolgere il loro turno ma questa volta purtroppo hanno fatto una orribile scoperta: una micia uccisa e sei gatti scomparsi dopo che qualcuno, probabilmente nella tarda serata, si era introdotto all'interno.
«Sono entrati tagliando la recinzione dalla parte più nascosta. Abbiamo trovato tracce di sangue ovunque e questo chiaramente ci ha fatto sospettare il peggio», racconta a Kodami Paola Barbieri, presidente dell’associazione. «Ci siamo messi subito alla ricerca dei mici per veder se ne mancasse qualcuno all’appello e alla fine della conta 6 erano spariti, cinque adulti e una cucciola di 10 mesi che viveva nel reparto nursery. A quel punto ci siamo messi alla ricerca di questi gatti sperando che fossero solo scappati. E, infatti così era. Di loro uno lo abbiamo trovato ieri, gli altri li abbiamo avvistati fortunatamente, ma della micina invece nulla».
Riprendendo le ricerche, nella tarda mattinata di sabato, nel parchetto attiguo a cento metri i volontari però trovano qualcosa di strano: «C'era un catino molto grande anch’esso pieno di macchie di sangue e quindi ci siamo messi a cercare in quella zona. Subito non abbiamo trovato nulla, ma a un certo punto abbiamo visto una piccola catasta di rami che sembrava coprire qualcosa e guardando sotto, l’immagine ai nostri occhi è stata straziante».
Avvolta in un plaid c’era il cadavere della micina di dieci mesi: «È stato terribile. Non ci sono parole per descrivere quanto accaduto, siamo solo sconvolti e distrutti dal dolore davanti a tanta gratuita cattiveria, disperati per la perdita che abbiamo subito. E anche estremamente preoccupati per gli altri gatti che speriamo di ritrovare al più presto sani e salvi».
Atto intimidatorio, di avvertimento? «Non so proprio. Per carità qualche problema esiste come sempre quando si ha una struttura che accoglie animali, ma non ho mai avuto sentore di un disagio o di un’avversità così forte da portare a un’azione del genere. Non mi sembra proprio un atto di una persona confinante arrabbiata perché gli diamo disturbo, poi in generale abbiamo buoni rapporti… non so davvero».
Ora le indagini sono in corso: «Abbiamo sporto denuncia alla Polizia di Stato che è stata davvero molto attenta e scrupolosa nella raccolta dei fatti. Il corpicino di Clara è stato sottoposto all'autopsia e le analisi hanno mostrato traumi e fratture legati a percosse di calci o di bastone. Insomma, la gatta è stata brutalmente picchiata, fino a ucciderla. Non scendo in ulteriori raccapriccianti dettagli, perché sarebbe stupido, le forze dell'ordine sono già state attivate e le indagini sono in corso. Resta la dura condanna di questo atto, che non possiamo comprendere né accettare e ci auguriamo che i responsabili di questo terribile gesto vengano individuati e perseguiti».
Purtroppo non è il primo tragico evento subito da Dimensione Animale: «C’è un antecedente, sì. Subito prima dell’arrivo del Covid il gattile è stato distrutto dalle fiamme a causa di un incendio probabilmente doloso, nel quale sono morti 58 gatti dei 100 presenti. Ma non ci siamo fermati e per rimanere operativi anche il giorno dopo l’evento ci siamo rimboccati le maniche. Ci siamo organizzati, abbiamo preso dei container e delimitato un pezzo di area intorno e abbiamo subito ricominciato, in attesa di riuscire a ricostruire il prima possibile la struttura. Ma siamo in ballo ancora adesso a causa dei problemi economici perché partiti con un budget già insufficiente, nonostante la generosità di tantissima gente, purtroppo l’opera che dobbiamo ricostruire con i rincari della guerra con l’obbligo di realizzarla ecosostenibile, sta diventando davvero molto costosa».
È un peccato davvero però, perché il gattile era un rifugio molto ben attrezzato: «La nostra è una piccola associazione, ma era riuscita a costruire un luogo che rispondeva in maniera adeguata agli svariati bisogni del territorio. Nella nostra struttura avevamo creato anche due reparti FIV e un altro FeLV che ospitavano i gatti affetti da leucemia felina. Ci siamo sempre dedicati ai bisogni del territorio di Rho, poi tutto po è cambiato dopo l’incendio di fine 2018».
Oggi la struttura, infatti, opera costantemente in stato di precarietà: «Stiamo facendo una grande campagna di sterilizzazione delle colonie feline sul territorio per far sì che possano esserci meno situazioni di cuccioli abbandonati di cui prenderci carico. Noi ci proviamo a ricostruire il nuovo rifugio, che sarebbe molto importante anche dal punto di vista numerico, visto che potrebbe contenere 200 gatti e più, ma ripeto l’impegno economico è davvero importante. Contavamo un po’ per volta di farcela, anche se alla luce di ciò che è successo, c'è da capire se questo sia il posto giusto per una struttura zoofila. Questi due episodi a distanza di anni sono allarmanti e di certo non danno grande incoraggiamento».