Un nuovo studio pubblicato su Fossil Studies sta riaccendendo il dibattito paleontologico sul dinosauro più famoso della storia: il Tyrannosaurus rex. Dopo aver infatti effettuato nuove analisi su alcuni reperti, due paleontologi statunitensi – Nicholas R. Longrich dell'università di Bath e Evan T. Saitta dell'università di Chicago – sostengono infatti che quelli che da sempre vengono considerati resti di tirannosauri giovani sono in realtà individui adulti, appartenenti però a un'altra specie simile ma molto più piccola.
La specie in questione si chiama Nanotyrannus lancensis e qualche decennio fa fu già proposta come specie valida, ma da allora i paleontologi hanno continuato a chiedersi se si trattasse di un animale distinto o semplicemente della fase giovanile del molto più grande T. rex. Trovate nel Montana nel 1942, le ossa di questi dinosauri sono stati ora studiate meticolosamente da Longrich e Saitta, intenzionati a verificare la vecchia teoria che considerava questi individui una specie a se stante. E per confermare o meno il loro grado di sviluppo, hanno anche contato gli anelli di crescita delle ossa, uno dei metodi utilizzati per capire a che età sono morti questi animali.
Realizzando inoltre alcuni modelli in 3D, gli scienziati sono stati in grado anche di osservare l'interno delle ossa, così da contare in maniera più precisa gli anelli. E secondo i risultati ottenuti da Longrich e Saitta, i resti dei due fossili studiati appartenevano certamente a individui adulti che, secondo gli scienziati, potevano raggiungere un peso massimo di circa 1.500 chilogrammi per cinque metri di altezza. Circa l'85% più piccoli del gigantesco T. rex, che cresceva fino a 8.000 chilogrammi per più di nove metri di altezza.
A confermare questo dato ci sono anche alcune differenze anatomiche fra il tirannosauro e il nanotiranno. «Se guardi i giovani di altri tirannosauroidi, mostrano molte delle caratteristiche distintive degli adulti – chiariscono gli scienziati – Un Tarbosaurus molto giovane, per esempio, mostra le caratteristiche tipiche degli adulti, anche se sono di dimensione ridotte. Il Nanotyrannus, invece, non assomiglia per niente a un T. rex adulto e cresceva in un modo completamente diverso da qualsiasi altro tirannosauroide».
Se però i fossili finora considerati giovani di tirannosauro non appartengono in realtà a questa specie, ne esistono altri certamente attribuibili al re delle lucertole tiranne? I paleontologi si pongono questa domanda da molto tempo, almeno da quando alcuni esperti cominciarono a dubitare che Nanotyrannus potesse essere in realtà solo la forma giovanile del T. rex. La questione, tuttavia, resta molto dibattuta e altri paleontologi non sembrano essere d'accordo con la teoria proposta da Longrich e Saitta.
Dal canto loro, questi due ricercatori hanno comunque proposto un alternativa. Insieme hanno infatti trovato un osso molto interessante all'interno del museo di San Francisco, che hanno identificato certamente come l'osso frontale di un giovane tirannosauro. Il cranio a cui apparteneva era lungo circa 45 cm e il suo corpo misurava circa 5 metri.
A tal proposito Longrich ha detto «Sì, è solo un esemplare e solo un osso, ma basta questo per confermare che Nanotyrannus non è un giovane T.rex. Le ossa del cranio di questo animale sono molto particolari e seppur i fossili di individui giovani sono incredibilmente rari, questo non vuol dire che non siano stati già scoperti» e che magari sono ancora conservati e dimenticati all'interno dei musei.
Gli autori dello studio si dichiarano quindi pronti a cercare all'interno dei musei di tutto il mondo nuove prove a sostegno della loro teoria, insieme ad altri ricercatori che da tempo cercano di individuare con certezza resti di "giovani tiranni".