Tre cani sono morti, altri due lottano per la sopravvivenza e uno si è fortunatamente salvato. E' avvenuto dopo che sono stati avvelenati con della stricnina disseminata all’interno di un parco di Firenze. Da giorni ormai i residenti della zona di San Bartolo a Cintoia, quartiere Isolotto, sono terrorizzati quando escono a passeggio con i loro compagni di vita, e persino il Comune ha deciso di intervenire chiudendo l’area verde e vietando l’accesso in attesa della completa bonifica.
L’ordinanza sindacale di chiusura è arrivata il 4 gennaio, dopo la conferma di sei casi di sospetto avvelenamento e quando erano ancora in corso gli esami effettuati sui corpo senza vita dei cani deceduti. Il 6 gennaio la conferma: gli animali deceduti hanno ingerito stricnina, veleno estremamente pericoloso che è stato chiaramente lasciato nel parco da qualcuno che aveva intenzione di nuocere a quanti più cani possibile.
«È arrivata la conferma delle analisi: hanno usato la stricnina – ha detto l’assessore all’Ambiente del Comune di Firenze, Andrea Giorgio – C’è un folle da fermare in ogni modo. Abbiamo chiuso le aree limitrofe alla zona, ma chiediamo grande attenzione a tutti e di evitare anche le aree circostanti. Dopo i sopralluoghi e i controlli della Polizia Municipale arriveranno le unità cinofile antiveleno e si farà la bonifica. Il Comune valuterà se essere parte civile nel processo. Massima solidarietà ai padroni dei cani, chiediamo attenzione e a chiunque abbia qualcosa da segnalare di farlo alle forze dell’ordine».
In tutti i casi segnalati, i cani erano stati a passeggio nel parco e hanno iniziato a dare segni di malessere poco dopo. Tutti hanno manifestato rigidità muscolare, uno dei sintomi più evidenti e comuni di avvelenamento da stricnina: l’ipotesi più probabile è che il veleno sia stato messo in bocconi ingeriti dai cani durante le passeggiate, anche se saranno gli esperti delle unità cinofile a fare chiarezza durante i sopralluoghi nell’area verde. Gli umani di riferimento dei cani deceduti hanno intanto già provveduto a fare denuncia, e dato il via libera alle autopsie proprio per raccogliere quanti più elementi possibili contro il responsabile degli avvelenamenti, punibile penalmente visto che si tratta di un reato.
Sui social intanto si susseguono segnalazioni su altri casi sospetti nella stessa zona, e tra i residenti la preoccupazione e i timori comprensibilmente salgono: «Ci sono stati altri casi di sospetto avvelenamento sia al parco dell’Argingrosso che alle cascine vicino al golf e nell'area cani di via del Caravaggio», ha fatto notare una cittadina all’assessore Giorgio, che ha replicato chiarendo che «possiamo chiudere le aree verdi solo se riceviamo comunicazioni ufficiali, dopo che i veterinari segnalano sospetti avvelenamenti sul portale del Ministero della Salute. Quando l’istituto zooprofilattico fa le analisi e conferma l’avvelenamento si procede alla bonifica. A ogni modo abbiamo chiesto attenzione e prudenza anche nelle altre aree, tra cui quelle cui fai riferimento. Speriamo questa storia assurda finisca».